Expo Milano 2015, padiglioni espositivi riciclati come scuole per bambini

I padiglioni Ferrero a termine dell’Expo avranno nuove destinazioni d’uso

L’Expo Milano 2015 non è solo un’esposizione mondiale, ma anche tanta sensibilità verso il mondo dell’infanzia e dei bambini, e verso tutto ciò che riguarda l’ambiente e l’ecologia. Da qui la nascita di padiglioni dedicati all’infanzia a basso impatto ambientale, ma quello che molti si chiedono è cosa accadrà ai padiglioni espositivi una volta terminata la kermesse milanese, cioè quando tutte le strutture oggi presenti saranno dismesse e stoccate.

In pochi sanno che qualcuno ha già pensato anche al dopo Expo Milano 2015. Stiamo parlando della Ferrero, che ha dato vita ad un progetto, in collaborazione con il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca), che prevede che al termine dell’evento mondiale i suoi padiglioni espositivi vengano utilizzati per nuove mission, sempre ovviamente a tema infanzia.

Il rapporto che lega il marchio Ferrero al mondo bimbo è ben noto a tutti, da sempre il noto marchio dolciario italiano crea prodotti alimentari per i bambini, non solo dolciumi, ma negli anni il marketing è stato sempre molto attento a trovare utili spunti educativi. Anche questa volta, tra ottimo marketing ed idee creative, la Ferrero non poteva rimanere indietro e non proporre qualcosa di esclusivo, cioè padiglioni riutilizzabili al termine dell’esposizione universale, ma non un riuso casuale, bensì per sostenere progetti e programmi di istruzione in zone del mondo ancora in via di sviluppo.

I padiglioni in uso a Ferrero sono destinati a continuare la loro mission pedagogica ed istruttiva nel 2016 quando, una volta smontati dalle sedi milanesi, partiranno per alcune aree del mondo per diventare delle scuole e dei centri educativi. I padiglioni riciclabili utilizzati per l’Expo 2015 dal marchio di Alba parteciperanno al progetto pilota della restituzione, ovvero i materiali degli stand, una volta smontati, verranno adattati per la creazione di scuole e centri educativi, in progetti di educazione, istruzione e cura di minori in paesi come l’Asia e l’Africa.

Alla base di tutto tanta programmazione e tanto amore per l’ambiente, infatti la nota azienda dolciaria ad esempio è una delle poche che ha pensato anche a migliorare l’aria della zona espositiva, e grazie a degli alberi di nocciola provenienti da Alba si è riuscito persino ad abbassare il quantitativo di CO2 necessariamente emesso in zona padiglioni espositivi, ed anche questa idea è da leggere sotto la chiave dell’ecosostenibilità ambientale.

La progettazione e la realizzazione dei padiglioni ad impatto zero della Ferrero si deve all’azienda pugliese Sprech, con base nella cittadina salentina di Martano, e specializzata in tensostrutture e coperture per esterni, molto attiva nella realizzazione di strutture a basso impatto ambientale. La scelta di padiglioni ecocompatibili non nasconde uno sforzo economico ingente, che comunque si preannuncia come un successo dall’alto tasso di gradimento, grazie anche alla curiosità intorno al progetto della restituzione, che ha fatto sì che l’attenzione sulle tensostrutture riutilizzabili sia diventato veramente importante.

Idee creative dal sapore rivoluzionario quelle delle tensostrutture riciclabili, con Ferrero che ha proposto tanto sport per i bambini, progetti educativi e massima attenzione per l’ambiente con strutture ecosostenibili realizzate appositamente per il riciclo. In questo modo ambiente ed educazione diventano il leit motiv dell’Expo, incentrato sul risparmio del energetico e dell’attenzione all’ambiente,  tematiche che in futuro dovrebbero diventare il fulcro di tutti gli eventi espositivi, e non solo dell’esposizione mondiale milanese.

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