Come stimolare la domanda di riqualificazione energetica in Italia

A RIDay 2015 il punto su quanto si possa fare partendo dalla riqualificazione energetica degli edifici esistenti per raggiungere gli obiettivi europei

Si è svolto a Milano RIDAY, appuntamento annuale organizzato da Renovate Italy, con l’obiettivo di stimolare in Italia la riqualificazione energetica partendo dagli edifici esistenti, che attualmente consumano il 40% di energia.
Al convegno ‘RIDAY 2015 – Rinnovare l’Italia 2015 – Favorire la domanda di riqualificazione energetica: esperienze internazionali a confronto’ hanno partecipato fra gli altri Claudia Maria Terzi Assessore Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile – Regione Lombardia, Maria Berrini, Amministratore Unico AMAT Comune di Milano e Lorenzo Pagliano Director of eERG – end-use Efficiency Research Group – Politecnico di Milano. Nel corso della giornata sono state proposte anche 2 esperienze internazionali di riqualificazioni efficienti in Francia e Spagna.

Quella della riqualificazione energetica efficiente del patrimonio edificato è una vera opportunità per il nostro paese, anche alla luce dei cambiamenti introdotti nella recente normativa sull’edilizia, che ha reso la riqualificazione un obbligo di legge. “Basti pensare ha spiegato Cecilia Hugony di Renovate Italy – che se si applicasse l’indicazione comunitaria di riqualificare il 3% annuo del nostro patrimonio edificato, nel nostro paese ogni anno si risparmierebbe energia per 6 miliardi di Euro, si creerebbero 120.000 posti di lavoro, si eviterebbero 16 milioni di tonnellate di emissioni di CO2, senza considerare che ogni Euro investito nella riqualificazione energetica degli edifici genera 5 Euro di benefici per le finanze pubbliche”.

L’Assessore Claudia Maria Terzi nel suo intervento ha sottolineato gli sforzi fatti in questi anni da Regione Lombardia che ha investito molto sulla lotta ai cambiamenti climatici, sul consumo indiscriminato del suolo e sull’efficientamento energetico degli edifici pubblici. “Misure, ha sottolineato l’assessore, portate avanti con provvedimenti ‘ad hoc’, mirati a contenere al massimo il costo anche ambientale e a cercare di dare una mano alle Pubbliche amministrazioni”.
La Regione Lombardia è particolarmente virtuosa sul tema dell’efficientamento energetico, ha infatti approvato lo scorso giugno il Pear – programma energetico Ambientale regionale, in cui sono state programmate una serie di azioni che mirano al raggiungimento degli obiettivi 2020, al forte contenimento di energia prodotta da fonte fossile e all’aumeto dell’utilizzo delle rinnovabili. Il Pear fissa obbiettivi assai ambiziosi di risparmio energetico: da oggi al 2020 ci si attende un risparmio compreso tra i 2 e i 2,5 Mtep, dei quali ben il 55%, equivalenti a 15.000 GWh/a dall’edilizia privata e il 2% dall’edilizia pubblica.
Ricordiamo che Regione Lombardia ha anticipato al 2016 la legislazione sugli edifici ‘a energia quasi zero’, prevista dai decreti nazionali del 26 giugno 2015 che saranno introdotti in tutta Italia nel 2019 per gli edifici pubblici e nel 2021 per gli edifici privati.


Amat,
 l’Agenzia del Comune, nata nel 2000 che ogni giorno realizza analisi sul campo e monitoraggi su Mobilità, Ambiente e Territorio, ha partecipato alla giornata con un intervento di Maria Berrini dedicato al Paes del Comune di Milano. Il paes è il documento di pianificazione e programmazione delle politiche per la riduzione delle emissioni di gas serra approvato dal Comune, che ha l’obiettivo di ridurre le emissioni di anidride carbonica di almeno il 20% al 2020, rispetto all’anno di riferimento 2005. In vista del COP 21, Milano ha firmato insieme alle principali città europee, una dichiarazione con la quale ha espresso la volontà di portare avanti il proprio impegno per il clima, delineando così i principi per un “Covenant post 2020” e fissando un obiettivo al 2030 di riduzione delle emissioni di anidride carbonica di almeno il 40% rispetto all’anno di riferimento 2005. Altri obiettivi del Paes sono legati alla riduzione dei consumi di energia negli usi finali, a un maggior utilizzo delle fonti rinnovabili e al sostegno di interventi di riqualificazione energetica per gli edifici privati e per quelli pubblici, attraverso misure di incenvazione e regolamentazione finalizzate all’efficienza energetica degli edifici.

Virginio Trivella, rappresentante di Rete Irene, tra i sostenitori del convegno, ha sottolineato: “Nonostante gli inverni miti, gli incentivi fiscali introdotti e i requisiti più severi per le nuove costruzioni, la prestazione energetica del settore residenziale non sta migliorando. Il consumo è cresciuto del 25% dall’inizio della crisi e l’intensità energetica è aumentata del 40% dal 2007 al 2013 (fonte: RAEE 2015). Di fronte a questi numeri non possiamo non essere preoccupati e non avvertire l’urgenza di un più incisivo cambio di strategia che, oltre a portare beneficio all’ambiente, alla sicurezza energetica nazionale e ai consumatori, può generare occupazione e ricchezza.
Nonostante le forme di incentivazione introdotte negli ultimi anni in Italia, le riqualificazioni energetiche degli edifici hanno una bassa efficacia perché interessano solo singole tecnologie ed avvengono ad un tasso troppo basso per raggiungere gli obbiettivi di risparmio previsti dall’agenda 20-20-20″.

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