Italian smart cities, piattaforma web che raccoglie le iniziative di innovazione urbana

Enormi opportunità di confronto e sviluppo per i territori a disposizione di tutti per partecipare alla costruzione delle comunità intelligenti italiane

E’ stata presentata “Italian smart cities”, la piattaforma web dell’Osservatorio nazionale smart city, che raccoglie al momento più di mille progetti locali di città intelligente.

La piattaforma nasce per raccogliere tutte le iniziative nazionali di innovazione urbana avviate da Comuni e imprese sui temi dell’efficientamento energetico, della mobilità sostenibile, dell’agenda digitale, dell’innovazione sociale, della governance urbana.

Si tratta di un vero e proprio strumento di lavoro, che ha l’obiettivo di alimentare lo scambio di conoscenza fra le amministrazioni, attraverso la messa a disposizione di informazioni e dati di dettaglio utili a supportare il riuso dei progetti in altri contesti.

Attraverso la navigazione per temi, città e progetti, la piattaforma web Aziende, ricercatori, associazioni e semplici cittadini potranno avere una panoramica in tempo reale dei principali interventi smart in corso nelle città, favorendo l’attivazione di energie e proposte che potranno andare ad alimentare partenariati virtuosi con i Comuni.

Il presidente dell’Anci e sindaco di Torino Piero Fassino ha ricordato che il progetto “ha coinvolto 120 Comuni medio grandi” consentendo di “radunare ben 1400 progetti segnalati dalle stesse amministrazioni partecipanti all’Osservatorio”.

Il presidente Anci ha, però, messo in guardia contro il pericolo che nella realizzazione dei singoli progetti manchi una regia complessiva.

Il presidente dell’Osservatorio Anci sulle Smart Cities Francesco Profumo ha commentato “La piattaforma è solo l’inizio di una maggiore consapevolezza di quello che è stato fatto e di quello che si deve fare. Mi auguro che oggi sia solo ‘la giornata zero’ e che tutti i Comuni collaborino per creare una vera struttura nazionale. Sarà un passaggio decisivo per investire meglio le risorse che arriveranno nei prossimi anni specie dall’Europa e per evitare la frammentazione progettuale che si è registrata nei precedenti cicli di programmazione comunitaria”.

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