Efficienza energetica e rinnovabili, sempre più investimenti nonostante la crisi

L'energia verde è uno dei pochi business al mondo realmente in crescita, ma esiste ancora una serie di resistenze da superare sia a livello politico che imprenditoriale. È quanto emerge dalla tavola rotonda dedicata ai temi dell'innovazione, efficienza energetica e sostenibilità ambientale, ospitata all'interno dell'Innovation Forum 2009 di Idc. Il momento favorevole dell'intero settore delle energie rinnovabili è stato evidenziato da Nino Tronchetti Provera, Ceo di Ambienta, società specializzata negli investimenti nel comparto ambientale. «Il settore ambientale è uno dei pochi business in crescita – spiega Tronchetti Provera – Nel nostro piccolo abbiamo raccolto in pochi mesi 160 milioni di euro in investimenti di private equity. Tutte le aziende impegnate nelle energie alternative che lavorano con noi hanno in programma di assumere nuovi addetti nei prossimi mesi».

Lo stato di salute del settore, in controtendenza con lo scenario economico internazionale, secondo il numero uno di Ambienta dipende fondamentalmente dalla scarsità delle risorse naturali: «Il nostro pianeta viaggia verso i 9 miliardi di abitanti e le risorse sono quelle che sono. Il recente calo delle quotazioni del greggio non deve trarre in inganno: in pochi anni il petrolio è comunque passato da 9 a 40 dollari, ed è destinato a risalire sopra i 60». Nel corso dell'Innovation forum l'economista Giacomo Vaciago ha fornito una spiegazione del crollo delle quotazioni degli idrocarburi. Secondo Vaciago i listini di riferimento hanno iniziato a invertire la tendenza a partire dal 14 luglio 2008, quando cioè il presidente americano George Bush decise di togliere il divieto presidenziale alle nuove perforazioni offshore. A partire da quel momento, spiega l'economista, sono terminate le speculazioni degli edge funds e il prezzo del petrolio è potuto scendere.

Ma nonostante la rapida discesa del brent, come detto, il settore energetico è sempre più cosciente dell'importanza di modificare gli attuali equilibri energetici. Una strada condivisa è quella dell'efficienza: «Sappiamo tutti che l'efficienza energetica – spiega Paolo Quaini, direttore efficienza energetica di Edison – è la leva per affrontare le criticità ambientali che abbiamo davanti». Eppure le imprese sono reticenti a investire in questo ambito: secondo il responsabile di Edison, l'ostacolo principale deriva dal fatto che puntare sull'efficienza energetica significa per un azienda mettere soldi in un segmento che non corrisponde al proprio core business. Il ritorno sull' investimento, poi, è difficilmente quantificabile.
La strada sembra però segnata, a dispetto delle titubanze: « Sul solare l'Italia credo abbia già perso il treno – evidenzia Tronchetti Provera – Nonostante il mondo dei media e la business community non l'abbiano ancora capito, nel nostro paese c'è spazio per una crescita della filiera dell'efficienza energetica. D'altronde, nonostante le recenti disposizioni dell'amministrazione Obama, gli Usa partono molto dietro di noi in questo settore. Gli americani hanno sempre pagato e tassato poco l'energia e sinora non si sono mai davvero interessati ai temi dell'efficienza».

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