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F.I.V.R.A., associazione italiana dei produttori di lana di roccia e di vetro, in collaborazione con il centro di ricerca CRESME, ha organizzato a Roma il convegno “Riqualificare gli edifici. Una necessità per il rilancio del paese”, dedicato a riqualificazioni edilizie, efficienza energetica, incentivi fiscali e vantaggi dell’isolamento degli immobili. In occasione dell’incontro sono stati presentati i risultati della ricerca, realizzata dal CRESME, “Valutazione della convenienza e dell’impatto economico dell’isolamento termo-acustico degli edifici”. Perché il settore dell’edilizia possa ripartire, è necessario prorogare innanzitutto gli incentivi per le riqualificazioni energetiche e le ristrutturazioni edilizie: “La direzione da prendere è quella di incentivare le cosiddette riqualificazioni profonde: interventi a lunga vita utile per affrontare nel lungo periodo il nodo cruciale del contenimento dei consumi. L’isolamento ha di gran lunga la maggiore vita utile, superando oltre i 50 anni, mentre le tecnologie impiantistiche si fermano a 20.” –commenta Carlo Boschieri, Presidente di F.I.V.R.A.Secondo FIVRA, il tema dell’efficienza energetica non può essere slegato dalle altre tematiche che interessano gli edifici, soprattutto il comfort termico (invernale ed estivo), l’isolamento acustico, la sostenibilità ambientale. Come sappiamo il settore civile è particolarmente energivoro, basti pensare che solo nel 2013 ha consumato circa 47 milioni di tonnellate di petrolio equivalente (pari al 38% dei consumi totali). “Su ciò ha inciso l’ampliamento dello stock edilizio, ma soprattutto la scarsa efficienza dei singoli edifici– prosegue Boschieri – L’isolamento degli involucri non concorre solo al risparmio energetico, ma determina positivamente il comfort termico (invernale ed estivo) e acustico degli immobili”. La ricerca realizzata da CRESME “Valutazione della convenienza e dell’impatto economico dell’isolamento termo-acustico degli edifici”, ha permesso di censire lo stock edilizio italiano potenzialmente oggetto di riqualificazione (8,2 miliardi di m2) evidenziando i benefici che gli interventi di coibentazione porterebbero in termini ambientali, economici e sociali: Riduzione annua delle emissioni inquinanti pari a 892.000 tonnellate di CO2 (pari all’inquinamento annuale di 282.000 auto, ovvero all’assorbimento di quasi 30 milioni di alberi); Riduzione della dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento di prodotti energetici: 44.600 GWh/anno, ovvero l’8,2% della bolletta energetica nazionale; Attivazione di oltre 1,7 milioni di posti di lavoro (nuovi, trattenuti o rispristinati in 10 anni di interventi). Costo per lo Stato pari 1,17 miliardi di €/anno “Si stima che nei prossimi anni solo il 12% delle superfici esterne sarà effettivamente riqualificato, anche se l’investimento necessario per operare sulla totalità delle superfici si aggira attorno a 11,7 miliardi di € all’anno.– dichiara Paolo D’Alessandris del CRESME – Un costo che corrisponde solo al 15% degli interventi di manutenzione straordinaria effettuati annualmente in Italia. Risulta dunque evidente l’importanza della sensibilizzazione del panorama politico e dell’opinione pubblica sul tema”. Inoltre gli edifici italiani sono piuttosto vecchi: “L’1,6% degli immobili è in pessimo stato di conservazione – continua D’Alessandris – e ben il 28% è in condizioni soltanto discrete. Nei principali centri abitati quasi il 70% degli edifici ha più di 40 anni, soglia oltrepassata la quale sono necessari interventi di manutenzione straordinaria per mantenere gli standard funzionali dell’abitazione e dell’edificio”. Per quanto riguarda le richieste di detrazioni fiscali per la riqualificazione, previste al 65% fino a fine 2014, la ricerca evidenzia che nonostante gli interventi sull’involucro edilizio permettano un risparmio di energia superiore a tutte le altre operazioni (17.276 KWh/anno per la coibentazione delle pareti verticali e 26.909 KHh/anno per quelle orizzontali, contro i 2.610 KHh/anno risparmiati dalla sostituzione degli infissi), rappresentano però solo il 2,6% degli interventi. “L’isolamento dell’involucro è l’intervento che garantisce il miglior mix tra efficienza (costo dell’energia risparmiata) ed efficacia (la quantità di energia risparmiata), – afferma Gaetano Fasano di ENEA–ma, probabilmente a causa del costo più elevato, sono ancora poco utilizzati. Per incentivarne l’utilizzo è evidente che gli attuali incentivi (ecobonus, contotermico, certificati bianchi) devono essere riformati”. Dall’indagine emerge che i cittadini percepiscono la necessità di contenere l’inquinamento atmosferico, ma ancora di più quella di tutelare il comfort acustico della propria casa: il 69,5% degli intervistati dichiara di avvertire rumori fastidiosi durante il giorno (in primis i rumori di moto, auto, animali e vicini di casa), mentre il 44,5% percepisce gli stessi durante la notte. Il 42% delle abitazioni è esposto a fonti di rumore esterno e il 35% a fonti di rumore interno, dalle quali è possibile proteggersi solo attraverso l’isolamento acustico dell’abitazione. Tra le altre priorità gli intervistati segnalano il degrado estetico e quello idro-geologico. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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