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Secondo le stime appena pubblicate dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile nel 2014 in italia le emissioni di gas serra si sono attestate attorno a 410 milioni di tonnellate di CO2eq, 25-30 MtCO2eq in meno rispetto al 2013, un taglio del 6-7%. Rispetto al 1990, fa notare la Fondazione, si sono ridotte del 20%. Secondo Edo Ronchi, presidente della Fondazione: “Il calo delle emissioni di gas serra non è prodotto solo dalla lunga recessione economica, ma dalla riduzione dell’intensità carbonica del PIL. E’ in corso un mutamento strutturale del sistema energetico italiano, prodotto dall’aumento sia dell’efficienza energetica e sia delle fonti energetiche rinnovabili”.Alla base del calo delle emissioni stimato dalla Fondazione, sta innanzitutto il calo della domanda di gas naturale, secondo le stime del Mise scesa da 70 a meno di 62 miliardi di m3 (-12%), a causa in primo luogo di un calo della produzione termoelettrica. Significativo anche il calo nei consumi di carbone che, secondo le stime dell’Unione petrolifera, nel 2014 avrebbero subito una flessione di circa il 7%.Hanno tenuto maggiormente i consumi di prodotti petroliferi, calati di meno del 2%, grazie anche alla riduzione dei prezzi dei carburanti.“Su tali dinamiche hanno inciso le politiche in favore dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili” afferma Andrea Barbabella, responsabile energia della Fondazione “In particolare, nel settore della produzione elettrica, le stime preliminari di Terna indicano un aumento consistente del contributo dell’idroelettrico, da 54 a 58 TWh (+7,5%) grazie anche ad una annata favorevole, e del fotovoltaico, da 21,2 a 23,3 TWh (+10%). Annata nera invece per l’eolico che, con poco più 100 MW di nuova potenza installata, a fronte degli oltre mille MW/anno che hanno caratterizzato in media gli anni precedenti, ha risentito di interventi normativi avversi più volte condannati dalle associazioni del settore.Ipotizzando una crescita moderata delle biomasse, per le quali non si dispone di dati aggiornati, e scontando la componente non rinnovabile dell’idroelettrico (quello da pompaggi), si può prevedere una produzione rinnovabile tra 110-115 TWh, pari a oltre il 42- 43% della produzione nazionale e al 36-37% del fabbisogno elettrico”. A Parigi a dicembre nel corso della ventunesima Conferenza delle Parti dovrà essere siglato nuovo accordo globale sul clima. La Fondazione sottolinea l’inadeguatezza dell’impostazione del Protocollo di Kyoto e del la necessità di inaugurare un nuovo approccio, visto che a livello europeo dal 1990 ad oggi c’è stato un aumento delle emissioni di gas serra oramai ben oltre le 50 miliardi di tonnellate di CO2eq. Secondo Edo Ronchi, “a livello internazionale si è deciso di seguire la strada degli impegni volontari di riduzione (i c.d. Intended Nationally Determined Contributions ) ma questi, come certificato dalla stessa UNEP, sono al momento insufficienti a portare al dimezzamento delle emissioni necessario da qui al 2050. Cio nonostante – prosegue Edo Ronchi – è ancora possibile puntare su un nuovo accordo internazionale positivo ed efficace, valorizzando il potenziale della green economy, promuovendo un percorso di progressiva convergenza delle emissioni pro capite, rivedendo al rialzo gli impegni volontari di riduzione, a cominciare dai principali emettitori USA e Cina. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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