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Il sistema complessivo di produzione e distribuzione di energia sta profondamente cambiando a causa del calo della domanda energetica dovuto alla crisi economica e allo sviluppo di soluzioni di efficienza energetica; la diffusione della generazione distribuita continua a crescere grazie all’innovazione benché gli incentivi pubblici stiano gradatamente diminuendo. In molti mercati, inclusi quelli energetici, per ragioni sia economiche che di maggiore consapevolezza ambientale, stanno emergendo nuovi modelli di collaborazione sociale. Questa evoluzione e le sue potenziali opportunità sono state presentate durante il Forum dell’Osservatorio Permanente sugli Usi Innovativi dell’Energia promosso da GDF SUEZ, il primo produttore indipendente di energia al mondo e leader nei servizi energetici. I partner dell’Osservatorio, The European House – Ambrosetti e il Politecnico di Milano, hanno analizzato le trasformazioni del settore energetico con un focus sul possibile futuro sviluppo delle cosiddette “Energy Community”, partendo da concrete esperienze Europee che si stanno sviluppando “silenziosamente” e che lo studio presentato a Milano rivela per la prima volta. Qual è il potenziale di sviluppo delle “Energy Community” in Italia? Lo studio sottolinea come nel 2020 potrebbero esistere in Italia circa 475.000 Community di consumatori localizzate territorialmente, in cui condomini, industrie, centri commerciali, ospedali, Pubbliche Amministrazioni e produttori cooperano attivamente per produrre e consumare energia in modo intelligente. Attraverso queste forme di “eCollaboration”, si ottimizza l’uso di energia prodotta da fonti rinnovabili, si agevola l’applicazione di misure di efficienza energetica, si ottengono vantaggi sui costi delle bollette, contribuendo a garantire la sostenibilità ambientale e la sicurezza degli approvvigionamenti. Le Energy Community, inoltre, aprono nuove possibilità di crescita. Se solo si sviluppasse il 5% del loro mercato potenziale In Italia, si genererebbe un volume d’affari totale pari a circa 29 Miliardi di Euro. Con benefici sistemici significativi per la creazione di nuovi e qualificati posti di lavoro e per l’intero sistema industriale del “Made in Italy”: dalla domotica all’illuminotecnica, passando per le infrastrutture ICT, la produzione di device, lo sviluppo di software dedicati e, per finire, alla filiera del fotovoltaico e della cogenerazione. Lo studio prevede anche che le Energy Community possano contribuire all’evoluzione tecnologica dei sistemi di stoccaggio distribuito con impatti sull’intera filiera energetica, fino agli usi finali e alla mobilità urbana. Ma cosa ne pensano i consumatori? L’indagine condotta dall’Istituto Piepoli, che ha raccolto l’opinione degli Italiani sulle Energy Community, rivela che il 37% degli intervistati dichiara che in futuro potrebbe essere interessato a partecipare ad un progetto di Energy Community citando come motivazioni principali i risparmi sulla bolletta ed il minore impatto ambientale. Come reagiscono i grandi produttori di Energia? Aldo Chiarini, Amministratore Delegato di GDF SUEZ Energia Italia, ha dichiarato “GDF SUEZ vuole essere il leader della transizione energetica già partita in Europa. Anche in Italia – ha aggiunto Chiarini – il Gruppo, terzo operatore nel settore gas e settimo produttore di energia elettrica, contribuisce alla crescita ed evoluzione del mercato per assicurare competitività, sicurezza degli approvvigionamenti e sostenibilità ambientale”. “Oltre a un impegno costante per la diffusione dell’innovazione e per lo sviluppo del mercato energetico, il Gruppo è anche impegnato sul fronte ambientale con un tasso di emissioni del 20% al di sotto della media mondiale e con l’obiettivo di ridurlo di un ulteriore 10% entro il 2020” ha ricordato Chiarini al termine del suo intervento. Per ulteriori approfondimenti: http://www.gdfsuez.it/energy-community/ Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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