Emergenza scuole: necessarie riqualificazione energetica e messa in sicurezza

Rapporto Ecosistema Scuola: lo 0,6% le scuole costruite secondo criteri di bioedilizia, il 32,5% degli edifici necessita di interventi di manutenzione urgente

Sono più di 41mila gli  scolastici italiani che hanno bisogno di interventi di riqualificazione e messa in sicurezza. E’ il dato che emerge dalla quindicesima edizione di “Ecosistema Scuola”, l’indagine annuale di Legambiente, che si riferisce al 2013, sulle strutture e dei servizi delle scuole di 94 capoluoghi di provincia, da quelle dell’infanzia a quelle secondarie di primo grado.

Molti i temi approfonditi tra cui la sicurezza la qualità degli edifici scolastici, la diversità della qualità del patrimonio edilizio tra il nord e il sud del Paese e gli investimenti, i servizi e le buone pratiche ecosostenibili. Tre ambiti sui quali Legambiente invita il Governo a Renzi ad investire per uscire da un quadro che in quindici anni di indagine non risulta migliorare.

“La messa in sicurezza e la riqualificazione energetica degli edifici scolastici – dichiara Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente – devono essere uno degli obiettivi prioritari di questo Paese e un’occasione dalla quale partire per creare un altro sviluppo, per contribuire alla rigenerazione urbana, ma soprattutto per far uscire l’edilizia scolastica italiana dall’attuale stato di emergenza in cui si trova. Abbiamo bisogno di scuole più sicure ed energeticamente efficienti. Per questo proponiamo al Governo Renzi di vincolare i prossimi finanziamenti, che erogherà alle Amministrazioni, a progetti che uniscano messa in sicurezza e abbattimento dei consumi energetici del 50% rispetto ai consumi di partenza della scuola. Tra l’altro la stessa direttiva europea 2012/27 sull’efficienza energetica chiede una riqualificazione annua del 3% degli edifici pubblici, un’opportunità che l’Italia non può perdere”.

Per quanto riguarda il tema della sicurezza, su 6.648 edifici, circa il 58% è stato costruito prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica del 1974, mentre solo il 3,3% tra il 2001 e il 2013. In calo gli edifici scolastici dotati delle certificazioni essenziali. Scendono al 53,1% le scuole che hanno il certificato di agibilità (contro il 61,2% del 2012); al 30,9% quelle dotate del certificato di prevenzione incendi (nel 2012 erano il 35,9%); al 58,1% quelle con il certificato di agibilità igienico-sanitaria (nel 2012 erano il 73,8%). Rimangano, invece, stabili i dati relativi agli impianti elettrici a norma (83,9%), mentre crescono quelli relativi alle porte antipanico che passano dal 90,2% del 2012 al 96, 8% del 2013. Sul fronte della bioedilizia e della sicurezza sono solo lo 0,6% (dato uguale al 2012) le scuole costruite secondo criteri di bioedilizia e sono il 7,8% quelle edificate con criteri antisismici.

Dalla ricerca di Legambiente emerge, inoltre, che il 32,5% degli edifici scolastici necessita di interventi urgenti, mentre il 47,7% è stato oggetto di manutenzione straordinaria negli ultimi 5 anni.

L’uso delle energie rinnovabili segna quest’anno uno stallo, fermandosi al 13,6%. Tra gli edifici che utilizzano rinnovabili, la maggior parte presenta pannelli fotovoltaici (78,1%), impianti solari termici (25,9%), impianti a geotermia e/o pompe di calore (3,3%), a biomassa (0,5%) e a biogas (0,1%). Cresce comunque la copertura dei consumi da fonti rinnovabili, con il 42,3%.

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Se si analizzano, a livello regionale, i dati sugli edifici che utilizzano fonti rinnovabili si nota una significativa differenza tra le regioni, con i casi limite di Molise e Valle D’Aosta che, con i soli due Comuni di Campobasso e Aosta, dichiarano di non avere scuole in cui sono installati impianti, mentre in Puglia sono il 44,6% gli edifici scolastici che le utilizzano.

