Un anno difficile per il solare termico nel 2015

Il settore ha il potenziale per poter fare di più nel raggiungimento degli obiettivi per il clima del 2020, ma 2015 ancora in contrazione 

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Secondo l’ultimo rapporto pubblicato da Estif, associazione europea degli impianti solari termici, il settore del solare termico nel 2015 ha vissuto una contrazione di nuova capacità installata del 6,6% rispetto all’anno precedente, mentre una crescita del comparto sarebbe auspicabile per raggiungere l’obiettivo del 20% di energie rinnovabili, limitando la dipendenza dai combustibili fossili importati e assicurando la creazione di nuovi posti di lavoro.

Dal punto di vista economico, il settore del solare termico ha raggiunto un fatturato complessivo di 1,9 miliardi Euro nel 2015, e ha impiegato circa 23.700 persone.

Nel 2014 secondo lo Studio Solar Thermal Markets in Europe, la capacità totale installata è cresciuta solo di 1,4 GWth, e il totale di potenza cumulativa installata nell’UE 28 + Svizzera è aumentato solo del 4,4%.

Come si vede dal grafico, gli ultimi dieci anni sono stati caratterizzati da una crescita rapida fino al 2008, seguita da una contrazione più o meno cosante.

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Da segnalare le buone performance di Danimarca che registra un + 47,6% e della Polonia con + 6.5%.

Il mercato italiano ha vissuto un altro anno nero, con una contrazione del 14.6% rispetto al 2014 a causa anche, fa notare Estif, della mancanza di un piano nazionale che ne aiuti lo sviluppo.

Tra i mercati più importanti la Francia è quello che ha sostenuto il calo più forte (-32,6%).

Nel grafico i dati dei vari Paesi relativi alla potenza totale pro-capite (ogni 1000 abitanti)

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Estif in un comunicato commenta che la discussione intorno all’energia e alle fonti di energia rinnovabili (RES) è stata principalmente focalizzata sull’energia elettrica rinnovabile (RES-E). Spinta da forti politiche di sostegno, la RES-E ha toccato la percentuale del 27,4% del totale della produzione di energia nell’EU28, mentre la RES-HC rappresenta solo il 17,7% di tutto il settore riscaldamento e refrigerazione. Tuttavia, il settore delle energie rinnovabili per il riscaldamento e il raffrescamento (RES-HC) rappresenta il 49% (1.017 TWh) di tutte la produzione RES nell’EU28, mentre la RES-E rappresenta solo il 42% (872 TWh). 

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Considerando che nei prossimi quattro anni dovranno essere raggiunti gli obiettivi del 2020 per le rinnovabili, i sistemi di riscaldamento e raffrescamento alimentati da fonti rinnovabili offrono ancora un enorme potenziale non sfruttato, che può essere rapidamente implementato con investimenti in nuove applicazioni degli impianti solari termici, per esempio nei processi industriali, assicurando nello stesso tempo una maggior attenzione ai temi della sicurezza energetica, la riduzione delle importazioni di energia e delle emissioni di CO2, e la creazione di posti di lavoro locali.

Secondo la valutazione della Commissione europea rispetto all’attuazione del Piani di azione nazionali per le energie rinnovabili (NREAPs), continuando in questa direzione gli obiettivi fissati al 2020 per il mercato del solare termico, considerando le misure proposte dai vari Stati membri, sarebbero lontani del 41,8-45,6%.

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