Pannelli isolanti dai rifiuti e riciclo dei pannolini

Il progetto Recepit, nato dalla collaborazione tra la divisione ricerca di AzzeroCO2, Modoolab, e il Cnr, rende possibile il recupero della componente cellulosica dei prodotti assorbenti che, non essendo biodegradabili, ogni anno in Italia arrivano a 170mila tonnellate soltanto di pannolini. Il processo tecnologico è stato sviluppato dall’azienda italiana Fater spa. Per il ministro dell’Ambiente Sergio Costa si tratta di “un passaggio epocale”. Un esempio di economia circolare con la corretta gestione di 900mila tonnellate all’anno

a cura di Tommaso Tetro

 I pannelli isolanti con i rifiuti e il riciclo dei pannolini

Ora i pannelli isolanti per le case si fanno con i pannolini. Grazie al progetto ‘Recepit’ è infatti possibile recuperare la componente cellulosica dei prodotti assorbenti, e riutilizzarla per produrre nuovi oggetti, in questo caso pannelli termoisolanti e fonoassorbenti per l’edilizia. 

I pannolini

I prodotti sanitari assorbenti (Psa) sono composti principalmente da cellulosa e materiali plastici che è possibile recuperare: non sono però biodegradabili e ogni anno in Italia generano circa 900.000 tonnellate di rifiuti. Un problema ambientale che richiede un’accurata gestione e che coinvolge migliaia di famiglie: oltre 170.000 tonnellate di rifiuti sono infatti prodotte dai pannolini per bambini. 

Il progetto

Con il progetto Recepit – nato dalla collaborazione tra la divisione ricerca di AzzeroCO2, Modoolab, il Cnr – prende il via un processo di recupero della cellulosa dei prodotti assorbenti che vengono così ‘riciclati’ per produrre pannelli per il mondo delle costruzioni.

Pannelli isolanti dai rifiuti e riciclo dei pannolini. Processo tecnologico

Il processo tecnologico per il riciclo è stato sviluppato dall’azienda italiana Fater spa e si avvale di alcuni brevetti specifici; il risultato del trattamento è plastica e materia organico-cellulosica di elevata qualità. All’interno del progetto Recepit sono state studiate e analizzate le caratteristiche tecniche dei Psa per valutare qualità, effetto dei trattamenti di recupero e modalità innovative di utilizzo e valorizzazione. 

I pannelli

I prototipi hanno messo in evidenza promettenti proprietà di isolamento termico; altre analisi sono in corso sul materiale. I pannelli sono stati rivestiti con uno strato di canapa, bamboo e basalto.  I diversi strati superficiali, oltre a render personalizzabile l’impiego e la componente estetica, rappresentano una barriera contro le intemperie e aumenta la stabilità e la resistenza.

Inoltre la cellulosa recuperata sarà testata in forma di fiocchi per esser inserita come isolante all’interno delle intercapedini nelle pareti di una piccola casetta modulare in legno.

Con il recupero dei Psa saranno perciò prodotti innovativi pannelli isolanti termici, tessuti (viscosa, rayon, acetati), sistemi di trattamento aria (filtri), con un vantaggio dal punto di vista economico ed ambientale.

L’economia circolare

L’obiettivo è anche quello di incentivare la raccolta differenziata e il recupero di una tipologia di scarto che normalmente è gettata nei rifiuti indifferenziati, oltre che naturalmente incrementare l’economia circolare.

Un ragionamento in linea con quello del quasi ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa che, dopo mesi di attesa (oltre un anno e mezzo), ha firmato di recente il decreto ‘end of waste’ che riguarda questa categoria di prodotti: “Un giorno importante e un passaggio epocale per l’economia circolare – aveva detto Costa – ho firmato il decreto con cui può finalmente decollare un’industria tutta italiana che coniuga il riciclaggio e la conseguente riduzione del problema dello smaltimento dei rifiuti con la creazione di tantissimi posti di lavoro. Si potranno recuperare e non mandare a incenerimento o discarica ben 900mila tonnellate all’anno di rifiuti”.

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