UE: accordo raggiunto sul Recovery Fund

Dopo giorni di grande incertezza a causa del veto di Ungheria e Polonia, ieri sera è stato finalmente raggiunto l’accordo tra i leader dell’UE a 27 su Recovery Fund e bilancio. Decisivo il ruolo della presidenza tedesca. All’Italia gli aiuti più consistenti, con 209 miliardi

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Aggiornamento dell’articolo del 29 maggio 2020

UE: accordo raggiunto sul Recovery Fund

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Grazie al lavoro di mediazione svolto dalla presidenza tedesca della Ue, ieri sera il consiglio europeo ha raggiunto l’accordo su bilancio e Recovery Fund, il fondo per la ripresa post pandemia, che prevede 750 miliardi di euro tra sovvenzioni e prestiti. All’Italia la fetta più sostanziosa, con 209 miliardi di euro: il presidente Giuseppe Conte ieri sera ha twittato  “Appena raggiunto in Consiglio europeo l’accordo definitivo sul NextGenerationEU. Questo significa poter sbloccare le ingenti risorse destinate all’Italia: 209 miliardi. Approvato anche il Bilancio pluriennale. Ora avanti tutta con la fase attuativa: dobbiamo solo correre!”

Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel ha confermato ieri sera l’accordo sul Next Generation EU e Recovery Fund su twitter “Ora possiamo iniziare a ricostruire le nostre economie. Il nostro pacchetto di recupero guiderà le nostre transizioni verdi e digitali”.

Soddisfatta anche la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen che ha twittato “L’Europa va avanti! Accordo #EUCO sul bilancio europeo e #NextGenerationEU. 1.800 miliardi di euro per sostenere la ripresa e costruire un’Europa più verde, più robusta e digitale”.

La presidenza tedesca dell’UE è riuscita dunque a superare il veto di Polonia e Ungheria sull’essenziale rispetto delle regole dello stato di diritto per ricevere i fondi. La Commissione ha inserito una “dichiarazione interpretativa” promettendo maggiori garanzie ai due paesi rispetto al meccanismo di condizionalità. Inoltre le norme a tutela dello stato di diritto entreranno in vigore dopo l’approvazione della Corte di Giustizia dell’Unione.

Bilancio e Recovery Fund dovrebbero partire dal primo gennaio 2021, anche se è probabile che i fondi non arriveranno prima di qualche mese. In ogni caso per entrare in vigore deve avere l’ok del Parlamento europeo.


29/5/2020

UE: rinnovabili per una ripresa economica sostenibile

La presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen ha presentato il programma biennale da 750 miliardi di euro che guarda alle energie rinnovabili per garantire la crescita sostenibile e l’occupazione della “Next Generation EU

La presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen presenta il programma Next Generation UE

Il programma di ripresa, “Next Generation EU“, presentato dalla presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen, grazie a prestiti e sovvenzioni, ha l’obiettivo di garantire i fondi necessari a tutti i paesi per una ripresa economica sostenibile dalla crisi COVID-19.

La proposta biennale da 750 miliardi di euro  è stata sviluppata in conformità con gli obiettivi dell’European Green Deal, il quadro politico a lungo termine dedicato a realizzare un’economia UE neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050.

Il programma proposto dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen prevede principalmente sovvenzioni non rimborsabili – 500 miliardi mentre i 250 miliardi rimanenti tramite prestiti a condizioni favorevoli -, con i governi che avranno un ruolo cruciale nel decidere come spendere i fondi. “La nostra volontà di agire deve essere all’altezza delle sfide che tutti noi dobbiamo affrontare”, ha detto von der Leyen al Parlamento europeo.

Il fondo rientra in un quadro finanziario pluriennale aggiornato (QFP), il bilancio a lungo termine dell’UE che tra il 2021 e il 2027 muoverà altri 1,1 miliardi di euro, ammontando nel complesso a un totale di 1,85 trilioni di Euro, e si affianca alle tre reti di sicurezza di 540 miliardi di euro di prestiti, già approvate dal Parlamento e dal Consiglio.

L’esecutivo dell’UE intende ripagare il debito ripartendo i costi lungo periodo di 30 anni, a partire dal 2028 e introducendo nuove tasse europee, tra cui tasse “verdi” sulle emissioni di carbonio o sulle materie plastiche, o anche una tassa digitale.

