La posizione di Assolterm sul Conto Termico

Assolterm, Associazione Italiana Solare Termico, in una nota sottolinea aspetti positivi e negativi del decreto ministeriale sul conto termico, inviato alla Conferenza unificata Stato Regioni che ora deve esprimere il proprio parere vincolante proponendo eventuali emendamenti.
Il primo aspetto positivo riguarda il fatto che l’incentivo, che per il solare termico è rivolto sia ai privati che alle amministrazioni pubbliche, amplia, rispetto alle detrazioni fiscali, il numero e la tipologia di soggetti che potranno usufruirne.
“In generale, ma a maggior ragione in un momento così difficile per le nostre aziende, inoltre, è positivo il fatto che il periodo di diritto all’incentivo sia sufficientemente breve (2 anni per impianti sotto i 50 m2 e 5 anni per impianti da 50 a 700 m2 di superficie), permettendo così ai fruitori di acquisire l’incentivo in tempi rapidi”.
Assolterm d’altra parte, fa notare che la spesa complessiva annua di 900 milioni di euro (di cui 200 per le amministrazioni pubbliche e 700 per i soggetti privati), prevista per l’incentivazione di tutte le rinnovabili termiche e per le misure di efficienza energetica (in quest’ultimo caso solo per le amministrazioni pubbliche) non può certo essere considerata adeguata, soprattutto se si considera quanto sostenuto nella SEN con riferimento all’importanza di puntare sulle rinnovabili termiche come “elemento fondamentale della strategia italiana di raggiungimento degli obiettivi 20-20-20”, e se confrontata con i fondi destinati alle rinnovabili elettriche.
Un altro elemento di positività è l’aver puntato sulla semplificazione. Per impianti sotto i 50 m2, per esempio, non è necessaria l’asseverazione di un tecnico abilitato ma è sufficiente una dichiarazione sostitutiva (v. art. 7).
“A nostro avviso però, proprio nel tentativo di semplificare il più possibile il meccanismo, si è scelta una modalità di attribuzione dell’incentivo che di fatto non lega l’entità dell’incentivo (nemmeno a livello di stima) alla producibilità dell’impianto, in questo modo tradendo lo spirito del Decreto 28 che all’art. 28 indica che “l’incentivo ha lo scopo di assicurare un’equa remunerazione dei costi di investimento ed esercizio ed è commisurato alla produzione di energia termica da fonti rinnovabili”.
L’Associazione si augura che, anche se non ci sono i tempi tecnici per introdurre una tale modalità di incentivazione, già in questa fase, per assicurare un’equa remunerazione dei costi di investimento ed esercizio, si possa riconoscere agli impianti a circolazione forzata, che hanno un costo superiore a quello previsto dalle simulazioni fatte dai Ministeri, un incentivo superiore (in percentuale) a quello previsto nel decreto che, lo ricordiamo, è di 170 euro/m2 per 2 anni per i piccoli impianti e 55 euro/m2 per 5 anni per i grandi impianti. “Se non si operasse in questa direzione, con un incentivo troppo basso rispetto ai reali costi di investimento, si correrebbe il rischio di favorire prodotti di bassa qualità e sistemi poco efficienti, con conseguenze negative sull’efficacia stessa del “conto termico”.
“In un momento di crisi economica che sta coinvolgendo pesantemente anche il nostro settore e in particolare le piccole imprese, pur consapevoli, come già sottolineato, dell’assoluta necessità di puntare sulla qualità e il buon funzionamento degli impianti, per quanto riguarda i criteri di ammissibilità all’incentivo per il solare termico, sarebbe opportuno andare incontro alle piccole imprese premettendo loro di scegliere, solo per il primo anno di funzionamento dell’incentivo, tra il Solar Keymark e il marchio Solar Pass1”.

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