Petizione Ance on line: “No allo split payment”

Le aziende unite contro una misura che aggrava ulteriormente la pressione fiscale

E’ partita sul sito dell’Ance – Associazione Nazionale Costruttori Edili – la petizione on line “No allo split payment” che prevede la raccolta firme contro la norma varata dalla legge di stabilità che obbliga la Pa a non pagare più l’Iva alle imprese, ma direttamente all’Erario. 
Si tratta di una misura che, sostengono le imprese, aggrava la vessazione fiscale che ha raggiunto livelli tali da pregiudicare la sopravvivenza stessa delle aziende.

Sul sito dell’Ance www.ance.it, verranno raccolte tutte le firme delle aziende che lavorano con la pubblica amministrazione e che, con lo split payment, si vedranno togliere una liquidità fondamentale per la propria sopravvivenza.

“Dalle parole siamo passati ai fatti – dichiara il Presidente, Paolo Buzzetti, al termine di un Comitato di Presidenza che ha deciso di mettere in atto azioni forti – perché non possiamo accettare che per colpire un’azienda che evade vengano punite tutte quelle imprese oneste che al posto dei soldi dovuti si troveranno in cassa solo crediti Iva”.

“Ancora una volta viviamo il paradosso di uno Stato che applica una presunzione di colpevolezza nei confronti di tutte le imprese, quando è il primo a non rispettare le regole”, continua Buzzetti. Già l’Unione europea, infatti, tiene l’Italia sotto osservazione per i ritardi nei rimborsi dei crediti Iva, che superano i 2 anni,  e dei pagamenti della Pa, che vanno oltre i 6 mesi di ritardo, si legge nella petizione.

L’OICE, l’Associazione delle società di ingegneria italiane aderente a Confindustria, in una nota esprime il proprio sostegno all’iniziativa e propone anche forme di un coordinamento permanente fra tutti i soggetti imprenditoriali coinvolti e interventi in sede europea. 

Patrizia Lotti, presidente OICE, sottolinea: “Siamo del tutto favorevoli ad ogni azione di mobilitazione contro una misura che rischia di avere effetti pesantissimi su tutte le imprese. In particolare le società di ingegneria che lavorano con il settore pubblico rischiano il collasso definitivo perché già soffrono una contrazione del mercato rilevantissima e sopportano fortissimi ritardi nei pagamenti; adesso arriva anche questa novità dalla dubbia compatibilità europea con la quale si toglie liquidità senza alcuna garanzia di recuperare in tempi rapidi il credito IVA strutturale che si determinerà. E questo in un momento delicatissimo in cui si sta facendo di tutto per mantenere manodopera professionale altamente specializzata e per rimanere competitivi sui mercati nazionali ed esteri”.

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