Ambiente: livelli record di CO2, necessario un cambio di rotta

Spingere investimenti nella white economy e rispettare il target al 2020

E’ stato presentato in questi giorni il Rapporto annuale con i dati ONU “Greenhouse Gas Bulletin” della World Meteorological Organization (Wmo), da cui emerge che nel 2013 si è registrato un nuovo record di gas a effetto serra nell’atmosfera (la concentrazione di CO2 in atmosfera ha  raggiunto il livello di 396 ppm), mentre diminuisce rapidamente la capacità della terra e degli oceani di assorbirli.
Sul banco degli imputati, secondo l’agenzia delle Nazioni Unite, sono soprattutto la combustione di carbone e petrolio, e la produzione intensiva ed energivora di cemento, colpevoli di aver spinto l’acceleratore sulle emissioni di Co2.
Domenica 21 settembre, in occasione del vertice dei capi di Stato di New York organizzato per discutere della questione, ci sarà la giornata mondiale di mobilitazione contro i cambiamenti climatici, People’s Climate March. Tra le centinaia di piazze coinvolte di tutto il mondo, Legambiente, KyotoClub, Italian Climate Network e Power Shift Italia, danno appuntamento a tutti coloro che vorranno partecipare alle 17 in via dei Fori Imperiali, per unire simbolicamente il Colosseo a New York e dare voce alla società civile che chiede interventi urgenti e concreti contro i cambiamenti climatici.
Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera,  commentando l’allarme clima lanciato dall’Onu sottolinea:  “L’allarme sull’andamento dei mutamenti climatici lanciato dall’Onu, ci ricorda la necessità per l’Italia e per l’Europa di accelerare sulle politiche di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici in atto. Oltre ad essere una priorità, contrastare i cambiamenti climatici è un’occasione per creare lavoro e nuova economia. Non a caso proprio le aziende che hanno investito sulla green economy sono quelle che esportano di più e assumono di più. Dall’edilizia di qualità e dalla manutenzione del territorio, inoltre, può venire un’ulteriore spinta sui fronti dell’economia, dell’occupazione e dell’ambiente. Basti pensare che l’ecobonus è stata la misura più efficace messa in campo lo scorso anno per rilanciare l’economia. Secondo i dati di Cresme e Servizio studi della Camera il credito di imposta per le ristrutturazioni e il risparmio energetico in edilizia ha prodotto nel 2013 circa 28 miliardi di investimenti, qualificando il sistema imprenditoriale del settore, riducendo i consumi energetici, l’inquinamento e le bollette delle famiglie e garantendo quasi 340.000 posti di lavoro considerando anche l’indotto”.

“I cambiamenti climatici – dichiara il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – hanno ripercussioni sull’intero pianeta e ci riguardano tutti da molto vicino. I dati riportati dall’Organizzazione meteorologica mondiale sono preoccupanti. Serve un cambio di passo da parte dei governi, una forte accelerazione, nell’adottare e imporre misure di riduzione delle emissioni e seri ed efficaci interventi di adattamento. Da parte di tutti è necessaria una forte assunzione di responsabilità eppure il nostro governo continua a sostenere politiche energetiche autolesioniste e non riesce a distaccarsi dalle vecchie idee di politica industriale e di governo del territorio, non riuscendo proprio a capire che oggi è un’esigenza popolare e un’opportunità economica muoversi verso un’economia a basse emissioni di CO2”.

A livello europeo, secondo Avvenia, azienda specializzata nel settore della White Economy e dell’efficienza energetica, sarebbe importante rispettare il target al 2020 e per Giovanni Campaniello, fondatore e amministratore unico di Avvenia “molto ancora si può fare per spingere l’Europa e con essa l’Italia verso l’innovazione e la sostenibilità̀ ambientale, dando un giusto segnale al mercato e incoraggiando ulteriori investimenti”.

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