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Il primo fattore di consumo di energia in casa è il riscaldamento. Grazie ai sistemi di monitoraggio è possibile individuare eventuali sprechi e ottimizzare i consumi. Informazione è potere: la facile fruibilità dei dati relativi al consumo di energia in ambienti chiusi, pubblici o privati, permette di risparmiare fino al 30% della spesa. Monitorando come e quanto l’energia viene consumata, è più facile individuare gli sprechi e ottimizzare il sistema di riscaldamento e di conseguenza, la spesa. Con un monitoraggio costante del consumo si parla di un risparmio di energia di circa e del 10% di CO2. L’educazione dell’utente, cioè al corretto uso dei dati relativi al consumo, comporta vantaggi a 360 gradi: – per l’utente, in primis, che impara a conoscere il sistema di riscaldamento del proprio ambiente e regolarsi in sua conseguenza, godendo di un significativo risparmio nella bolletta; – per l’imprenditore fornitore di energia, che rientra in breve tempo di quello che è un con investimento a basso costo; – per l’ambiente, che si libera di inutili emissioni. Il contatore elettronico ha giocato e gioca un ruolo fondamentale in questo processo. Dalle piccole dimensioni e dalla facile installazione, il contatore elettronico risolve innanzitutto il problema della manipolazione dei dati; necessitando di poca manutenzione e garantendo circa 10 anni di utilizzo, è uno strumento affidabile sul lungo periodo; la possibilità di utilizzarlo combinando i sistemi radio, wireless e di cloud per la trasmissione dei dati, permette inoltre di raccogliere e analizzare il consumo in tempo reale. La normativa europea L’ingresso del contatore elettronico sul mercato è dirompente: l’Unione Europea ne intuisce presto il potenziale, in quanto strumento di controllo e miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici. In linea con l’impegno preso nel 2006 per la riduzione del consumo di energia dei Paesi membri, il Parlamento Europeo nel 2012 impone l’utilizzo della contabilizzazione diretta, cioè di un contatermie per ogni unità abitativa. L’Italia recepisce la direttiva e prescrive che entro il dicembre del 2016 tutti gli edifici con riscaldamento provvedano a dotarsi di dispositivi di contabilizzazione del calore: si parla di un numero vicino ai 2,5 milioni. La disposizione, risalente al 2013, viene praticamente ignorata fino all’approssimarsi della scadenza: gli amministratori corrono ai ripari ma spesso invano. La scadenza viene rimandata al giugno 2017. Per questa ragione il mercato dei contatori di calore ha visto un’impennata delle vendite negli ultimi 12 mesi e ci si aspetta un’ulteriore crescita per i prossimi mesi. La norma disciplina installazione e monitoraggio in maniera dettagliata: per questa ragione è necessario un progetto specifico che tenga conto di tutte e fasi: ideazione, installazione, monitoraggio. Il contabilizzatore condiziona per il 60% spesa e consumo di energia e per questo va tarato di volta in volta, ad hoc su ogni singolo radiatore. Nella maggioranza dei casi non è consigliabile andare a mettere mano su strumenti già esistenti: spesso le tecnologie obsolete rendono complesso il cambio della batteria, quindi più semplice la sostituzione dell’impianto in toto che non la revisione dei singoli componenti. La gestione degli immobili in Italia Il panorama degli amministratori professionali in Italia è molto frammentato, a differenza di quanto accade in altri Paesi europei come la Germani ad esempio, in cui spesso un amministratore gestisce migliaia di appartamenti con un’organizzazione di tipo aziendale estesa e ramificata. Due le modalità di somministrazione del servizio: 1) Sistema chiuso L’azienda fornisce il prodotto, provvede a installarlo e a leggere e analizzare i dati per un certo periodo di tempo 2) Sistema aperto L’azienda fornisce il prodotto, provvede a installarlo ma si libera della fase di analisi dei dati. Chiunque può accedervi. QUNDIS è un esempio di questo secondo modello operativo. L’azienda tedesca, che da sola copre circa il 25% della domanda di calcolatori in Germania, ha scelto di specializzarsi sull’aspetto tecnologico invece che puntare sulla fornitura del servizio di analisi dati. La sede di Qundis a Erfurt, Germania Tagliando il cordone ombelicale fruitore-fornitore, QUNDIS riesce a concentrarsi sulla qualità del prodotto senza dover incorrere nelle problematiche relative a installazione e monitoraggio. Ma soprattutto scegliendo di non chiudere l’accesso alle informazioni rilavate dai contatori ma lasciandolo aperto, garantisce la libertà all’utente finale di affidarsi al gestore di fiducia. La sede di Qundis a Erfurt, Germania Non va infatti sottovaluto l’aspetto dell’educazione del consumatore: la conoscenza dei consumi è indispensabile per risparmiare energia e denaro: cambiare le abitudini dell’utente può portare un risparmio di oltre il 10%. L’informazione deve essere costante e frequente, perché vi si possa lavorare con maggiore facilità: è necessario uno strumento che non pecchi di precisione e affidabilità. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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