Infrastrutture e mobilità, viaggio sostenibile Pnrr. Giovannini: raggiunti obiettivi

Il Mims ha “già conseguito tutti gli obiettivi 2021, e ha anticipato due traguardi del 2022”. I traguardi sono sette: 4 per le riforme e 3 per gli investimenti. Distribuito il 99% delle risorse, il 70% sono per la lotta ai cambiamenti climatici e il 55% per il Sud. Già al lavoro Rfi, Alta velocità, riqualificazione edilizia, e filiera nazionale autobus. “Cambiamento epocale. Ora l’ambiente è parte integrante delle opere”.

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Infrastrutture e PNRR, ambiente parte integrante delle opere

Le infrastrutture e la mobilità viaggiano a ritmo sostenibile, e non solo; dal momento che ogni opera dovrà essere progettata e realizzata seguendo il principio del non arrecare danno all’ambiente, e nella piena consapevolezza del concetto di resilienza, cioè di adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici. Il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims) Enrico Giovannini – in audizione in commissione Ambiente alla Camera nel corso dell’esame della relazione sullo stato di attuazione del Pnrr – mette in chiaro alcuni elementi, a cominciare dal fatto che non corrispondono al vero alcune uscite di stampa in merito ad alcuni ritardi sui target del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Raggiunti gli obiettivi 2021, in anticipo sul 2022

Il Mims – osserva Giovannini – ha “già conseguito tutti gli obiettivi 2021, e ha anticipato due traguardi del 2022”. I traguardi sono sette: 4 per le riforme e 3 per gli investimenti; proprio sulle riforme il ministero si è già portato avanti con due obiettivi centrati.

Distribuito il 99% delle risorse

Nella relazione sul Pnrr l’ex presidente dell’Istat ricorda che “nel 2021 il ministero ha già distribuito il 99% dei 61,4 miliardi”. Del totale dei fondi, il 70% sono per combattere il cambiamento climatico e il 55% per il Sud.

I 60,6 miliardi sono in parte per Rete ferroviaria italiana, e oltre 25 miliardi sono distribuiti a soggetti attuatori sul territorio, e quindi le Regioni, attraverso accordi sottoscritti in Conferenza Stato-Regioni e in Conferenza unificata.

La road map al 2026

Per quanto riguarda la road map il ministro fa presente che i “53 traguardi finali del Pnrr vanno raggiunti entro il 2026, 43 per gli investimenti e 10 per riforme”.

Inoltre entro l’anno è prevista l’assegnazione di alcune gare per l’Alta velocità, in particolare al Sud, che per alcuni lotti sono state già assegnate. E lo sviluppo del sistema europeo di gestione del traffico ferroviario (Ertms). Per quanto riguarda, invece, la filiera dell’automotive, “ci sono 300 milioni che sono destinati in particolare alla filiera degli autobus, proprio perché, a fronte degli investimenti del Pnrr – molto rilevanti ma che sono una parte ridotta di tutti gli investimenti necessari per rimpiazzare i circa 40mila autobus che abbiamo in Italia – c’è una straordinaria opportunità di business per realizzare fabbriche, impianti di produzione di questi autobus sul nostro Paese. Per cui questi 300 milioni vanno proprio a finanziare progetti di trasformazione industriale”.

Mentre tutti gli interventi sui ponti sono già finanziati e sono nella fase di attuazione; “abbiamo verificato con Anas – rileva Giovannini – e non pensiamo di procedere con i commissariamenti. Ho chiesto ad Anas di avere un crono-programma così i territori possono sapere in anticipo quando ci saranno gli interventi”.

Sulle piste ciclabili ci sono 400 milioni nel Pnrr per quelle nazionali e 200 milioni per quelle urbane: “Stiamo ultimando finalmente il Piano nazionale della ciclabilità, che era stato predisposto dagli uffici ma che devo dire non ho trovato soddisfacente e quindi ho chiesto una serie di integrazioni”.

Nelle prossime settimane, e comunque per fine mese – prosegue – “dovremmo essere in grado di dare un quadro sull’apertura dei cantieri al di là di quelli ferroviari”.

Tra gli obiettivi che riguardano l’assegnazione di risorse, c’è il Piano nazionale per la qualità dell’abitare, che si pone l’obiettivo per il 2022 della sottoscrizione del 30% dei contratti con i soggetti attuatori, Regioni ed enti locali, entro il primo trimestre.

Cambiamento epocale, l’ambiente parte integrante delle opere

Il ministro definisce poi il Pnrr un “cambiamento epocale del modo in cui fare le infrastrutture in Italia”. Perché “invece di vedere le questioni ambientali come un blocco, queste sono incorporate fin dall’inizio nel disegno degli interventi. Quindi non diventano un elemento di freno a valle ma diventano un elemento di stimolo e di cambiamento a monte del progetto. Questo – conclude Giovannini – è il cambiamento epocale nel modo in cui le infrastrutture del Pnrr e anche le altre verranno disegnate da adesso in poi”.

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