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Pubblicato dall’International Energy Agency il nuovo Sustainable Recovery Tracker che monitora come i Governi intendono pianificare gli investimenti previsti dal recovery per la ricostruzione post Covid e il loro impatto nello sviluppo delle energie rinnovabili e sulle emissioni globali di CO2. Nel complesso i governi hanno mobilitato 16 trilioni di dollari a sostegno della ripresa post pandemia Covid-19, la maggior parte dei quali volti ad aiutare famiglie e imprese. Solo il 2% della spesa prevista sarà destinato alle energie pulite, una somma del tutto insufficiente per raggiungere gli obiettivi climatici internazionali e garantire le 0 emissioni nette entro il 2050. 2 Fonte IEA Il Piano di recupero Sostenibile pubblicato dall’IEA all’inizio della pandemia raccomandava viceversa di destinare 1 trilione di dollari a livello globale a misure a sostegno dell’energia rinnovabile. Secondo il piano – sviluppato in collaborazione con il Fondo Monetario Internazionale – questa spesa stimolerebbe la crescita economica globale, creerebbe milioni di posti di lavoro e metterebbe il mondo sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Secondo il Tracker con gli attuali piani governativi la spesa totale pubblica e privata per l’energia pulita aumenterebbe a circa 350 miliardi di dollari all’anno entro il 2023 – solo il 35% di quanto previsto dal Piano di Recupero. Con gli attuali piani di spesa per la ripresa dei governi, le emissioni globali di anidride carbonica (CO2) sono destinate a salire a livelli record nel 2023 e a continuare a crescere anche negli anni seguenti. Da quando è scoppiata la crisi del Covid-19, molti governi hanno parlato dell’importanza di costruire per un futuro più pulito, ma alle parole devono corrispondere i fatti, ha sottolineato Fatih Birol, direttore esecutivo dell’AIE. “Nonostante l’aumento delle ambizioni climatiche, la quantità di fondi per la ripresa economica spesi per l’energia pulita è solo una piccola parte del totale”. Il Tracker mostra che la situazione è più grave nelle economie emergenti, la maggior parte degli investimenti in energia pulita viene mobilitata nelle economie avanzate. “I governi devono aumentare rapidamente la spesa e l’azione politica per rispettare gli impegni che hanno preso a Parigi nel 2015, ha aggiunto il dottor Birol. Ma devono poi andare ancora oltre, portando gli investimenti in energia pulita e la diffusione a livelli molto più alti, mettendoci su un percorso verso le emissioni nette-zero entro il 2050, che è stretto ma ancora raggiungibile – se agiamo ora”. I dati del nuovo Sustainable Recovery Tracker ssaranno discussi in occasione della riunione ministeriale del G20 su ambiente, clima ed energia, in programma a Napoli il 22 e 23 luglio. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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