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Il consorzio europeo ARTESUN ha sviluppato moduli solari organici a forma libera per applicazioni in interno ed esterno e con un efficienza superiore al 15% Il fotovoltaico organico è più economico rispetto al silicio, ma fino ad oggi le prestazioni sono state meno efficienti. Il consorzio europeo ARTESUN, che riunisce importanti istituti e centri di ricerca, ha lavorato negli ultimi 3 anni allo sviluppo di materiali ad alte prestazioni che rendessero più competitive le celle organiche, assicurando una produzione economica dei moduli con un’efficienza superiore al 15%. I moduli inoltre dovevano poter avere dimensioni e forme varie in modo da permettere il loro uso in una vasta gamma di applicazioni. In un recente comunicato stampa i partner del consorzio hanno annunciato di aver sviluppato moduli solari organici a forma libera per tre diverse applicazioni in interni ed esterni, grazie a una tecnologia recentemente sviluppata. Si tratta di un passo importante nell’obiettivo di diminuire i costi e aumentare l’efficienza. In particolare grazie alla combinazione di nuovi materiali ed elettrodi con tecniche di rivestimento e interconnessione dei moduli, è stato possibile sviluppare moduli di varie forme e dimensioni, rivolti a tre diversi settori. Uno di questi tre casi di uso consisteva nella produzione delle etichette RFID dove la batteria è sostituita da un modulo solare organico di dimensioni paragonabili a quelle di una carta di credito. Il modulo alimenta tutte le comunicazioni wireless tra l’etichetta RFID stessa e il suo lettore, insieme al dispositivo di sensore integrato. Si tratta di un dispositivo che potrebbe trovare applicazione nei settori delle automobili e degli edifici. L’etichetta RFID si legge nel comunicato può funzionare grazie alla tecnologia impiegata fino a un giorno anche in precarie condizioni di luce. L’etichetta può rilevare la temperatura dell’ambiente interno, che è monitorata in modalità wireless con un lettore palmare. Un’altra applicazione prevede la forma di un’antenna solare organica flessibile inspirata a un fiore. In questo caso il modulo, che è stato ottimizzato per operare in intensità di luce bassa o variabile, riesce ad alimentare un sensore radio e ambientale in una rete di sensori wireless distribuita. Infine il team ha sviluppato grandi moduli utilizzandoli come elementi di facciata negli edifici. L’elemento BIPV (impianto fotovoltaico integrato negli edifici) di 1610mm x 380mm può essere integrato come facciata ventilata in elementi strutturali ben definiti. Un comitato di esperti ha dato valutazioni rispetto alle proprietà soggettive generali di robustezza, colore, design, riflesso, assegnando punteggi da 0 a 10. Il risultato mostra un’accettazione generale eccellente, tra 7 e 8. Fonte Cordis – Community Research and development Information Service Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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