Oltre al pacchetto UE annunciato oggi, gli Stati membri hanno anche adottato misure nazionali di stimolo fiscale per un totale di oltre il 3% del PIL dell’UE (circa 420 miliardi di euro).

La Presidente Von der Leyen ha sottolineato che i fondi saranno destinati soprattutto delle regioni più colpite: proprio per questo la maggior parte delle sovvenzioni andrà all’Italia, che potrebbe ricevere fino a 82 miliardi di euro a fondo perduto e circa 91 miliardi di prestiti,  e alla Spagna che potrebbe ricevere fino a 77 miliardi di euro. Ma tutti gli Stati membri potranno accedere ai recovery funds: la Commissione ha proposto di fissare un tetto massimo di sovvenzioni e prestiti.

Gli Stati dovranno ora presentare piani di ripresa

I governi nazionali dovranno presentare piani di ripresa e di resilienza per gli investimenti e le riforme, per poter accedere alla maggior parte dei 750 miliardi di euro.

I piani di investimento dovranno essere allineati con le trasformazioni verdi e digitali e rispettare lo Stato di diritto. Nel frattempo, le proposte di riforma dovrebbero essere “guidate” dalle raccomandazioni specifiche per paese formulate dalla Commissione.

Una volta inviati i piani nazionali a Bruxelles, attraverso la procedura di “comitology“, la maggioranza qualificata (cioè il 55% degli Stati membri) deciderà se adottare un piano nazionale.

La proposta della Commissione europea per il Recovery Fund è un “importante passo” in avanti e”sarà al centro del vertice Ue del 19 giugno. Bisogna fare di tutto per arrivare a un accordo prima della pausa estiva” ha scritto in un tweet il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel.

Le rinnovabili al centro della ripresa

Lo sviluppo di progetti di energia rinnovabile, a partire dal fotovoltaico, è stato citato come un pilastro chiave della strategia di ripresa dell’UE.

Aurélie Beauvais, CEO ad interim di SolarPower Europe ha sottolineato che lo strumento del recovery è in linea con una ripresa verde e accelererà la transizione energetica dell’UE verso il raggiungimento degli obiettivi del Green Deal. Il solare e le energie rinnovabili sono stati riconosciuti come la chiave per la crescita economica e la resilienza futura dell’Europa. “Il settore solare dell’UE è pronto a rilanciare l’economia, con centri di ricerca e sviluppo leader a livello mondiale e tecnologie all’avanguardia, che possono contribuire a raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica, oltre a creare nuovi posti di lavoro e crescita in tutto il continente. Particolarmente positivo per il fotovoltaico è l’annuncio della “Strategic Investment Facility“, che mira a sbloccare 150 miliardi di euro di investimenti nelle energie rinnovabili e nelle tecnologie di stoccaggio dell’energia, con l’ulteriore impegno della Commissione di accelerare la “Clean Hydrogen Strategy and Alliance”. Un ulteriore passo avanti è quello di garantire che la produzione di idrogeno in Europa si basi sull’elettricità rinnovabile, che ha zero emissioni di gas serra e aumenterà la sicurezza energetica dell’UE”.

Miguel Herrero Cangas, coordinatore SolarPower Europedel progetto degli edifici solari, ha sottolineato che la decarbonizzazione del patrimonio edilizio europeo è uno degli obiettivi più importanti per il raggiungimento degli obiettivi climatici della Commissione. L’installazione del FV su edifici ristrutturati nell’UE assicurerebbe di risparmiare milioni di tonnellate di CO2 ogni anno, e quindi è positivo che lo strumento di recovery includa la proposta di raddoppiare i fondi dedicati alle infrastrutture sostenibili del programma ‘InvestEU‘ a sostegno degli interventi di riqualificazione. “Gli Stati membri potranno utilizzare i fondi del Recovery and Resilience Facility per aumentare il tasso di ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente, il che rappresenta un’opportunità significativa per investire nelle tecnologie fotovoltaiche sui tetti o nel fotovoltaico integrato negli edifici (Building-Integrated Photovoltaics – BIPV), settore in cui l’Europa è già leader”.

Ora Consiglio europeo e Parlamento europeo discuteranno il piano proposto dalla Commissione.

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