A cura di: la redazione In Italia “I valori limite applicabili alle concentrazioni di particelle PM10, fissati dalla direttiva «qualità dell’aria», sono stati superati in maniera sistematica e continuata tra il 2008 e il 2017“. Così si legge nella sentenza del 10 novembre della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che ha avviato nel 2014 un procedimento per inadempimento a carico del nostro paese. In alcune zone, in particolare nell’area del Bacino Padano, non solo dal 2008 sono stati superati i limiti consentiti, giornalieri e annuali, in maniera continuativa, ma non sono neanche state adottate misure adeguate per contrastare questa situazione. La Corte nella sua sentenza ha infatti ricordato che l’Italia, come previsto dalla normativa, avrebbe dovuto, ma non lo ha fatto, “redigere un piano relativo alla qualità dell’aria che rispondesse ai requisiti di detta direttiva, segnatamente a quello di prevedere le misure adeguate affinché il periodo di superamento di tali valori limite fosse il più breve possibile”. In realtà le misure, presentate solo di recente, non sono sufficienti per evitare di superare nuovamente il limite fissato per le particelle PM10. Il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa parla di dati incontrovertibili e sottolinea che il problema persiste anche oltre il 2017, ultimo anno cui fanno riferimento i dati della Corte di Giustizia. Il tema della qualità dell’aria è tra le priorità di questo Governo, che sta mettendo in atto precise politiche, in collaborazione con le regioni, soprattutto nell’ambito del Bacino Padano, che è la zona più colpita da questa emergenza. Nel 2018 è stato per esempio istituito un Gruppo di lavoro dedicato al tema presso la Presidenza del Consiglio che lavora in collaborazione con le amministrazioni centrali e territoriali. In Italia, ricorda in ministro, ogni anno ci sono circa 80 mila decessi legati all’inquinamento. “Credo che questa pronuncia debba essere uno stimolo per tutto il Governo a far di più e meglio rispetto a quanto già abbiamo messo in campo, considerando che la stessa Corte nella sentenza riconosce la bontà delle azioni intraprese dal 2018, per garantire nel più breve tempo possibile un ambiente più salubre a tutti i cittadini”. Tra gli impegni del Governo per migliorare la qualità dell’aria, il Decreto Clima prevede una serie di misure specifiche, dall’acquisto di scuola bus ecologici agli investimenti per la forestazione urbana agli incentivi per la mobilità elettrica e sostenibile. Il Ministero dell’Ambiente, in collaborazione con le regioni più colpite – tra cui il Bacino Padano, Lazio, Umbria, Sicilia e Toscana -, “ha programmato lo stanziamento di un fondo pluriennale per complessivi 800 milioni di euro a partire dal 2020 al 2034 e di 40 milioni l’anno dal 2035 per l’abbattimento delle emissioni di polveri sottili e ossidi di azoto, come previsto dal decreto legge Agosto”. L’Italia, oltre a questa sentenza di infrazione per il superamento dei livelli di polveri sottili PM10, ha altre 2 procedure aperte legate alla qualità dell’aria: una relativa al al superamento dei livelli di ossidi di azoto e una sulle polveri ultrasottili PM2,5. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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