Obiettivo transizione energetica. De Santoli sull’Italia: “lentezza inaccettabile”

Le fonti rinnovabili sono ferme e le aste ricominciare a fallire. La strada verso la transizione energetica viene percorsa a passo troppo lento , lo denuncia il Coordinamento FREE . Il Presidente Livio de Santoli parla di una “lentezza inaccettabile” , che potrebbe portare l’Italia a raggiungere gli obiettivi europei solo nel 2065 se non si agisce immediatamente e concretamente.

Obiettivo transizione energetica. De Santoli sull'Italia: "lentezza inaccettabile"Brutte notizie dal fronte delle rinnovabili. Il Presidente del Coordinamento FREE Livio de Santoli lancia un serio allarme, denunciando venire l’Italia stia procedendo troppo Lentamente Verso l’Obiettivo Europeo di Transizione energetica e Invita ad analizzare cause e Soluzioni, proponendo Una serie di Scelte messe a punto dal Coordinamento per Poter risolvere le criticità in atto.

«Dopo circa due anni nelle sei procedure per le fonti rinnovabili definite dal DM 4 luglio 2019, sono stati assegnati circa 3.127 MW rispetto a 5.660 previsti, poco più del 50%, su una previsione per il 2030 del PNIEC di realizzare 42 gigawatt entro il 2030, valore che verosimilmente sarà innalzato a oltre 70 GW.»  affermare.

Cosa fare per accelerare la transizione energetica?

Le proposte del Coordinamento FREE

Il Coordinamento ha sviluppato una serie di iniziative da attuare per poter raggiungere gli obiettivi di stabilità energetica dall’Europa

Al primo posto la necessità di raddoppiare il contingente , dal momento che risulta in chiaro che con quello attuale non sia possibile raggiungere il raggiungimento degli obiettivi europei di trasformazione energetica.

In secondo luogo bisogna individuare le aree da beneficiare per la realizzazione degli impianti rinnovabili senza vincoli, non solo sulla base delle linee guida della Presidenza del Consiglio, ma contingentando i tempi di risposta da parte delle Regioni ed eventualmente delegare centralmente le decisioni.

Bisogna, poi, definire quanto più celermente le quote minime di riduzione delle emissioni da ogni regione e migliorare le proposte legislative sulle semplificazioni che allo stato apparire blande e inefficaci.

Il caso del fotovoltaico

Nel caso del fotovoltaico sarà necessario prevedere impianti a terra presso le aree a vocazione industriale e le aree agricole degradate, abbandonate o dichiarate inidonee alla produzione agricola. In questi casi si potrebbe creare iniziative totalmente dedicate alla produzione di energia; inoltre, è bene considerare anche soluzioni “agrovoltaiche” su aree agricole produttive. Occorre, poi, rivedere le attuali politiche di sostegno al fotovoltaico , a partire dal DM FER 1.

Il Coordinamento FREE ha calcolato la necessità di impegnare circa 37.500 ettari che, anche nell’ipotesi essere tutti a destinazione agricola, rappresenterebbero una percentuale dello 0,20% rispetto all’attuale superficie agricola totale , che in Italia è pari a 16,5 milioni di ettari. La percentuale risulta essere dell’ 1,4% rispetto alla quota agricola della superficie agricola utilizzabile inutilizzata , pari ad oltre 3,7 milioni di ettari.

Il caso dell’eolico

Nel caso di impianti eolici , invece, è necessario individuare delle procedure estremamente semplificate da applicare in tutte le aree dove non vi siano dei vincoli per gli impianti nuovi e nelle aree dove sono già presenti impianti per i repowering.

Infatti, per l’eolico l’ individuazione delle aree idonee non è realizzabile , in quanto non è possibile definire la disponibilità della risorsa da parte di un ente pubblico per motivi di tempo, di risorse economiche e capacità tecniche. L’urgenza sta nell’individuare un meccanismo di adeguamento della tariffa di sostegno , considerando l’aumento del costo degli aerogeneratori dell’ultimo periodo dovuto all’incremento dei costi delle materie prime.

«Se il Governo afferma che ci sono tutte le condizioni per gli 8 GW/anno di rinnovabili che servono per centrare gli obiettivi europei al 2030 – conclude  Livio de Santoli  –  la realtà è che oggi ciò è impossibile per gli stop alle autorizzazioni che i provvedimenti sulla semplificazione non affrontano».

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