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Sabato 9 maggio, nell'ambito di Solarexpo & Greenbuilding si è svolto il convegno dedicato al mercato italiano dei piccoli impianti eolici, da 1 a 200 kW, "Mini e micro eolico". Durante l'incontro, che ha registrato oltre 250 partecipanti, sono stati approfonditi diversi aspetti tra cui le tecnologie e i prodotti presenti sul mercato, le prestazioni delle macchine, la nuova normativa e gli incentivi per un settore che ancora nel nostro paese non ha avuto uno sviluppo importante, ma che potrà fin dai prossimi anni crescere a tassi notevoli, anche se c'è molto da fare in termini di prove sperimentali sul campo, di test dei componenti e di ricerca e innovazione."Allo stato attuale – ha detto Luciano Pirazzi dell'Enea, moderatore del convegno – manca ancora un controllo e una garanzia certificata di qualità delle macchine sul mercato, la loro adeguatezza ai siti a bassa ventosità, tipici di molte aree dell'Italia, un funzionamento ottimale e con ridotti costi di manutenzione". Alla luce della nuova normativa entrata in vigore di recente (Finanziaria 2008 e decreti attuativi del 2 gennaio 2009) che prevede che le macchine fino a 200 kW di potenza possano accedere anche a una tariffa omnicomprensiva di 0,30 € per ogni kWh prodotto e per 15 anni, Pirazzi ritiene "che adesso tocca alle aziende produttrici dimostrare che questo mercato ha tutte le credenziali per attecchire dimostrando livelli prestazionali e standard sempre più efficienti".Lorenzo Battisti dell'Università di Trento (Dip.to Ingegneria meccanica e strutturale) ha raccontato l'esperienza di prove in un campo eolico sperimentale sull'efficienza elettrica. "Dalle prove sperimentali si capisce che è necessario un miglioramento tecnologico delle macchine soprattutto per ciò che concerne la loro affidabilità". "I costruttori non sono organizzati per elaborare utilmente le informazioni di ritorno dei siti dove le loro turbine sono installate", ha aggiunto.Oltre a far notare che i componenti sono poco standardizzati e la diagnostica è ancora scarsa, il professore dell'Università di Trento ha sottolineato come spesso "non esista molta corrispondenza tra curve di potenze fornite dai costruttori (solo teoriche) e le curve sperimentali ottenute in situ".Inoltre, i costi di manutenzione dichiarati dalle aziende sono spesso sottostimati rispetto alla realtà, ma soprattutto le prestazioni in termini di energia elettrica prodotta non sono sempre attendibili e, come ha spiegato Francesco Lioniello del Dip.to di Ingegneria dell'Università di Napoli "dati sulla ventosità anche leggermente differenti (ad esempio, 5 o 6 metri al secondo) portano a risultati economici molto variabili, anche di quasi 2 volte".Battisti è stato esplicito in questo senso: "servono rigidi criteri di certificazione su prestazioni energetiche e strutturali per tutelare consumatori e produttori di energia, tanto che basare criteri di scelta solo su parametri quali il costo per unità di potenza può essere molto fuorviante".Il mondo accademico si sta muovendo con uno sguardo al mercato, Lioniello ha riportato l'esempio di uno spin-off del dipartimento di Ingegneria Aerospaziale & Eolpower per alcune macchine eoliche ad asse orizzontale e ad asse verticale, utilizzabili in aree urbane e su edifici, che dimostra come le sinergie tra ricerca e industria siano il fondamento per lo sviluppo di mercato di ogni settore tecnologico che ha potenzialità estremamente interessanti anche per gli obiettivi di produzione di energia da fonti rinnovabili che il nostro paese dovrà raggiungere al 2020. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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