Studio Anev-Uil sull’occupazione nel settore eolico: previsti 5000 nuovi posti l’anno

Anev (Associazione Nazionale Energia del Vento) e Uil (Unione Italiana del Lavoro) durante la sessione inaugurale della nona edizione di Eolica Expo Mediterranean, il salone internazionale per l'energia dal vento, in programma fino a venerdì 16 settembre alla Fiera di Roma hanno presentato i risultati di uno studio sull'occupazione nel settore eolico. Dai dati emerge che si prevede una crescita di 5.000 posti di lavoro l'anno da qui al 2020, per passare dagli attuali 29mila fino a circa 67mila.
"Le prospettive sono molto positive, ma per ottenere questi risultati è indispensabile una politica che favorisca gli investimenti", ha dichiarato Simone Togni , presidente di Anev.

"Per le rinnovabili nel loro insieme tutti gli studi concordano su una crescita, nel nostro Paese, di almeno 250 mila occupati da qui al 2020 – ha spiegato Paolo Carcassi della Uil (Unione Italiana del Lavoro ) – La tendenza positiva riguarda tutta l'Europa: basti pensare che in Germania, ad esempio, le persone occupate nelle rinnovabili hanno già superato quelle del comparto automobilistico".

La forte crescita dell'eolico è stata confermata anche da Costantino Leto del Gse (Gestore Servizi Elettrici), che ha dichiarato: "Dal 2007 al 2010 l'eolico ha registrato una crescita del 140% per numero di installazioni e del 114% per potenza. Per proseguire in questa direzione sono però necessarie alcune condizioni: sviluppo dell'efficienza energetica, stabilità e sostenibilità degli incentivi, crescita delle filiere tecnologiche nazionali, sviluppo delle reti elettriche e semplificazione ed efficacia dei procedimenti autorizzativi".

"Dal 2011 al 2020 investiremo 7,5 miliardi di euro per lo sviluppo della rete elettrica di trasmissione nazionale e favorire lo sviluppo delle energie rinnovabili – ha dichiarato Stefano Tosi di Terna – Prevediamo 140 nuove stazioni e oltre 5.000 chilometri di nuovi elettrodotti; ci auguriamo, però, che il Governo riveda le sue posizioni sulla Robin Tax, che rischia di deprimere anche i nostri investimenti".

"Tutta l'Europa punta sulle rinnovabili e, in questo contesto, l'eolico svolge un ruolo molto importante – ha affermato Jacopo Moccia di Ewea (European Wind Energy Association) – In Danimarca già un quarto del fabbisogno energetico è soddisfatto dall'energia del vento, mentre in Italia l'eolico incide per il 3,2%. È Interessante rilevare come, analizzando i tassi di crescita negli ultimi anni, l'eolico esca ampiamente vincente dal raffronto con il nucleare, che si è sviluppato a ritmi molto più bassi".

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