La dipendenza dell’Italia dalle importazioni di energia

L’UE dipende dalle importazioni di energia per poco più della metà del suo consumo. L’Italia importa il 75.9% dell’energia

L’unione Europea, secondo quanto riporta l’Eurostat, ha importato nel 2014 circa la metà dell’energia che ha consumato, il 53,4%.

La dipendenza energetica varia molto tra gli Stati membri, metà infatti ha fatto affidamento principalmente sulle importazioni per il consumo di energia nel 2014, mentre per l’altra metà, il tasso di dipendenza energetica è stato minore del 50%.
L’italia importa il 75.9% dell’energia che consuma, un dato non certo positivo, anche se va notato che negli anni le importazioni sono diminuite notevolmente, considerando che nel 2000 il dato era dell’86.5%. 

Nel 2014, gli Stati meno dipendenti dalle importazioni sono stati Estonia (8,9%), Danimarca (12,8%), Romania (17,0%) e Polonia (28,6%). All’estremità opposta della scala, i più alti tassi di dipendenza energetici sono stati registrati a Malta (97,7%), Lussemburgo (96,6%), Cipro (93,4%), Irlanda (85,3%)
Tra i cinque paesi che consumano più energia, ma dipendono meno dalle importazioni ci sono il Regno Unito (45,5%) e la Francia (46,1%), in contrasto con la Germania (61,4%), Spagna (72,9%) e Italia (75,9%).

Infine il documento evidenzia che in nove Stati membri nel 2014 sono stati registrati i minori tassi di dipendenza energetica dal 1990, tra questi anche l’Italia, nonostante il pessimo risultato. 

Nei giorni scorsi sempre l’Eurostat ha pubblicato un interessante Rapporto dedicato all’utilizzo delle energie rinnovabili in Europa da cui è evidente la spinta a livello comunitario ad aumentare l’utilizzo delle fonti pulite, rendendosi così anche più indipendente dalle importazioni.

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