Nel 2021 vendute 5,6 milioni di auto elettriche

Secondo il Rapporto Zero-Emission Vehicles Factbook entro fine anno saranno 5,6 i milioni di auto elettriche vendute, in crescita dell’80% rispetto all’anno precedente. Le case automobilistiche mirano a 40 milioni all’anno entro il 2030

 Nel 2021 vendute 5,6 milioni di auto elettriche

BloombergNEF ha presentato, in occasione della COP26, il Rapporto Zero-Emission Vehicles Factbook che analizza i progressi verso le 0 emissioni del settore del trasporto su strada e segnala la crescita inarrestabile del mercato delle auto elettriche: entro fine anno si prevedono 5,6 milioni di vendite, in aumento dell’80% rispetto al 2020 e del 168% sul 2019. E le case automobilistiche sono sempre più preparate, il 32% si dichiara pronta a passare al full electric entro il 2035 e si impegnano a vendere 40 milioni di auto elettriche all’anno entro il 2030.

Nel Rapporto si legge che nei primi 6 mesi del 2021, le vendite di veicoli a spina (compresi i veicoli elettrici a batteria, ibridi plug-in e a celle a combustibile) sono aumentate del 140% rispetto allo stesso periodo del 2019, raggiungendo il 7% delle vendite globali di auto passeggeri (nel 2019 era il 2,6%). In totale oggi circolano circa 13 milioni di veicoli elettrici, di cui 8,5 sono a zero emissioni perché privi di motore termico (ZEV), sia elettrici a batteria che a celle a combustibile.

Contemporaneamente dal 2019 è aumentata del 22% la flotta di bus a zero emissioni ed entro fine anno si prevede che il 18% di tutti gli autobus comunali siano green.

Dati che hanno fatto modificare al rialzo le previsioni del BNEF per la transizione verso la mobilità elettrica entro il 2040: la stima è passata da 495 milioni di veicoli nel 2019, ai 677 milioni del 2021. Tra i motivi a sostegno della crescita del settore il Rapporto segnala il miglioramento della tecnologia e la diminuzione dei costi delle batterie, una più rapida diffusione delle infrastrutture di ricarica, una gamma più ampia di modelli disponibili, una maggiore autonomia e velocità di ricarica.

Aleksandra O’Donovan autrice del rapporto sottolinea che “Le vendite di veicoli con motore a combustione interna devono fermarsi intorno al 2035 per garantire che entro il 2050 il trasporto stradale globale sia a zero emissioni. Nonostante gli importanti progressi fatti negli ultimi 2 anni c’è ancora un grande divario da colmare se vogliamo rispettare la scadenza del 2035 a livello globale”.

Mobilità sostenibile, il punto alla COP26

Non c’è più tempo da perdere considerando che il settore dei trasporti, secondo il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC), è responsabile di circa un quarto delle emissioni globali di gas serra, e le sue emissioni sono più che raddoppiate dal 1970.  L’agenzia ambientale delle Nazioni Unite UNEP calcola che ancora oggi il settore sia quasi interamente dipendente dai combustibili fossili.

Alla COP26, più di 100 governi e grandi imprese hanno firmato la Dichiarazione di Glasgow su auto e furgoni a zero emissioni per porre fine alla vendita di motori a combustione interna nei mercati principali entro il 2035 e nel 2040 in tutto il mondo. 13 nazioni inoltre si sono impegnate a stoppare la vendita di veicoli pesanti alimentati da combustibili fossili entro il 2040.

Anche per l’industria marittima alla COP26 si sono poste le basi per una transizione green: sono 200 le imprese di tutta la catena del valore del trasporto marittimo che si sono impegnate a commercializzare navi e carburanti a zero emissioni entro il 2030. 19 paesi hanno firmato la dichiarazione di Clydebank a sostegno della realizzazione di rotte di navigazione a zero emissioni, ciò significa creare almeno sei corridoi marittimi a zero emissioni entro la metà di questo decennio, nei quali le navi viaggerebbero senza usare combustibili a base di idrocarburi ma utilizzando combustibili derivati dall’idrogeno verde.

Le imprese dell’industria aeronautica hanno annunciato un impegno ad accelerare la diffusione di carburanti sostenibili – prodotti da materie prime come l’olio da cucina, l’olio di palma di scarto di animali o piante e i rifiuti solidi – al 10% della domanda globale di jet fuel entro il 2030. Si riuscirebbe in questo modo a ridurre le emissioni di anidride carbonica di 60 milioni di tonnellate all’anno.

 

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