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L’efficienza energetica spinge il mercato immobiliare grazie anche al Superbonus 110% e agli altri incentivi, ma si dovrebbe fare di più per rispettare gli obiettivi UE sull’efficientamento degli edifici fissati al 2030 e al 2050. Nelle compravendite riferite al 2021 è infatti ancora preponderante la percentuale degli immobili in classe G, la peggiore, senza che ci sia una reale accelerazione sul fronte degli interventi di efficientamento. Questa la fotografia scattata dalla 9a edizione del report in chiave ‘energetica’ sul mercato immobiliare messo a punto dall’Enea, dall’Istituto per la competitività (I-Com) e dalla Federazione italiana agenti immobiliari professionali (Fiaip). Lo studio – che si è focalizzato sulla classe energetica degli edifici e delle abitazioni, ha tenuto conto della percezione dei diversi soggetti del mercato immobiliare rispetto all’efficienza energetica, ha analizzato le risposte di circa 600 agenti immobiliari in tutto il Paese, e valutato l’andamento del mercato immobiliare nel 2021 – evidenzia un maggior interesse nelle scelte di acquisto verso case efficienti e meno energivore. Nel 2020, dopo due anni di crescita, principalmente a causa della pandemia, erano calate sia le compravendite che le ristrutturazioni di immobili già compravenduti. Lo scorso anno invece c’è stato un aumento delle compravendite del 34% e un incremento del numero di immobili ristrutturati compravenduti nelle classi ad alta efficienza, grazie alla crescita degli interventi di riqualificazione energetica, supportata dalle detrazioni e in particolare dal Superbonus, misura confermata fino a dicembre 2023 per i condomini, ma oggetto di continui attacchi, anche da parte del Presidente Draghi. Nel complesso il 30% interessa acquisti di nuove costruzioni in classe A1, che tradotto trova significa nella necessità di dover rispettare elevati standard imposti dalla legge. Lo studio segnala anche che la qualità energetica delle abitazioni sia rimasta pressoché stabile, con valori molto lontani dagli obiettivi fissati al 2030 dall’Europa. Sul fronte della riqualificazione degli edifici c’è ancora molto da fare considerando che gli immobili del settore residenziale sono responsabili di circa il 45% dei consumi finali di energia e del 17,5% delle emissioni dirette di CO2. Emerge che gli immobili nelle classi energetiche D-G sono ancora i più cercati, con una demarcazione netta tra le varie zone: se in periferia l’80% delle transizioni interessa edifici nelle classi E, F e G, aumentano viceversa nelle aree centrali le vendite degli immobili di pregio che ricadono nelle prime classi energetiche (A e B), con una % che ormai tocca il 36%. Il rapporto però racconta di come, nonostante i miglioramenti di questi anni, la cultura della riqualificazione energetica non sia ancora diventata una vera pratica sociale; anche se oggi le famiglie sono disposte a spendere di più. Ci sono certamente delle barriere di tipo finanziario che interessano sia la disponibilità di spesa, scarsa propensione a pagare un costo superiore che il rapporto tra costi e benefici. Ma certamente il potenziale di efficientamento di edifici energeticamente inefficienti, che rientrano nelle classi energetiche E, F e G, è molto alto. Dall’analisi della distribuzione percentuale delle classi energetiche degli edifici venduti e comprati, in funzione dello stato di conservazione dell’immobile, viene fuori un racconto con dati molto discontinui. La percentuale di immobili di elevata qualità energetica (A e B) rappresenta il 77% degli immobili di nuova costruzione venduti nel 2021, in linea con i dati dello scorso anno; recupera rispetto allo scorso anno, toccando il 32%, la percentuale di edifici di alta qualità energetica sottoposti a ristrutturazione e immessi sul mercato. Certamente aumentano consapevolezza e interesse degli italiani ai temi dell’efficienza energetica e della qualità dell’abitare e la capacità di valorizzare la qualità energetica degli immobili residenziali degli operatori del settore. Gli aspetti che chi compra casa valuta maggiormente interessano la presenza di impianti di climatizzazione efficienti e impianti rinnovabili, l’isolamento termico delle strutture e degli infissi. Gli intervistati sono concordi nel rilevare l’insufficiente consapevolezza da parte del settore finanziario nel riflettere in valore dell’efficienza energetica degli immobili, con un atteggiamento “precauzionale che spinge ad escludere i risparmi energetici tra gli elementi di garanzia del prestito”. Nel commentare il Rapporto Franco D’Amore Vicepresidente I-Com, ha sottolineato che il mercato immobiliare nonostante la difficile situazione ha tenuto e il Superbonus ha giocato un ruolo importante in tema di efficienza energetica. Però se guardiamo agli obiettivi per l’efficienza energetica al 2030 e alla prospettiva della decarbonizzazione del parco immobiliare al 2050, il dato è largamente insoddisfacente. “Nonostante i dati incoraggianti, la quota di immobili ristrutturati e compravenduti che ricadono nelle prime classi energetiche rimane inchiodata a una percentuale che supera di poco il 30%, una percentuale troppo bassa. Nella prossima edizione dello studio, sarà interessante valutare l’impatto sul tema dell’efficienza energetica degli edifici dei fortissimi aumenti dei costi dell’energia che si sono registrati nel corso del 2022”. Ilaria Bertini, Direttrice del Dipartimento Unità per l’Efficienza Energetica ENEA sottolinea il dato positivo della maggior consapevolezza degli acquirenti al tema della riqualificazione efficiente, grazie anche agli incentivi messi in campo dal Governo. Ma a questo punto è necessario un maggiore impegno, “per il raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico al 2030 e per la completa decarbonizzazione del settore edilizio nel 2050, così come previsto dalla Strategia Nazione di Riqualificazione Energetica del Parco Immobiliare Nazionale, risulterà fondamentale la messa in campo di ulteriori misure strutturali, accompagnate anche da una maggiore capacità del sistema creditizio di offrire strumenti finanziari per la riqualificazione energetica degli immobili”. Anche Gian Battista Baccarini, Presidente Nazionale Fiaip concorda sul fatto che per rispettare gli obiettivi al 2030 e al 2050 fissati dall’Europa “è necessario consolidare politiche governative attive orientate a rendere strutturali tutti i bonus fiscali, estendere il Superbonus 110% all’intero patrimonio immobiliare, e agevolarne l’accesso eliminando i limiti attuali per la cessione del credito ponendo fine, in tal modo, alla confusione generata dai continui interventi normativi”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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