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Fillea Cgil e Legambiente hanno presentato al SAIE di Bologna il primo rapporto congiunto su Innovazione e sostenibilità nel settore edilizio "Costruire il futuro", in cui viene analizzata la situazione dell'edilizia sul territorio, gli strumenti che in molti casi Regioni, Province e Comuni, hanno messo in campo per introdurre nuovi criteri energetici e ambientali, andando spesso anche oltre la normativa in vigore e proposto un nuovo modello per il settore delle costruzioni.In Italia oltre 2 milioni di abitazioni risultano vuote; 6 milioni di italiani vivono in zone ad alto rischio idrogeologico e 3 milioni di persone abitano in zone ad alto rischio sismico. Il patrimonio edilizio esistente è costituito in massima parte da case costruite male, nelle quali fa freddo d'inverno e caldo d'estate malgrado la spesa energetica delle famiglie sia cresciuta del 52% in 10 anni. In Italia, quindi, ci troviamo in una evidente situazione di stallo nelle costruzioni; in Europa intanto, le direttive per la certificazione e riqualificazione energetica degli edifici, nonché gli obblighi per il nuovo costruito si strutturano in una strategia coerente (il cosiddetto 20-20-20) che in questi anni ha posto il vecchio continente all'avanguardia mondiale nella lotta ai cambiamenti climatici. Tutto questo indica una nuova strada da percorrere: quella della riqualificazione, del recupero dell'esistente e dell'innovazione tecnologica in edilizia. Per Walter Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil "in questi anni in Italia sono spariti 500mila posti di lavoro nell'intero settore delle costruzioni, la metà direttamente nel comparto dell'edilizia. La crisi delle costruzioni in Italia è più forte che in altri paesi. Chi ha saputo per tempo intervenire sui modelli industriali ed innovarli nella direzione della sostenibilità si è difeso meglio dalla crisi". Per Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente "oggi possiamo uscire da questa drammatica situazione puntando su due obiettivi: l'innovazione, perche c'è bisogno di una profonda trasformazione delle pratiche progettuali e costruttive se si vuole realizzare sul serio un miglioramento della sostenibilità ambientale nelle costruzioni e in particolare delle prestazioni energetiche, tale da ridurre consumi e bollette delle famiglie, e la messa in sicurezza del patrimonio edilizio in un territorio tanto fragile quanto a rischio anche per la costruzione di nuove case legali o abusive. Se consideriamo che il 60% degli edifici a prevalente uso residenziale è stato realizzato prima dell'introduzione della legge antisismica (1974), si comprende la dimensione del rischio che si corre e dove si deve prioritariamente intervenire, creando così tanti nuovi posti di lavoro, qualificati e duraturi". Fillea e Legambiente hanno individuato una serie di interventi mirati al sostegno dell'economia sostenibile delle costruzioni, indicando un processo in continua evoluzione con particolare attenzione alle prestazioni energetiche degli edifici, allo sviluppo delle rinnovabili e alla certificazione energetica. Ciò porterebbe ad un innalzamento della qualità della vita dei cittadini e ad un aumento dell'occupazione pari a 600 mila nuovi posti di lavoro nei prossimi 10 anni, che possono arrivare, considerando l'indotto della filiera, a circa un milione. Il primo intervento riguarda la necessità di una regia nazionale che dia certezze alla prospettiva della innovazione energetica in edilizia. In attuazione delle Direttive europee si devono fissare i riferimenti normativi che valgano su tutto il territorio nazionale, e che le Regioni possono dettagliare ma senza vuoti normativi o contraddizioni. Il secondo intervento riguarda gli edifici di nuova costruzione, dove occorre accompagnare il miglioramento delle prestazioni previsto dalle Direttive Europee stabilendo da subito un obbligo minimo di Classe A per tutti i nuovi interventi. Il terzo intervento concerne la riqualificazione del patrimonio edilizio per dare finalmente certezze sugli interventi e sugli strumenti di incentivazione. Occorre rendere permanenti le detrazioni fiscali del 55% per gli interventi di efficienza energetica e allargarlo alla sicurezza statica. Ma soprattutto, occorre introdurre un nuovo incentivo per promuovere interventi di retrofitting e messa in sicurezza di interi edifici.Il quarto intervento riguarda il patrimonio edilizio pubblico, per superare il Patto di stabilità nel caso di interventi che migliorino l'efficienza energetica. Agli Enti locali deve essere data la possibilità di realizzare questi interventi direttamente o attraverso Esco, in tutti i casi in cui è dimostrata la riduzione complessiva di spesa realizzata grazie agli interventi e la fattibilità tecnica e finanziaria dell'intervento.Il quinto obiettivo riguarda la messa in sicurezza del patrimonio edilizio con la necessità di aggiornare l'apparato normativo per gli aspetti di sismica e statica. Occorre intervenire sugli incentivi per premiare chi realizza interventi sia energetici che statici e introdurre il libretto del fabbricato.Infine, si deve intervenire rispetto all'impatto ambientale del settore delle costruzioni, riducendo il prelievo di materiali da cava. E' possibile farlo premiando nei capitolati di appalto i materiali provenienti da inerti riciclati, e rivedendo i costi di smaltimento in discarica e di prelievo da cava come si è fatto negli altri Paesi europei dove si sono ridotte le cave e aumentati i posti di lavoro. 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