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Il recente Decreto Legge che prolunga il regime delle detrazioni fiscali per gli interventi di efficienza energetica, portandole dal dal 55% al 65%, esclude le pompe di calore elettriche, tecnologia ad alta efficienza che utilizza anche fonti rinnovabili , con la giustificazione che già esiste un meccanismo di sostegno per tali applicazioni, ovvero il Conto Energia Termico. Purtroppo quest’ultimo regime sta scontando notevoli ritardi applicativi, Bruno Bellò, Presidente dell’associazione CoAer, che rappresenta i produttori di sistemi aeraulici, tra cui le pompe di calore sottolinea che il conto termico è sicuramente meno rimunerativo e per il quale le nuove tariffe elettriche non saranno pronte prima di due anni. “Si tratta sicuramente di una svista – commento di Bruno Bellò – le pompe di calore in Germania sono incentivate da tempo e raggiungono livelli di efficienza inimmaginabili solo fino a pochi anni fa. Oggi rischiamo di essere esclusi dal mercato per motivi che non comprendiamo: rappresentiamo solo il 2,5% del totale incentivi erogati nel 2011, facciamo efficienza energetica e usiamo fonti rinnovabili perciò abbiamo le caratteristiche per accedere sia al 65% sia al Conto Energia Termico e come risultato diventiamo una tecnologia efficiente, che per decreto si ritrova ad essere non più competitiva rispetto alle altre tecnologie.” L’associazione Coaer, federata Anima/Confindustria, chiede ai Ministri Zanonato e Orlando il reinserimento nello schema del 65% lasciando all’utente la facoltà di scegliere quale incentivo utilizzare, il 65% o il conto energia termico, come ora è possibile per i pannelli solari termici. Anche Assoelettrica e APER, nell’ottica che tutto il mercato vada incoraggiato, auspicano un ripensamente e chiedono che venga mantenuta, com’è stato finora, la non cumulabilità dei due regimi lasciando la scelta al mercato, in funzione delle diverse e possibili configurazioni tecniche. “La diffusionedelle pompe di calore, delle auto elettriche, delle piastre a induzione rappresenta un’opportunità anche per sostenere la ricerca, la produzione industriale e l’occupazione nel nostro Paese, oltre a contribuire, attraverso un minor inquinamento, al miglioramento della qualità dell’aria e dell’ambiente nei centri urbani. Non a caso, la stessa Commissione Europea prevede, nell’Energy Roadmap al 2050, che l’elettricità diventi la forma di energia maggiormente diffusa”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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