26 VPO residenze sociali



Il progetto di 26 case ad Umbrete si propone di definire allo stesso tempo due temi fondamentali: la casa tipo e l’immagine globale dell’intervento, così come la relazione di entrambi con il contesto urbano.
Ci si é proposti di occupare l’intera superficie a nostra disposizione, senza lasciare al caso nessuno spazio residuale, con una serie di volumi, pieni e vuoti, che instaurano una stretta relazione tra di loro, disegnando così l’intero progetto.
L’abitazione tipo si ripete sempre uguale, modificandosi leggermente per adattarsi alla forma irregolare di un lato del lotto, generando cosí alcune variazioni sul tipo principale di questa casa sociale andalusa.
L’immagine d’insieme quasi non risente di queste differenze, e permette quindi di formalizzare un progetto dove dall’esterno si notano appena le diverse cellule di cui é costituito, e propone una visione di unitá e una immagine globale che entra in dialogo con il tessuto cittadino, convivendo armonicamente con gli esempi di architettura domestica tradizionale.
Una prima lettura dall’esterno dei prospetti offre una immagine compatta, quasi bidimensionale, con la presenza di misurate finestre al primo piano e grandi aperture al piano terra, velate con una maglia metallica che protegge dagli sguardi dei
passanti.
Dentro la casa invece si susseguono volumi pieni e vuoti, allo stesso tempo interni ed esterni che si alternano, che circondano e a loro volta sono circondati, permettendo così di giocare con le luci e le ombre che scivolano sulle pareti.
Si entra in ogni casa passando sotto uno spazio coperto, che può usarsi anche come parcheggio, aperto sulla strada da un lato, e su un patio dall’altro.
Questa prima successione tra “pieni e vuoti” genera la soglia tra pubblico e privato.
Di fronte a noi il salone aperto al primo patio.
Più al fondo un altro patio, intimo e nascosto -il patio del limone-, su cui si affaccia la cucina.
La scala sale occupando uno spazio a doppia altezza che unisce in verticale i due piani, portandoci su di una passerella che collega in orizzontale le stanze da letto ed una terrazza-solarium, posizionata sopra il salone.
I “vuoti” della casa, interni od esterni che siano, sono fondamentali nella lettura complessiva del progetto. Insieme ai “pieni” generano lo spazio di vita della casa.
Lo sforzo principale della progettazione è stato diretto verso un funzionamento energetico passivo degli edifici, considerando che il costo della costruzione di soli 526,22 euro/m2 e un prezzo di vendita di 68.355 euro per ogni casa, ha reso impossibile l’installazione di sistemi con tecnologie attive.
La semplicità costruttiva, e l’uso di materiali facilmente reperibili e conosciuti dalle maestranze locali, sono state le scelte dominanti: grande massa termica nella spessa platea delle fondamenta, nei muri e nei tetti a voltine, ci consentono di isolarci dal caldo in estate e dal freddo in inverno.
La distribuzione proposta, nonostante il pessimo orientamento del lotto a disposizione, ci permette di disporre i saloni e le camere da letto principali sempre su di un lato al sud ed uno al nord, così come di godere di una ventilazione naturale incrociata, entrambi aspetti fondamentali nel clima del sud della Spagna.
Lasciar entrare il sole quando serve approfittando della variazione stagionale del suo angolo di incidenza sulla terra e proteggerci con la vegetazione ed i teloni tipici della zona durante l’estate, sono elementi che favoriscono una gran qualità dell’ambiente costruito.
Partendo dai dati del programma del progetto e da una attenta analisi del contesto, introducendo i dati di sostenibilità come elementi necessari ma di per sé non sufficienti (materiali, longevità, bilancio energetico, uso passivo dell’energia ambientale,
illuminazione naturale, ventilazione naturale, orientamento, volumetria, etc), si ottengono le migliori condizioni di benessere abitativo possibili, contenendo i consumi e gli sprechi.
L’architettura é un grande amalgama di elementi che devono funzionare assieme (struttura, impianti, economia, sistemi attivi, passivi, etc.) in un atto costruttivo globale, senza dimenticarci di dover anche raggiungere una richezza estetica e
formale, aspetto fondamentale nel nostro lavoro.
Promuovere e costruire un’architettura sostenibile in questo secolo potrebbe essere una grande occasione per una nuova rivoluzione nell’architettura.

Vincitore dell’edizione 2009 del Premio Internazionale Architettura Sostenibile Fassa Bortolo



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