Taglio del gas, meno CO2, rinnovabili. Le 3 mosse per vincere lotta a cambiamenti climatici

Le proposte di ‘Italy for climate‘ presentate alla Conferenza nazionale sul clima. Tra le azioni operative anche quella di cambiare le abitudini quotidiane da parte dei cittadini. Secondo la stima messa a punto l’impatto dei cambiamenti climatici e allo stesso tempo “lo scarso impegno nella riduzione delle emissioni” comporta già oggi ingenti danni, e gli effetti su persone, economia, imprese sono evidenti e saranno sempre più gravi con una perdita del Pil dell’8%, pari a oltre 140 miliardi di euro ogni anno a partire dai prossimi decenni.

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Taglio del gas, meno CO2, rinnovabili. Le 3 mosse per vincere lotta a cambiamenti climatici

Taglio in tre anni di oltre 15 miliardi di metri cubi di gas e 40 milioni di tonnellate di gas serra, puntare sulle rinnovabili, efficienza energetica negli edifici e semplici azioni quotidiane da parte di tutti. Queste le tre proposte di ‘Italy for climate‘ rivolte a governo, istituzioni, imprese e cittadini, lanciate nel corso della Conferenza nazionale sul clima 2022 ‘Crisi energetica e climatica: la nuova road-map per l’Italia’, a Roma, con il patrocinio del ministero per la Transizione ecologica, della commissione Europea e di Rai per la sostenibilità, e la media partnership di Rai Radio 1 e Rai Pubblica Utilità.

Quella di ‘Italy for climate’ è un’iniziativa della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, insieme con Enea e Ispra, promossa da Chiesi, Conou, Davines, Edison, Elettricità futura, Erg, Illy, Italian exhibition group, H+K strategies.

La conferenza nazionale Italy for climate

Si tratta – viene spiegato – di tre nuove proposte operative, ‘da fare subito’, “per intervenire concretamente e velocemente”; che si aggiungono al pacchetto di 40 misure di intervento presentato a dicembre dello scorso anno, articolato per settore economico, per arrivare agli obiettivi della road-map che consentirebbe all’Italia una riduzione delle emissioni di gas serra del 60% al 2030 rispetto al 1990, un azzeramento dell’uso energetico del carbone, il taglio del 41% del petrolio, il taglio del 45% del gas, ossia 30 miliardi di metri cubi pari all’import dalla Russia prima della crisi.

“La lotta al cambiamento climatico e l’obiettivo della neutralità climatica al 2050 – dice Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, promotore di ‘Italy for climate’ – sono una priorità, da cui dipendono il futuro e l’economia del nostro Paese. L’Italia deve dotarsi quanto prima di una legge per il clima, come hanno già fatto Germania, Francia e Regno Unito. Abbiamo accumulato 30 anni di ritardi”.

L’impatto dei cambiamenti climatici e allo stesso tempo “lo scarso impegno nella riduzione delle emissioni” – è la stima messa a punto da ‘Italy for climate’ – comporta “già oggi ingenti danni: incendi, siccità, eventi meteorologici estremi sono conseguenze gravi davanti agli occhi di tutti”; gli effetti su persone, economia, imprese sono “evidenti e saranno sempre più gravi con una perdita del Pil dell’8%, ossia oltre 140 miliardi di euro ogni anno a partire dai prossimi decenni”. La stima fa riferimento a quella che viene definita la “realtà” degli impatti su salute e su produzione alimentare, e mette in evidenza come i danni “continueranno a verificarsi in ogni caso per molti anni, anche invertendo oggi la rotta energetica, a causa dell’inerzia del sistema climatico”.

Le tre nuove proposte “operative e prioritarie” sono “coerenti con il Piano europeo REPowerEU e con un impatto rilevante in tempi relativamente brevi: nei prossimi tre anni da sole produrranno un risparmio di oltre 15 miliardi di metri cubi di gas e un taglio di quasi 40 milioni di tonnellate di gas serra”.

Obiettivo: 80% di elettrificazione da fonti rinnovabili

Come fare? Bisogna “raggiungere al 2030 l’85% della produzione elettrica nazionale attraverso fonti rinnovabili, oggi è circa al 40%; ripensare il superbonus dell’edilizia, per elettrificare 3 milioni di abitazioni in tre anni, con un risparmio di risorse pubbliche e un innalzamento dei benefici ambientali connessi; mobilitare i cittadini, attraverso ‘Faccio-la-mia-parte’, una campagna per incidere molto e velocemente sui consumi di energia attraverso i comportamenti individuali”.

Tre i passi per arrivare a oltre l’80% di elettrificazione da fonti rinnovabili: revisione del quadro normativo, con l’adozione dei nuovi target europei, la classificazione delle fonti rinnovabili come ‘materia di interesse pubblico prevalente’, l’individuazione delle aree di riferimento con iter autorizzativi semplificati e della durata inferiore a un anno. Tra le iniziative in questo ambito, quella dedicata ai ‘tetti solari’, “con l’introduzione di uno sportello unico e iter amministrativo inferiore ai tre mesi”, per “l’obbligo di solarizzazione dei tetti commerciali e pubblici entro il 2027, promozione dell’elettrificazione, dei prosumer e la diffusione dei sistemi di accumulo; attivazione di comunità e territori, promuovere le Comunità energetiche rinnovabili”.

Serve poi “un nuovo e decisivo superbonus” che “purtroppo non ha prodotto risultati sufficienti nell’ottica della riduzione dei consumi energetici e della decarbonizzazione”. Bisogna “puntare con più forza sull’elettrificazione degli edifici residenziali. Un intervento straordinario in questo senso su 3 milioni di abitazioni consentirebbe di tagliare al 2025 circa 2-3 miliardi di metri cubi di gas e circa 6 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, con costi molto più contenuti”.

Ogni cittadino può fare la propria parte

I comportamenti individuali “possono incidere moltissimo e molto velocemente sui consumi di energia e, quindi, sulle emissioni di gas serra”. La proposta è quella di lanciare a livello nazionale una grande campagna di sensibilizzazione collegata all’iniziativa dell’Agenzia internazionale dell’energia e della commissione Europea ‘Playing my part’, che prevede la diffusione su vasta scala di misure comportamentali per i cittadini, e che secondo le stime potrebbe portare “in media a un risparmio annuo per le famiglie di 450 euro insieme alla riduzione di 3 miliardi di metri cubi di gas e di 2 milioni di tonnellate di petrolio, per un taglio delle emissioni pari a circa 12 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti”.

Poi, a monte di tutto ciò c’è “l’urgenza che l’Italia, come già fatto da tutti i grandi Paesi europei, si doti di una legge per il clima, che fornisca un quadro certo e vincolante da qui al 2050, definendo target specifici, anche a livello dei singoli settori produttivi, e azioni chiare e stabili”.

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