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Le principali associazioni di produttori di energia da fonte rinnovabile in Italia, ANIE Rinnovabili e assoRinnovabili, provano a scrivere al Governo pubblicando questa mattina una lettera aperta sul Corriere della Sera per sottolineare una volta di più il no assoluto alla norma “spalma-incentivi” che, come abbiamo più volte denunciato, rischia di affossare definitivamente un settore importante per la ripresa economica del nostro Paese e bloccare gli investimenti italiani ed esteri. Le Associazioni ricordano che ci sono soluzioni per abbassare il prezzo dell’energia per le PMI italiane e chiedono che si apra un tavolo tecnico per discuterle insieme. Di seguito la lettera pubblicata questa mattina: “Con la recente approvazione al Senato del DL Competitività e della norma “spalma-incentivi” in esso contenuta, il Governo Italiano ha deciso che non è più tempo di sostenere la green economy. Il previsto taglio retroattivo delle risorse destinate agli impianti fotovoltaici non solo farà fallire migliaia di aziende produttrici di energia, comprese molte piccole e medie imprese (PMI), ma metterà anche in crisi l’intera filiera e le tantissime imprese manifatturiere che hanno investito nel fotovoltaico per autoprodursi l’energia e rilanciare la propria competitività. Si fermano gli investimenti in ricerca e innovazione delle tante imprese italiane che hanno scommesso sulle nuove tecnologie (accumulo, SEU, smartgrids). Si allontanano definitivamente gli investitori esteri, che avevano sottoscritto contratti e creduto nelle potenzialità del mercato italiano sulla base di parametri e rendimenti che ora invece vengono modificati in maniera retroattiva e unilaterale, creando un enorme danno reputazionale al Paese. L’obiettivo di ridurre il prezzo dell’energia per le PMI italiane è pienamente condiviso e può essere raggiunto con soluzioni alternative. Il settore dell’energia rinnovabile di fatto gioca un ruolo determinante nell’abbattimento nel tempo del prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica, che rispetto ad un anno fa è calato da 70 a 45 €/MWh. Ma il calo dei prezzi all’ingrosso continua a non riflettersi in bolletta, non certo per colpa delle rinnovabili. La Camera dei Deputati può ancora intervenire per stralciare la norma. Chiediamo che si apra subito un tavolo tecnico che valuti le proposte alternative che già esistono e sono percorribili. Serve solo la volontà di discuterle. La green economy è il futuro. Non fermatela”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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