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In un contesto in cui la transizione energetica è diventata una priorità sia a livello europeo che nazionale, regole burocratiche e normative inefficienti rallentano in molti paesi dell’Unione Europea le installazioni rinnovabili. Nonostante le leggi dell’UE obblighino gli Stati europei a semplificare le autorizzazioni per i progetti di energia green, la loro attuazione è carente e sono ancora necessari miglioramenti a livello nazionale. E’ quanto emerge dal nuovo documento di SolarPower Europe pubblicato a 9 mesi dall’adozione della legge di emergenza dell’UE in risposta alla crisi energetica, norma voluta per facilitare e accelerare la diffusione delle energie rinnovabili e i relativi processi autorizzativi. Anche se si sono registrati alcuni miglioramenti nei sistemi di autorizzazione di alcuni paesi, questi non sono sufficienti. Il fatto che in soli nove mesi siano stati fatti progressi nei quadri normativi nazionali è un segno positivo. Mostra che, quando c’è la volontà politica e quando vengono adottate le migliori pratiche, è possibile superare gli ostacoli burocratici che hanno frenato lo sviluppo delle energie rinnovabili. Nel documento si sottolinea che, nonostante questi passi avanti, molti Stati membri dell’UE sono ancora indietro nell’attuazione delle misure necessarie per una transizione energetica efficace. E’ necessario che che i paesi membri adottino ulteriori misure per garantire che le energie rinnovabili possano essere effettivamente implementate e utilizzate per affrontare la crisi energetica in corso. Alcune questioni chiave rimangono irrisolte. Nell’ambito della la direttiva sulle energie rinnovabili (RED) per esempio gli sviluppatori del progetti sono preoccupati per le difficoltà in materia di autorizzazioni. Segnalano che la modernizzazione e la digitalizzazione dei processi sta avvenendo ma troppo lentamente e questo fattore potrebbe ostacolare la rapida attuazione di progetti di energia rinnovabile. Per quanto riguarda le nuove installazioni di fotovoltaico, l’analisi sottolinea che si deve andare oltre ai tetti e che i Paesi non stanno massimizzando il potenziale delle superfici artificiali. Inoltre manca una precisa mappatura del territorio e non è ancora chiaro agli sviluppatori di energie rinnovabili quali siano le “aree di accelerazione” che dovranno essere integrate come parte della RED. Le performance dei Paesi per snellire la burocrazia L’analisi delle prestazioni nazionali si basa su 8 indicatori chiave rispetto alle misure di pianificazione e autorizzazione. Ci sono alcune buone performance, è per esempio emerso che la maggior parte dei paesi ha semplificato le procedure per la connessione di piccoli progetti solari alla rete elettrica. D’altra parte sono negativi i dati relativi al rispetto dei termini di legge per l’autorizzazione degli impianti, che raggiunge solo un tasso di attuazione del 25%. Il documento mostra quali sono i paesi più virtuosi nella semplificazione della burocrazia per l’autorizzazione degli impianti rinnovabili. Alcuni paesi si sono mossi rapidamente per implementare le riforme, dimostrando che è possibile fare progressi significativi in tempi relativamente brevi. Il Belgio e il Portogallo si comportano particolarmente bene, avendo attuato il 75% della legislazione. La Germania è l’unico paese che ha completamente implementato almeno tre delle otto misure. Bulgaria, Repubblica Ceca, Paesi Bassi e Polonia hanno invece i tassi più bassi di attuazione. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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