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In Abruzzo, Calabria, Friuli Venezia Giulia e Piemonte, tutti gli edifici in cui sono presenti impianti di energia rinnovabile, utilizzano il solare fotovoltaico. Le scuole di Lazio e Marche vedono una maggiore presenza di impianti solari termici. Impianti a geotermia sono presenti in Basilicata, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto; quelli a biomassa sempre in Emilia Romagna ma anche in Piemonte e Umbria; la Campania è l’unica regione a ospitare edifici con impianti a biogas.

Per quanto riguarda gli edifici scolastici esposti a situazioni di rischio ambientale indoor e outdoor, il 92,2% dei comuni ha effettuato monitoraggi sulla presenza di amianto negli edifici scolastici. Preoccupa invece la diminuzione dei casi certificati di amianto che passano dal 10,5% del 2012 al 7,5% del 2013 e quelli relativi ai casi sospetti che scendono dal 2,2% del 2012 allo 0,1% del 2013. In flessione i dati sul radon, che viene monitorato dal 32% delle amministrazioni contro il 34,8% del 2012. I casi certificati restano costanti (0,5%), mentre non risulta significativa la crescita delle azioni di bonifica effettuate negli ultimi due anni.

Legambiente e l’Istituto Nazionale di Bioarchitettura hanno siglato quest’anno un accordo per promuovere la riqualificazione degli edifici scolastici attraverso progetti che adottino criteri più ecologici. L’Istituto Comprensivo di Via Monte Ruggero a Roma, costruito negli anni settanta e sul quale è già stata fatta una prima ispezione, è stato scelto come progetto–pilota per lo studio di riqualificazione sostenibile. La fase seguente sarà individuare il tipo di manutenzione, che anche le altre scuole costruite in quell’epoca potrebbero seguire in linea generale.
Si stanno poi designando scuole – pilota di ogni ordine e grado in regioni diverse, sulle quali si provvederà aelaborare un protocollo d’intervento, con delle linee guida dedicate a interventi –tipo e criteri standard di gestione sostenibile.

Rispetto alle fonti di illuminazione il neon è quello che viene maggiormente utilizzato nelle scuole,con il 67,9%, sono il 12,7% gli edifici in cui si utilizzano altre illuminazioni a basso consumo. Tra questi ultimi diversi optano per i led.

Dal Rapporto Ecosistema Scuola anche quest’anno per quanto riguarda la qualità del patrimonio edilizio emerge la disparità territoriale tra Nord, Sud ed isole del Paese. Nelle prime quindici posizioni della classifica nazionale troviamo, infatti, città medie e piccole del centro nord, mentre la maggior parte delle città metropolitane, esclusa Firenze al 17° posto e Torino al 23°, sono posizionate ben oltre la trentesima posizione. Svetta al primo posto Trento, seguita da Pordenone (2º) e Forlì (3º), salite rispettivamente di due e cinque posizioni rispetto allo scorso anno. Ci sono poi Prato (4º), Reggio Emilia (5º), Piacenza (6º), Sondrio (7º), Bergamo (8º), Verbania (9º) e Bolzano (10º). Indietro anche quest’anno il sud che compare solo a metà classifica con Lecce che è la prima città meridionale in graduatoria al 21° posto. Alla disparità territoriale segue quella degli investimenti riguardanti sia la manutenzione straordinaria sia quella ordinaria. Risorse che diminuiscono dal 2012 al 2013 in media per ogni singolo edificio di circa 22mila euro, così come per la manutenzione ordinaria, che vede in media per ogni edificio ridurre di quasi 2mila euro l’esigua cifra di 8808 euro dello scorso anno. La drastica diminuzione dei fondi destinati alla manutenzione ordinaria coinvolge anche quelle regioni storicamente virtuose come l’Emilia Romagna ed il Piemonte.

Scarica il Rapporto Ecosistema Scuola di Legambiente

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