ENI, l’edificio paesaggio firmato Morphosis e Nemesi



Il Sesto palazzo dell’azienda energetica nazionale di San Donato Milanse sta per essere completato. Un complesso iconico, flessibile, tecnologico e sostenibile, che rappresenta un nuovo capitolo della storia del “cane a sei zampe”. Come un flusso dinamico, le tre torri orizzontali emergono dal terreno e danno vita a un nuovo paesaggio

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Render della planimetria dell’intervento del Sesto palazzo ENI
Render della planimetria dell’intervento del Sesto palazzo (credits, Nemesi)

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Nato settant’anni fa dall’ingegno di Enrico Mattei, Metanopoli, quartiere di San Donato Milanese, è un racconto a cielo aperto della storia industriale di Eni e al contempo di una fase importante della vicenda urbanistica e architettonica italiana.

Da un lato infatti troviamo la realizzazione del modello di città-giardino, che anche con interventi d’autore ha saputo integrare funzioni residenziali, sociali e produttive in un esempio urbanistico apprezzato a livello internazionale, dall’altro i palazzi Eni firmati da prestigiosi architetti dell’epoca (Nizzoli, Olivieri, Bacigalupo, Ratti, Gabetti, Isola), che hanno saputo dar vita a un’esperienza di notevole interesse nel panorama nazionale.

Il team di Morphosis Architects e Nemesi

A raccogliere simbolicamente il testimone da quella generazione di architetti sono stati lo studio statunitense di Morphosis Architects, del premio Pritzker Thom Mayne, e quello romano di Nemesi di Michele Molè e Susanna Tradati, che rispettivamente nei ruoli di architect leader e di partner si sono aggiudicati il concorso di progettazione, indetto da Eniservizi nel 2011, per la realizzazione del nuovo centro direzionale del colosso energetico, il Sesto palazzo, che sarà pronto per l’inaugurazione all’inizio del prossimo anno.

Render del progetto definitivo del Sesto palazzo Eni di San Donato Milanese
Render del progetto definitivo del Sesto palazzo Eni di San Donato Milanese (credits, Nemesi)

I due studi hanno saputo superare la concorrenza di cinquantadue team internazionali di progettazione, tra cui quelli guidati da Arata Isozaki, Dominique Perrault, Bjarke Ingels, UNStudio, Richard Meier.

Un’architettura iconica e sostenibile

Tre grandi torri orizzontali, che emergono in loop con forza tettonica dal suolo, due avveniristici passaggi ponte, facciate metamorfiche, un canyon centrale e un maxi-parco fotovoltaico daranno vita e identità al Sesto palazzo Eni.

Nuova sede ENI, la fase costruttiva del ponte di 85 metri di luce di collegamento delle torri Icon e Landmark
La fase costruttiva del ponte di 85 metri di luce di collegamento delle torri Icon e Landmark (foto, Alessandra Dosselli; courtesy Nemesi)

Un complesso iconico, flessibile, tecnologico e sostenibile, che rappresenta un nuovo capitolo, in Italia e nel mondo, dell’azienda energetica

“Come un potentissimo vortice di energia che parte dal sottosuolo si sprigiona con forza in superficie e si irradia rapidamente nel territorio – spiega Molè – il nuovo centro direzionale Eni materializza l’idea di futuro della più grande azienda italiana, che vede nell’energia un motore di crescita per tutti, in tutto il mondo. È un intervento che rappresenta una nuova pagina dell’architettura, un progetto-icona per il territorio che si fa immagine e bandiera di valori e visioni in continuità con le intuizioni di Enrico Mattei”.

Il concept progettuale

Nel concept, il nuovo quartier generale di Eni dà forma all’idea di stratificazione: un complesso generato dal suolo, che dà forma all’idea di scavo-estrazione, al processo di ricerca e della trasformazione della materia in energia.

Il nuovo quartier generale di Eni in fase di realizzazione
Il nuovo quartier generale di Eni in fase di realizzazione (foto, Alessandra Dosselli; courtesy Nemesi)

Come un flusso dinamico, infatti, le tre torri orizzontali, emergendo dal terreno con potenza tettonica, si irradiano nel paesaggio-percorso, dando forma alla grande piazza-cavea centrale di oltre 11mila metri quadrati.

“Il progetto interpreta l’idea di torri a uffici in modo non convenzionale – continua il ceo di Nemesi – dove all’idea di edificio che si impone indifferente al territorio, si sostituisce quella di una grande architettura-paesaggio che, in un racconto unitario e coerente, esprime la metamorfosi della materia in energia, dialogando con la stratigrafia del paesaggio. In questo senso il progetto vivifica e rinnova la visione di Mattei per Metanopoli, proiettandola verso il futuro”.

Il nuovo quartier generale di Eni in fase di realizzazione
Foto, Alessandra Dosselli; courtesy Nemesi

 

Solido e potente come le forze della terra da cui è nato, il nuovo centro direzionale è un vero e proprio campus dell’innovazione dedicato alla ricerca e alla produzione di energia.

“Si tratta di un progetto dalla grande personalità volumetrica e spaziale e dall’individualità molto forte – aggiunge Tradati -. I ponti aerei che collegano le torri funzionalmente separate creano un unico racconto architettonico poetico, efficace, attento alle performance energetiche, in grado di creare continuità e intercambiabilità tra architettura e paesaggio”.

Tre torri imponenti e solide

Le tre torri – Icon Tower, Landmark Tower, Skygarden Tower – indipendenti ma interconnesse, imponenti e solide, sono collegate da avveniristici passaggi-ponte che, come le interconnessioni della piazza-parco e del sottostante “giardino segreto”, richiamano la rete di relazioni tra Eni e il mondo, tra Eni e la comunità.

