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Via libera definitivo, con la firma dei ministri dello Sviluppo economico Corrado Passera, dell'Ambiente Corrado Clini e dell'Agricoltura Mario Catania, ai decreti ministeriali del Quinto Conto Energia che definisce i nuovi incentivi per l'energia fotovoltaica e a quello per le rinnovabili elettriche non fotovoltaiche: idroelettrico, geotermico, eolico, biomasse, biogas. In un comunicato del Ministero dello Sviluppo Economico si legge che "il nuovo regime permetterà di raggiungere e superare gli obiettivi europei delle energie rinnovabili attraverso una crescita virtuosa, basata su un sistema di incentivazione equilibrato e con forti ricadute sull'economia italiana tale da ridurre l'impatto sulle bollette di cittadini e imprese". Il Ministero sottolinea che i Decreti pongono le basi per uno sviluppo ordinato e sostenibile delle energie rinnovabili, allineando gli incentivi ai livelli europei e adeguandoli agli andamenti dei costi di mercato delle tecnologie (calati radicalmente nel corso degli ultimi anni). Si introduce inoltre un sistema di controllo e governo dei volumi installati e della relativa spesa complessiva (aste per impianti grandi e registri per impianti di taglia media). In linea con le previsioni della precedente normativa, il nuovo sistema entrerà in vigore 45 giorni dopo il superamento (previsto a breve) della soglia di 6 miliardi di incentivi per il fotovoltaico, e il 1 gennaio 2013 per il non fotovoltaico, per il quale è previsto comunque un periodo transitorio di 4 mesi. Rispetto alle bozze iniziali sono state effettuate alcune modifiche che però hanno tenuto conto solo in parte dei pareri dell'Autorità per l'Energia e della Conferenza Unificata, di specifiche mozioni Parlamentari e di suggerimenti di Associazioni di categoria. In particolare sono previsti: • Un ampliamento del budget di spesa, per un totale di 500 Milioni di Euro annui – pari a ulteriori 10 Miliardi di Euro di spesa su 20 anni – suddivisi tra Fotovoltaico (200 Milioni) e Non-Fotovoltaico (300 Milioni)• Una forte semplificazione delle procedure per l'iscrizione ai registri • L'innalzamento delle soglie di accesso ai registri per tutte le categorie rilevanti. In particolare, per il fotovoltaico, vengono esentati dai registri gli impianti a concentrazione, quelli innovativi e quelli realizzati da Amministrazioni pubbliche, oltre a quelli in sostituzione di amianto fino a 50 KW. Inoltre, sono esentati gli impianti tra 12 e 20 KW che richiedono una tariffa ridotta del 20%• Un premio per gli impianti fotovoltaici realizzati in sostituzione di coperture in amianto e per quelli con preponderante uso di componenti europei• Un incremento degli incentivi per alcune specifiche tecnologie che presentano una forte ricaduta sulla filiera nazionale, ad esempio: geotermico innovativo, fotovoltaico a concentrazione e innovativo• Una rimodulazione dei termini di pagamento dei certificati verdi• La conferma della priorità di accesso al registro per gli impianti realizzati dalle aziende agricole. "Con i due decreti firmati oggi – hanno dichiarato i ministri Catania, Clini e Passera – viene introdotto un sistema di incentivi moderno, sostenibile ed equo. L'energia rinnovabile è un pilastro fondamentale della nostra strategia, ed è per questo essenziale supportarla in modo efficace, favorendo le fonti che possono sviluppare una filiera produttiva nazionale, senza generare dannose competizioni con la produzione alimentare. Allo stesso tempo, con questi decreti si pone un freno alla crescita dei costi energetici per i cittadini e le imprese. La sostenibilità economica e ambientale sono i due cardini della strategia energetica del Paese" concludono i tre ministri. Si fanno intanto già setire le prime critiche: il Senatore PD Francesco Ferrante ha così commentato "Il punto a mio parere è che, sia con il V conto energia sul fotovoltaico, con gli assurdi registri, sia con il decreto non fv, di nuovo con registri e aste, si è scelto un meccanismo che non promuove anzi ostacolerà lo svilpuppo di un settore che invece andava acccompagnato con dolcezza per quel breve tratto che lo avrebbe portato alla grid parity e quindi a nessun incentivo. Si è scelta una strada diversa e questo è un errore grave sia perché perdiamo tempo nei confronti con i nostri competitori internazionali, sia – ancor più triste – perché il settore delle rinnovabili svolgeva funziona anticiclica importante in fase recessiva e ora invece rischia di essere effetto moltiplicatore della stessa con le tante annunciate richieste di cassa intergazione.Oggi, con la speranza che nonostante le scelte di una politica , che si è rivelata ancora una volta inadeguata a cogliere le opportunità del cambiamento, il settore riesca comunque a sopravvivere, crediamo si debba lavorare da subito per un quadro nuovo di regole che già dal prossimo anno, con la nuova legislatura, permetta la diffusione delle rinnovabili attraverso la rivoluzione della rete e consenta che le fonti del futuro possano da subito esprimere tutte le loro potenzialità". «Seppur con grave ritardo nella loro emanazione – commenta Agostino Re Rebaudengo, Presidente di APER – finalmente gli operatori possono conoscere i contenuti definitivi dei decreti che ridisegneranno il settore delle rinnovabili nel loro complesso, uscendo così da una situazione di totale incertezza che durava ormai da troppo tempo. Ad una prima analisi, e riservandoci commenti approfonditi e puntuali in seguito, apprendiamo che, nonostante qualche lieve miglioramento, le numerose proposte sollecitate da Bruxelles, così come le richieste esplicitamente avanzate sia dalla Conferenza Unificata sia da APER, non sono state accolte se non in minima parte. Permangono infatti dei gravi elementi che ci preoccupano, a partire dall'assenza di un periodo transitorio adeguato a tutelare gli investimenti in corso fino alla mancata opportunità di sviluppo per le filiere produttive. Soprattutto rileviamo che non è stata prevista alcuna reale misura di semplificazione volta a ridurre gli "extra costi" subiti dal settore a causa della burocrazia, ma addirittura sono stati introdotti ulteriori meccanismi quali le aste, i contingenti annuali di potenza per i nuovi impianti e per i rifacimenti di quelli esistenti, l'introduzione dei registri anche per gli impianti di piccola taglia. Nessun accenno infine a politiche di supporto per il raggiungimento della grid parity: stupisce che i provvedimenti non contemplino infatti la possibilità dell'innalzamento del limite dello scambio sul posto e l'implementazione dei SEU, che potrebbero al contrario rappresentare un nuovo paradigma di sviluppo per la generazione distribuita. Misure queste ultime che contrastano palesemente con gli obiettivi europei sia in tema di energie rinnovabili sia di efficienza energetica, e ancor di più con quelli di recupero di produttività del nostro Paese. Siamo un settore industriale di primaria importanza per il tessuto economico italiano: i continui e repentini cambi delle regole del gioco e la mancanza di una lungimirante politica energetica nazionale rischiano di portare alla crisi anche il nostro comparto che al contrario, fino ad oggi, ha garantito sviluppo e occupazione». Decreto ministeriale 5 luglio 2012 – Incentivi per energia da fonte fotovoltaica Decreto ministeriale 6 luglio 2012 – Incentivi per energia da fonti rinnovabili elettriche non fotovoltaiche Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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