Rifugio Goûter



A giugno 2013 ha finalmente aperto, con un anno di ritardo, il nuovo Rifugio Goûter, sul Monte Bianco.
Il rifugio si trova a 3.835 metri, a quattro ore di cammino dalla Cima del Monte Bianco.
La storia di questo rifugio ebbe inizio nel lontano 1906 con una piccola costruzione dotata di soli sette posti letto.
Bisognerà attendere fino al 1962 per vedere realizzato dal Club Alpino Francese un secondo rifugio tuttora esistente a 200 metri di distanza dal nuovo, che sarà smantellato nel 2013.
La nuova struttura di metallo e legno, sospesa in parte sopra un salto vertiginoso di 1.500 metri, è stata progettata secondo principi ecosostenibili e di basso impatto ambientale dall’architetto ginevrino Hervé Dessimoz dello studio Groupe-H che afferma: «La sfida era costruire un edificio che offrisse sicurezza e comfort in condizioni estreme e dare una risposta estetica a difficoltà tecniche eccezionali. Il rifugio è posto di fronte al vento dominante che arriva da Ovest.
La forma curvata consentirà alle raffiche di vento di scivolare sui fianchi per spingere la neve dietro all’edificio, nel bacino che serve per fabbricare l’acqua».

Costruito per resistere a venti fino a 300 chilometri orari, il rifugio resterà aperto da giugno a settembre, nuovo punto di riferimento per i molti escursionisti che provano a raggiungere la sommità del tetto delle Alpi.
Ma le sue caratteristiche da hotel design di montagna, arredamenti in legno di pino, sala da pranzo modernamente sontuosa e arredi morbidi, oltreché con la sua capacità di ospitare 120 “alpinisti” a notte a 90 euro a camera, la nuova struttura fa storcere il naso ai puristi e a tutti coloro che vedono nella sua nascita un ulteriore strumento per facilitare il compito a tutti coloro desiderino salire in vetta, portando a livelli critici l’affollamento – già elevato – sul massiccio.
L’involucro esterno è costituito da pannelli in inox, capaci di resistere a forti venti e alle forti escursioni termiche, sopra i quali sono montati pannelli fotovoltaici e solari che producono il 20% del fabbisogno di energia elettrica e l’80% di quella termica tramite un impianto a biomassa.
Un sistema combinato consente di recuperare al 100% le acque reflue.
La struttura interna è realizzata secondo i principi costruttivi delle case passive, con pannelli isolanti di fibra di legno riciclato, fatti arrivare dal vicino comune di Saint Gervais per ridurre l’impatto ambientale.
L’obiettivo era di rendere il rifugio quanto più possibile autosufficiente (si pensi al vecchio rifugio che consumava una tonnellata di carbone l’anno), ad eccezione del gas necessario per la cottura degli alimenti, che continuerà a essere trasportato da valle.
Questi i numeri: 2 anni di lavoro, 100 posti letto, 6,5 milioni di euro spesi per la sua realizzazione finanziati dallo Stato francese, dai fondi dell’Unione Europea, dalla regione Rhone-Alpes e dal comune di Saint Gervais.



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