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Una delegazione Ance guidata dal Vicepresidente Ance per la Tecnologia, l’innovazione e l’ambiente, Geom. Gianluigi Coghi, è stata ospitata nei giorni scorsi presso la Commissione Industria del Senato, per un’adizione in merito all’aggiornamento delle linee guida in materia di certificati bianchi.Nella prima parte dell’audizione la delegazione associativa ha presentato un’analisi del comparto delle costruzioni in Italia, evidenziando che, a causa della vetustà del patrimonio edilizio esistente, composto prevalentemente da abitazioni con più di 40 anni, il nostro Paese risulta il principale responsabile in Europa delle emissioni di anidride carbonica legate ai consumi nel comparto abitativo. Inoltre gli stessi consumi legati all’edilizia rappresentano in Italia circa il 36% di quelli totali. Il fabbisogno medio degli edifici residenziali esistenti è circa quattro volte superiore alla media degli edifici costruiti secondo le attuali normative sull’efficienza energetica.Il settore delle costruzioni svolge naturalmente un ruolo chiave per quanto concerne il risparmio di energia del nostro Paese e il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità fissati a livello europeo come il Pacchetto Clima-Energia 20-20-20. In quest’ottica, ha sottolineato il Vicepresidente Ance “l’Italia ha recepito gli indirizzi europei in tema di efficienza energetica, ed è in linea con gli obiettivi fissati a livello nazionale. In particolare, negli ultimi anni si è prodotto un significativo aumento del giro d’affari collegato agli interventi di recupero edilizio e alla riqualificazione energetica degli edifici, grazie anche agli effetti di stimolo degli incentivi legati alla riqualificazione ed all’efficientamento energetico”. Incentivi che da quanto sappiamo il Governo intende confermare anche per il 2016. In audizione la delegazione ha poi parlato dello strumento di sostegno all’efficienza energetica dei Titoli di Efficienza Energetica (TEE), o Certificati Bianchi, ovvero titoli negoziabili che certificano il conseguimento di risparmi energetici negli usi finali mediante interventi e progetti di incremento dell’efficienza energetica. Strumento secondo l’Ance da potenziare, favorendone la diffusione all’interno del settore civile.“Al riguardo, il Vicepresidente ha rilevato come i TEE rappresentano una misura di grande impatto sul settore delle costruzioni. Infatti, nonostante abbiano avuto minor diffusione nel settore civile rispetto a quello industriale, se si guarda ai risparmi energetici conseguiti grazie allo strumento, nel settore residenziale l’energia risparmiata grazie ai TEE è sostanzialmente pari a quella relativa alla detrazione fiscale. Assai rilevante è altresì un altro dato riportato nel Rapporto Enea 2015: il costo/efficacia è di oltre sette volte inferiore alla media riscontrata per il meccanismo delle detrazioni fiscali”. Il Vicepresidente ha, quindi, ricordato le due ipotesi di revisione delle modalità di riconoscimento dei certificati bianchi allo studio del Ministero, di cui la prima, maggiormente premiante, prevede che il periodo di riconoscimento dei titoli sia pari al periodo di effettivo utilizzo dell’impianto oggetto di intervento; la seconda prevede invece il riconoscimento dei certificati per i risparmi effettivamente realizzati, per un periodo pari a 5 anni per tutte le tipologie di intervento. “Nell’attuale sistema la maggior parte dei periodi di spettanza dell’incentivo è pari a soli 5 anni, quindi le proposte del Ministero arriverebbero fino a triplicare tali periodi, e ciò ovviamente si tradurrebbe in un maggior risparmio energetico associato. Ad avviso dell’ANCE occorre comunque prevedere un ulteriore allungamento del periodo: l’isolamento termico dell’involucro edilizio ha infatti una vita utile reale di almeno trent’anni, pertanto sarebbe coerente che i certificati bianchi venissero rilasciati per tale intero periodo. Positiva è inoltre la proposta di anticipo di una quota dei certificati bianchi, per cui sarebbe possibile recuperare più velocemente il costo dell’investimento”. Riguardo al settore civile, il Ministero propone di escludere dai certificati bianchi gli interventi di piccola taglia già compresi nel Conto Termico, nelle detrazioni fiscali o negli incentivi relativi alla produzione di energia rinnovabile. Il Ministero ipotizza inoltre di specializzare il meccanismo alla sola promozione degli interventi di incremento dell’efficienza energetica. “A tal proposito, l’ipotesi di escludere dal campo di applicazione dei certificati bianchi gli interventi nel settore civile già incentivabili sulla base delle detrazioni fiscali o del Conto Termico non è assolutamente condivisibile. Come già evidenziato, i dati Enea hanno confermato che i certificati bianchi hanno un considerevole impatto sul settore residenziale. Eliminare gli interventi “edilizi” dal meccanismo dei TEE appare quindi immotivato. Occorre, inoltre, considerare che la detrazione fiscale del 65% non è permanente, ma soggetta a decadenza alla fine dell’anno in corso – a meno che non sia prorogata ovvero, come sempre auspicato dall’Ance, resa strutturale”. Secondo l’ANCE, al fine di potenziare la diffusione dei certificati bianchi nel settore civile, sarebbe invece opportuno introdurre un nuovo sistema di riconoscimento basato sull’Attestato di Prestazione Energetica e sulla Relazione Tecnica di Progetto previsti dal decreto legislativo n. 192/2005. Nello specifico sarebbe auspicabile riconoscere i TEE per quegli edifici di nuova costruzione che offrono una prestazione energetica migliore di quella minima richiesta dalla normativa in vigore, nonché per gli interventi di riqualificazione energetica cosiddetti “importanti” ai sensi del decreto legislativo n. 192/2005, parametrando i certificati bianchi al risparmio energetico conseguito.“Per quanto riguarda le fonti rinnovabili, è opportuno, altresì, non escludere il teleriscaldamento a biomassa non cogenerativo, che ad oggi, oltre ai certificati bianchi, non gode di alcuna altra forma di agevolazione. Attualmente, infatti, i certificati bianchi sono l’unico incentivo che ne ha sostenuto la diffusione, pertanto un’eventuale esclusione priverebbe il settore civile di uno degli strumenti per il conseguimento dei suoi obiettivi di sostenibilità energetica”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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