5 dicembre, giornata mondiale del suolo. L’Italia ne perde al ritmo di 2,4 mq al secondo

Oggi è la giornata mondiale del suolo, il cui consumo comporta gravi perdite per la biodiversità e rischi per la nostra sicurezza. Gli ultimi dati diffusi da Ispra ci dicono che in Italia ne consumiamo 2,4 m2 al secondo, nel 2022 il record per il valore più alto di consumo di suolo con 77 kmq di superficie, quello perso dal 2012 ad oggi avrebbe permesso l’infiltrazione di più di 360 milioni di metri cubi di acqua piovana, evitando disastri. Il nostro Paese ricoperto per 21.500 km2 da cemento, un quarto è fatto di edifici. Il WWF chiede una legge che assicuri “un uso sostenibile ed efficiente del suolo in Italia e in Europa”.

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5 dicembre, giornata mondiale del suolo. L'Italia ne perde al ritmo di 19 ettari al giorno

In occasione della giornata mondiale del suolo del 5 dicembre, il WWF scatta una fotografia, a tinte fosche, della situazione che vive il nostro paese, che ogni anno ne consuma a un ritmo insostenibile.

Siamo un paese con forte calo demografico, eppure il consumo di suolo cresce: l’Italia perde suolo nella misura di 2,4 m2 al secondo. I danni che ne derivano pesano per circa 9 miliardi di euro all’anno in termini di perdita di servizi ecosistemici e di biodiversità, con impatti in diversi settori, tra cui la produzione agricola e di legname, lo stoccaggio di carbonio e la rimozione di altri inquinanti, il controllo dell’erosione e la regolazione del microclima, fino alla regolazione del ciclo idrologico.

Questo il quadro che emerge nell’ultimo rapporto Snpa 2023 dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) da cui emerge, tra l’altro, che nel 2022 si è registrato il valore più alto degli ultimi 10 anni, con altri 77km2 persi (il 10% in più del 2021) e che il cemento ricopre oltre 21.500 chilometri quadrati di territorio, il 7,14% del suolo italiano.  Le grandi infrastrutture rappresentano l’8,4% del consumo totale, mentre gli edifici realizzati nell’ultimo anno, su suolo precedentemente ad uso agricolo o naturale, toccano i 1.000 ettari, il 14% delle nuove superfici artificiali.

Quanto suolo abbiamo perso nel 2022

Nell’ultimo anno il consumo di suolo – spiega l’Ispra – “sfiora i 77 chilometri quadrati di nuove coperture artificiali in un solo anno”. Colpisce la velocità con cui continuano a essere realizzati edifici e infrastrutture, che provoca la perdita di “2,4 metri quadrati di suolo al secondo”.

Gli impatti del consumo di suolo sulla biodiversità

Inoltre il consumo di suolo provoca un danno economico per 9 miliardi di euro all’anno, rendendo gli spazi impermeabili, aumentando gli allagamenti e le ondate di calore, provoca la perdita di aree verdi, di biodiversità e di servizi ecosistemici.

Il Rapporto Ispra segnala che nei centri urbani le temperature estive continuano ad aumentare in parallelo all’aumento della densità delle coperture artificiali, tanto che la differenza di temperatura rispetto alle aree non urbane in estate a Firenze tocca i 6°C e a Milano addirittura gli 8°C.

Il bilancio degli ultimi 15 anni

Tra il 2006 e il 2021 il nostro Paese ha perso 1.153 kmq di suolo naturale o semi-naturale, con una media di 77 kmq all’anno, “a causa principalmente dell’espansione urbana e delle sue trasformazioni collaterali”.

Impatto dell'edificazione sul consumo di suolo

Un consumo quasi senza limiti e insensato, considerando le importanti funzioni che svolge. Il suolo perso in Italia dal 2012 ad oggi avrebbe permesso l’infiltrazione di più 360 milioni di metri cubi di acqua piovana, che ora rimane bloccata sulle superfici impermeabilizzate da asfalto e cemento, e si sarebbero potuti evitare gravi danni considerando anche che l’Italia è un paese per il 16% ad alto rischio idrogeologico, come quest’anno ci hanno ricordato le alluvioni che hanno colpito alcune Regioni. Il WWF a questo proposito segnala che “900 ettari di territorio nazionale sono stati resi impermeabili in un solo anno nelle aree a pericolosità idraulica media”. L’aumento di frane e inondazioni, dovute anche all’impermeabilizzazione del suolo, tra il 1972 e il 2021 ha provocato nella Penisola 1.610 morti, 1.875 feriti e più di 300 mila evacuati e senza tetto.

Ma non solo, anche a causa del consumo di suolo, una gran parte del nostro territorio ha grossi problemi di frammentazione degli ambienti naturali e di qualità dei suoli spesso compromessa da pratiche agricole intensive, qualità che va invece tutelata per salvaguardia della biodiversità e la sopravvivenza delle specie.

Per limitare la frammentazione secondo il WWF si dovrebbero pianificare in maniera coordinata sviluppo urbanistico e reti ecologiche, prevedendo inoltre interventi in aree degradate di recupero della naturalità.

L’Italia è il paese che in Europa vanta la maggiore diversità di suoli, su 30 riconosciuti a livello globale, ne abbiamo 25, il che significa una straordinaria biodiversità che “contribuisce attivamente a numerosi servizi ecosistemici, tra cui la formazione del suolo stesso e la sua capacità di fornire e trattenere acqua ed elementi nutritivi, la regolamentazione di parassiti e malattie delle piante, il sequestro o la movimentazione di contaminanti”. Tutto questo a patto però che il suolo sia sano.

Spazi rubati (logistica, fotovoltaico, palazzi vuoti)

Per colpa della costruzione di nuovi poli della logistica sono andati persi 506 ettari nel 2022. Mentre scenari futuri sull’installazione del fotovoltaico stimano “un importante aumento nei prossimi anni in oltre 50mila ettari”. E colpisce che molto del suolo “mangiato” sia servito per costruire edifici quando – come spiega il rapporto – nel nostro Paese ci sono immobili “non utilizzati e degradati” per 310 kmq, pari alla superficie di Milano e Napoli.

Necessaria una legge per la salvaguardia del suolo

Da 12 anni in Italia si parla di una legge sul consumo di suolo, per il WWF non si può più rimandare l’approvazione di una norma che garantisca un “uso sostenibile ed efficiente del suolo in Italia e in Europa”, considerando anche che la Commissione Europea nel 2021 ha approvato la nuova “Strategia europea per il suolo al 2030” con un obiettivo di consumo netto di suolo pari a 0 al 2050.

Una Legge, quella che auspica l’associazione ambientalista, che vieti l’edificazione di nuove costruzioni in aree libere e sostenga la riqualificazione di quelle occupate e soggette a degrado.

Anche Legambiente sottolinea l’urgenza che venga approvata a livello nazionale e anche europeo una legge contro il consumo di suolo. Negli ultimi cinque anni – dichiara Damiano Di Simine, coordinatore della presidenza del comitato scientifico nazionale di Legambiente – il numero dei residenti italiani è diminuito di quasi 1,5 milioni di unità, come a dire la popolazione delle Marche, ma nello stesso periodo di tempo in Italia il suolo urbanizzato è cresciuto di 32.000 ettari: è come se in Italia fosse stato costruito l’equivalente di 4 città di Milano fatte di scatole di cemento senza abitanti”.


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