Bene la stabilizzazione dell’ecobonus ma non basta

E’ necessario andare oltre la giusta proposta di stabilizzazione delle detrazioni del 65% e pensare alla riqualificazione profonda degli edifici

Bene la stabilizzazione dell’ecobonus ma non basta 1

Renovate Italy, la prima organizzazione italiana per le politiche di riqualificazione ed efficientamento energetico degli edifici pubblici e privati, partendo dalla proposta di stabilizzare l’ecobonus del 65% per il triennio 2017/2019, approvata dal Senato lo scorso 12 aprile 2016, ha realizzato un approfondimento con suggerimenti sulle prossime azioni da mettere in atto per garantire la riqualificazione profonda degli edifici.

I Gruppi parlamentari hanno assicurato di voler rapidamente approfondire i temi legati alla riqualificazione considerando che gli incentivi hanno assicurato un reale stimolo in questi anni alla ripresa economica del paese, una spinta agli investimenti garantendo risparmio energetico e nuova occupazione.
Ricordiamo che i dati del Cresme dello scorso ottobre evidenziano che l’ecobonus nel solo 2014 ha prodotto 28,5 miliardi di investimenti e 425mila posti di lavoro fra diretti e indotto; mentre l’Agenzia delle Entrate segnala che per interventi di ristrutturazione ed efficientamento energetico del 2015 sono giunti 7,4 milioni di comunicazioni di avvenuto bonifico, per una spesa complessiva di 27,2 miliardi di euro.

Renovate segnala che è necessario guardare oltre la proposta di stabilizzazione riguarda solo l’ecobonus del 65%, mentre le detrazioni del 50% per gli interventi di ristrutturazione edilizia dal 1° gennaio 2017 dovrebbero tornare al 36%. Se da una parte ciò assicura che ci sia sempre più attenzione per l’ambiente e l’inquinamento, dall’altra nel documento si segnala che gli investimenti in efficienza energetica attivati dall’ecobonus riguardano una piccola parte di tutti gli interventi interessati dai due strumenti di agevolazione (15% nel 2012, 13% nel 2013).

Molti degli interventi agevolati negli ultimi anni, si parla di percentuali che vanno dal 97.2 del 2012 al 98,4 del 2013, riguardano la sostituzione di serramenti e caldaie e l’installazione di impianti solari per la produzione di acqua calda, interventi che non richiedono tempi di decisione lunghi e per i quali Renovate ipotizza che si sia raggiunto un livello fisiologico che non sarà incrementato dalla stabilizzazione dell’incentivo.

Una percentuale assai ridotta degli investimenti (1,6% nel 2013) ha riguardato invece gli interventi di riqualificazione profonda del patrimonio edificato che, soprattutto in ambito condominiale, richiedono lunghi tempi per essere deliberati, investimenti elevati, tempi di ritorno non brevi e il supporto di adeguati strumenti di finanziamento.

Si tratta di interventi che assicurano di ottenere i massimi livelli di riduzione dei consumi, risparmio ed efficienza energetica. Ma non solo, la riqualificazione del patrimonio esistente garantisce infatti vantaggi in termini di aumento di occupazione, diminuzione di costi riscaldamento e climatizzazione degli edifici, minore dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento energetico, diminuzione delle emissioni CO2, che come abbiamo visto anche sulle nostre pagine è argomento particolarmente attuale dopo l’accordo di Parigi e di conseguenza costi più bassi per la sanità, per i sussidi di disoccupazione, per la gestione degli edifici pubblici.

Eppure Renovate sottolinea che i risultati ottenuti con gli attuali strumenti di incentivazione sono del tutto deludenti. Intanto se a causa di incapienza fiscale non si riesce ad accedere alle detrazioni e quindi alla realizzazione degli interventi, lo strumento è di per sé inutile. E non basta la cessione dell’ecobonus, prevista Legge di Stabilità 2016, alle imprese che realizzano i lavori perché – continua il documento di Renovate – il rischio è che semplicemente si trasferisca un problema da chi commissiona gli interventi a chi li realizza, creando problemi di liquidità alle imprese, incrementando il costo degli interventi e rendendo più complesse le decisioni condominiali. Il rischio infatti è che le imprese non siano in grado di anticipare il capitale necessario per realizzare gli interventi, salvo indebitarsi.

Nel caso dei condomini inoltre andrebbe risolto il conflitto d’interesse tra i proprietari che devono investire e gli inquilini che beneficiano dell’efficienza energetica.

Renovate suggerisce le attività da sviluppare perché la stabilizzazione dell’ecobonus diventi uno strumento più efficiente. Prima di tutto è necessario mantenere un’adeguata intensità di contribuzione, così che il proprietario abbia a suo carico solo il costo che potrà essere recuperato attraverso i minori consumi futuri.
Inoltre per gli interventi globali e sull’involucro opaco bisogna che la detrazione fiscale sia trasformata in un vero contributo a fondo perduto, certo e bancabile, così da ridurre drasticamente la quota di investimento che deve essere anticipata dai proprietari o presa a prestito.

Per stimolare gli interventi è necessario prevedere l’erogazione di contributi in conto interessi sulla parte di costo non coperta dall’incentivo.

E’ utile che vengano creati fondi di garanzia a tutela dei finanziatori e a copertura dei rischi di insolvenza connessi almeno agli interventi sulle parti comuni dei condomini, così da superare la barriera dello scetticismo ad attuare gli interventi.

In questo modo si potrebbero stimolare nuovi investimenti e assicurare che il processo virtuoso di trasformazione del patrimonio immobiliare possa davvero decollare. Ciò assicurerebbe reali benefici per il Sistema Paese e per l’intera economia.

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Tema Tecnico

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