Le fonti rinnovabili coprono il 20,5 per cento dei consumi di energia elettrica

‘Noi-Italia 2011' è un Rapporto realizzato dall'Istat che offre un quadro d'insieme dei diversi aspetti economici, sociali, demografici e ambientali del nostro Paese. Gli indicatori sono raccolti in 112 schede e distribuiti su 18 settori di interesse tra cui energia e ambiente con un'analisi dei consumi di energia elettrrica da fonti rinnovabili.
Dal Rapporto emerge che nell'ambito della strategia europea per la promozione di una crescita economica sostenibile, lo sviluppo delle fonti rinnovabili rappresenta un obiettivo prioritario per tutti gli Stati membri. La Commissione europea prevede per l'Italia il raggiungimento, nel 2010, di una quota pari al 22,55 per cento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili rispetto al consumo interno lordo di elettricità. Nel 2009 in Italia la quota del consumo interno lordo di energia elettrica coperta da fonti rinnovabili è pari al 20,5 per cento con un incremento di 3,9 punti percentuali  rispetto all'anno precedente.
 
Le fonti rinnovabili coprono il 20,5 per cento dei consumi di energia elettrica 1
 

Il confronto con i dati europei, aggiornati al 2008, mostra per l'Italia un valore (16,6 per cento) sostanzialmente in linea con la media Ue27, pari a 16,7 per cento. Rispetto ai paesi di più grande dimensione l'Italia si colloca leggermente al di sotto della Spagna e al di sopra di Germania, Francia e Regno Unito. In Europa i paesi che presentano valori molto alti, superiori al 50 per cento di consumi di energia elettrica generata da fonti rinnovabili, sono Austria e Svezia; segue la Lettonia con il 41,2 per cento. Tra i paesi che sfruttano meno questo tipo di energia figurano invece Cipro, Estonia, Lussemburgo e Polonia, con quote inferiori al 4,5 per cento.
 
L'Italia e le sue regioni 
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L'analisi della dinamica di sviluppo nelle singole regioni della produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile fa registrare una produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in quantità superiore alla richiesta interna per la Valle d'Aosta e il Trentino-Alto Adige. Le altre regioni del Nord, nel 2009, presentano valori sempre al di sotto del 18,0 per cento, eccetto il Piemonte (28,7 per cento) e il Friuli-Venezia Giulia (23,4 per cento). Nel Centro i valori più consistenti si registrano in Toscana e Umbria (rispettivamente 30,1 e 26,3 per cento), il più basso nel Lazio (5,9 per cento). Nel Mezzogiorno si segnalano, tra le regioni che presentano i valori più elevati dell'indicatore, la Calabria con il 44,7 per cento, il Molise con il 42,0 per cento e l'Abruzzo con il 36,0 per cento; in queste regioni si è avuto un significativo sviluppo soprattutto della fonte idrica e di quella eolica tra il 2008 e il 2009. A livello nazionale le regioni con i valori più bassi dell'indicatore sono, oltre al Lazio, la Liguria (5,4 per cento), la Sicilia (7,3 per cento) e l'Emilia-Romagna (9,1); seguono Marche, Campania e Sardegna con valori inferiori all'11,5 per cento. La distribuzione sul territorio nazionale delle fonti rinnovabili nella generazione elettrica mette in luce la prevalenza dell'apporto idrico nelle regioni montuose e della fonte eolica nel Mezzogiorno. Si segnala, invece, una sostanziale uniformità in tutta Italia nello sviluppo della produzione elettrica con biomasse. La Toscana è l'unica regione che produce energia geotermica.

 
Per ulteriori informazioni
https://noi-italia.istat.it

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