In Europa obiettivo riduzione emissioni del 55% entro il 2030

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in occasione del suo primo discorso sullo stato dell’Unione al Parlamento europeo ha parlato degli obiettivi futuri e delle strategie da mettere in campo per la ripresa post pandemia. Spazio al Green Deal, necessaria la transizione a un’economia a basse emissioni, che aumenta la competitività, riduce la povertà energetica, crea posti di lavoro e migliora la qualità della vita. Proposto l’aumento dell’obiettivo di riduzione delle emissioni entro il 2030 dal 40 al 55%; il 37% del fondi del NextGenerationEU sarà speso direttamente per gli obiettivi del Green Deal europeo

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Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea
Ursula von der Leyen

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Costruire il mondo in cui vogliamo vivere

E’ un discorso accorato quello pronunciato davanti al Parlamento europeo dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen sullo stato dell’Unione. Un’analisi partita dalla eccezionale situazione che tutto il mondo ha vissuto con la pandemia Covid-19, che ha dimostrato contemporaneamente la fragilità del sistema globale e l’importanza della cooperazione per affrontare le sfide collettive e superare la crisi economica e sanitaria.

Una ripresa all’insegna della sostenibilità ambientale e della rigenerazione verde, perché, ha sottolineato Von der Leyen, la pandemia è stata un nuovo tassello che ha dimostrato più che mai la fragilità del nostro pianeta, che coinvolge lo scioglimento dei ghiacciai, la deforestazione e il surriscaldamento.

Ma si apre ora una nuova opportunità per l’Europa di guidare il cammino verso un futuro sostenibile.

I piani della Commissione

Sono molte le iniziative su cui l’Unione si dovrà concentrare nei prossimi 12 mesi, prima di tutto dovrà dimostrare la capacità di vincere la crisi economica, sociale e sanitaria legata al coronavirus, che purtroppo è lontano dall’essere superato, assicurando stabilità per i cittadini dell’Unione, promuovendo l’innovazione, la crescita e la concorrenza leale e garantendo il diritto alla salute per tutti, con il potenziamento del programma EU4Health.
Ursula von der Leyen a questo proposito ha annunciato che l’anno prossimo, insieme al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e alla Presidenza italiana del G20, convocherà in Italia un Global Health Summit.

Sostegno anche al lavoro: la Commissione presenterà una proposta giuridica per sostenere gli Stati membri nella creazione di un quadro per i salari minimi.

Ci si aspetta che le nostre economie ricomincino a crescere dopo il calo del 12% del PIL nel secondo trimestre ma sarà necessario trovare un delicato equilibrio tra il sostegno finanziario e la sostenibilità dei bilanci.

Altro tema trattato è quello dell’abbattimento delle barriere del mercato unico, che richiede la riduzione della burocrazia, assicurando una nuova strategia per l’area Schengen.

Tanti gli investimenti previsti per la transizione digitale: il 20% dei fondi del il Recovery Fund sarà investito proprio sul digitale.

La ripresa basata sul green deal

Durante i mesi di lockdown il surriscaldamento non si è fermato, i dati sullo scioglimento dei ghiacciai sono impressionanti, in Siberia c’è stato un caldo record, l’Oregon è stato devastato da incendi, alcune zone dell’Europa sono state colpite dalla più grave siccità degli ultimi decenni. I nostri attuali livelli di consumo di materie prime, energia, acqua, cibo e uso del suolo non sono sostenibili.

“Sappiamo che il cambiamento è necessario – e sappiamo anche che è possibile grazie all’European Green Deal, che ha l’obiettivo di far diventare l’Europa il primo continente neutro dal punto di vista climatico entro il 2050”, ha detto Von der Leyen.

Per poter garantire questo traguardo bisogna però intensificare gli sforzi: la Commissione propone innanzi tutto di aumentare l’obiettivo di riduzione delle emissioni per il 2030 dal 40% ad almeno il 55%. E’ un obiettivo ambizioso e per alcuni paesi probabilmente eccessivo ma condiviso da una gran parte della società civile e imprenditoriale.
“Proprio ieri, 170 imprenditori e investitori – dalle PMI ad alcune delle più grandi aziende del mondo – mi hanno scritto chiedendo all’Europa di fissare un obiettivo di almeno il 55%. La nostra valutazione mostra chiaramente che il raggiungimento di questo target porrebbe l’UE sulla strada della neutralità climatica entro il 2050 e del rispetto degli obblighi previsti dall’Accordo di Parigi, che chiedono di mantenere il riscaldamento al di sotto di 1,5 gradi centigradi”.

E’ un traguardo raggiungibile considerando che le emissioni sono scese del 25% dal 1990 mentre la nostra economia è cresciuta di oltre il 60%. E oggi abbiamo a disposizione tecnologie innovative, più investimenti e ci stiamo già avviando verso un’economia circolare con una produzione a zero emissioni di carbonio.

Il raggiungimento di questo nuovo obiettivo ridurrà la nostra dipendenza dalle importazioni di energia, creerà milioni di posti di lavoro extra e dimezzerà l’inquinamento atmosferico. Ma è indispensabile agire subito: “Entro la prossima estate, rivedremo tutta la nostra legislazione sul clima e l’energia. Miglioreremo lo scambio di emissioni e l’efficienza energetica, daremo impulso alle energie rinnovabili e riformeremo la tassazione dell’energia”.

Ma la riduzione delle emissioni non basta, il piano di investimento per il recupero dell’Europa prevede infatti che il 37% del NextGenerationEU venga speso direttamente per gli obiettivi del Green Deal europeo, aumentando in maniera significativa l’emissione di bond verdi, e ha annunciato la Von der Leyen “fisseremo un obiettivo di raccogliere il 30% dei 750 miliardi di euro del recovery fund attraverso le obbligazioni verdi”.

Inoltre NextGenerationEU investirà nei progetti europei green con il maggiore potenziale: idrogeno, ristrutturazione edilizia e 1 milione di punti di ricarica elettrica.
La riqualificazione degli edifici in cui viviamo e lavoriamo è un altro tassello fondamentale.

I nostri edifici generano il 40% delle emissioni, devono diventare meno dispendiosi, meno costosi e più sostenibili grazie all’utilizzo di materiali da costruzione organici come il legno e tecnologie intelligenti come l’IA. “Ma questo non è solo un progetto ambientale o economico: è anche un nuovo progetto culturale per l’Europa. Per questo motivo creeremo un nuovo Bauhaus europeo – uno spazio di co-creazione dove architetti, artisti, studenti, ingegneri, progettisti e designer lavoreranno insieme”.

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