Nuova sede ENI, Il ponte di collegamento delle torri Icon e Landmark
Il ponte di collegamento delle torri Icon e Landmark una volta ultimato (foto, Ferdinando Crespi; courtesy Nemesi)

In particolare, le torri Icon e Landmark sono collegate da un ponte di 85 metri di luce, mentre il collegamento tra Icon e Skygarden è costituito da un passaggio di tre campate di 68 metri di lunghezza.

Nei 65mila metri quadrati di superficie lorda, saranno accolte 4.600 postazioni di lavoro modulabili e flessibili, pronte per affrontare le sfide del futuro del lavoro, oltre a un insieme di spazi comuni e servizi ospitati nel dinamico basamento scolpito e arricchito da colline artificiali, affacciante sulla piazza centrale.

Il ponte di collegamento delle torri Icon e Landmark
Foto, Alessandra Dosselli; courtesy Nemesi

L’opera, iniziata nel 2018 è stata tra le prime in Italia a essere progettata con tecnologia Bim e studiata per ottenere risparmi significativi nei costi di realizzazione, gestione, manutenzione e servizio e con una particolare attenzione alle performance energetiche.

Le soluzioni ambientali

Un gigantesco parco fotovoltaico di 8mila metri quadrati da 300mila kWh sulle coperture, la presenza di pannelli solari, le coperture verdi in quota e i giardini pensili, la ventilazione innescata dalla conformazione della cavea-canyon, i sistemi di isolamento termico e di controllo dell’irraggiamento solare, il recupero delle acque piovane, l’utilizzo di acqua di falda, gli habitat naturali diffusi, l’innovazione delle tecnologie di progettazione, che incarnano l’attenzione di Eni ai temi della sostenibilità, sono soluzioni che contribuiranno all’ottenimento della certificazione Leed Gold del nuovo centro direzionale.

Le facciate metamorfiche

Anche il rivestimento delle facciate è stato studiato per ottenere le massime prestazioni in termini di rendimento energetico e illuminazione degli ambienti.

Il rivestimento delle facciate del sesto complesso di ENI
Il rivestimento delle facciate consiste in un sistema a doppia pelle, in cui le facciate interne, di 72mila metri quadrati, sono protette da un sistema di 9mila doghe e 13.900 pannelli a geometria e trasparenza variabile (foto, Alessandra Dosselli; courtesy Nemesi)

Si tratta di un sistema innovativo a doppia pelle, in cui le facciate interne ingegnerizzate ad hoc, che misurano 72mila metri quadrati, sono protette da un sistema di 9mila doghe e 13.900 pannelli a geometria e trasparenza variabile appositamente studiati: un rivestimento metallico frangisole che dà vita a un sistema di facciate metamorfiche, che – oltre a garantire performance energetiche e illuminanti di altissimo livello – dà una immagine di fluida dinamicità.

Il rivestimento metallico frangisole del nuovo complesso ENI
Il rivestimento metallico frangisole dà vita a un sistema di facciate metamorfiche, con performance energetiche e illuminanti e un’immagine dinamica (foto, Alessandra Dosselli; courtesy Nemesi)

Il centro espositivo e di documentazione

A completare l’intervento, c’è il rifacimento di un edificio industriale che, situato all’ingresso del nuovo complesso, rappresenta la memoria storica dell’azienda e del contesto. Qui avrà sede un centro espositivo e di documentazione sulla storia di Eni e di Metanopoli: un percorso che col nuovo Sesto edificio si arricchisce di nuovi traguardi, prospettive e ambizioni.

Sono 40mila i metri quadrati delle superfici di rivestimento delle facciate del nuovo complesso ENI
Sono 40mila i metri quadrati delle superfici di rivestimento delle facciate (foto, Alessandra Dosselli; courtesy Nemesi)

Scheda progetto HQ ENI Sesto Palazzo

  • Località: San Donato Milanese
  • Committente: Eniservizi
  • Fondo di investimento: DeA Capital Real Estate
  • Concorso internazionale: 2011 indetto da Eniservizi
  • Progettazione: Morphosis Architects (architect leader) e Nemesi (architect partner)
  • General contractor: Webuild
  • Superficie lorda intervento: 65.000mq; Spazi uffici: 45.000 mq;
  • Aree comuni: 12.000 mq
  • Lobby: 2.800 mq
  • Postazioni lavoro: 4.600
  • Icon Tower – Altezza: 45 m; piani: 11 fuori terra; livelli direzionali: 10; superficie lorda: 21.000 mq; postazioni: 1.100
  • Landmark Tower – Altezza: 31m; piani: 9 fuori terra; livelli direzionali: 7; superficie lorda: 20.000 mq; postazioni: 2.000
  • Skygarden Tower:
  • Sky Alta – Piani: 10 fuori terra; livelli direzionali: 8
  • Sky Bassa – Altezza: 38 m; livelli direzionali: 4; superficie lorda: 21.000 mq; postazioni: 1.250
  • Edificio Expo
  • Superficie espositiva: 650 mq; Corporate restaurant: 5.650 mq (Icon Tower); Conference center: 710 mq + Conference support area: 2.100 mq (Skygarden Tower); Corporate cafeteria: 940 mq (Skygarden Tower); Stalli: 440 (auto); 35 (moto); 440 (bici); Conference center: 358 posti
  • Superfici rivestimento facciate: 40.000 mq
  • Inizio lavori: 2018
  • Fine lavori: 2023



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