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A cura di: Tommaso Tetro credit Ajay kumar Singh da Pixabay Indice degli argomenti: Sviluppo economico, inquinamento, diffusione e mortalità da coronavirus Focus sull’Italia La correlazione tra Covid-19 e inquinamento dell’aria c’è, e a dircelo è un algoritmo creato alla Sorbonne di Parigi. Grazie infatti a D2C, è il nome scelto per l’algoritmo in grado di studiare e analizzare il rapporto tra emissioni di polveri sottili nelle città che hanno un’elevata soglia di inquinamento e l’incidenza e la mortalità per il coronavirus. Lo studio – ‘spaccato’ in due con i risultati pubblicati su importanti riviste di settore quali ‘Applied energy’ e ‘Environmental science and pollution research’ – messo a punto da un’equipe italo francese; per l’Italia Cosimo Magazzino dell’università di Roma Tre, Marco Mele dell’università di Teramo, e Nicolas Schneider dell’université Paris 1 Panthéon-La Sorbonne. E già annunciano una ricerca specifica dedicata all’Italia. Sviluppo economico, inquinamento, diffusione e mortalità da coronavirus Il D2C è stato applicato a una lista di città simboliche, e che tenessero conto del rapporto tra sviluppo economico e livelli di inquinamento atmosferico; tra queste in Europa ci sono Parigi, Lione, Marsiglia, Milano, mentre in Asia Nuova Delhi e Mumbai. Tutte metropoli che hanno un elevato sviluppo economico oltre che demografico. E tutte hanno poi la presenza di importanti fonti di inquinamento legate alla produzione industriale, al riscaldamento domestico e ai trasporti pubblici e privati. L’altro elemento preso in considerazione è l’ampia diffusione del coronavirus e l’elevata mortalità in queste aree. Incrociati i dati, è emerso che i livelli di Pm10 e di Pm2.5 più sono alti e più si innesca un meccanismo progressivo di forza del coronavirus e aumento della mortalità. Focus sull’Italia Uno studio che interessa molto l’Italia, tanto che gli studiosi hanno annunciato il proseguimento della ricerca con un focus dedicato al nostro Paese. Nella primavera scorsa infatti, e anche in questo autunno, abbiamo avuto picchi altissimi di malati e morti concentrati nelle regioni del Nord Italia; proprio nelle aree con più alta industrializzazione, antropizzazione ed elevati tassi di inquinamento atmosferico. Come viene spiegato da Mele l’Italia sarà divisa “in zone in base ai livelli di inquinamento da Pm10, Pm2.5 e N2O; successivamente utilizzeremo un algoritmo D2C in grado di stimare con precisione il nesso di causalità predittiva tra queste variabili e la diffusione del coronavirus. Il Covid-19 colpisce prevalentemente le vie respiratorie. Le polveri sottili Pm10 e Pm2.5 potrebbero aver creato, attraverso l’effetto sui polmoni, un terreno fertile sul quale il virus ha amplificato un processo di infiammazione, probabilmente già preesistente. In più le polveri sottili possono assurgere, viste le piccole dimensioni specie quelle del Pm10 al ruolo di carrier del virus proprio come avviene nella diffusione aerosol tra le persone”. I risultati potrebbero essere importanti – viene spiegato – per esempio per la gestione territoriale delle risorse economiche e sanitarie messe in campo per affrontare l’emergenza ma anche per ridisegnare il modello nazionale di medicina di base e preventiva. Un tema che diventa profondamente legato alla programmazione politica e economica. Anche perché l’Italia è sotto scacco della commissione Europea proprio per lo smog, per aver superato i valori soglia di concentrazione delle polveri sottili. Ed è anche per questo che diventa sempre più fondamentale il rispetto dei target nella riduzione delle emissioni inquinanti; ora che – come sembra – sono evidenti anche le prove di una correlazione con la diffusione del coronavirus. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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