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L'emendamento di fonte governativa alla Finanziaria per il 2010, che tanto aveva allarmato il settore contenente drastici tagli all'incentivazione delle fonti rinnovabili, è stato ritirato, così come richiesto dalle Associazioni ANEV, APER, ASSOSOLARE, FEDERPERN, FIPER, GREENPEACE ITALIA, ISES ITALIA, ITABIA, KYOTO CLUB e LEGAMBIENTE attraverso un Documento Congiunto.L'emendamento in questione, che sarebbe stato presentato alla Camera nei prossimi giorni, prevedeva sia una forte riduzione dei coefficienti di incentivazione alle fonti rinnovabili non programmabili, a causa delle difficoltà di dotare gli impianti di una capacità di accumulo dell'energia, sia una drastica riduzione del valore del prezzo di riferimento del Certificato Verde, che sarebbe passato da un prezzo medio di mercato pari a circa 85,00 €/MWh a circa 40,00 €/MWh. Inoltre veniva attribuito a Terna l'insindacabile potere di stabilire la massima quantità di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile non programmabile che può essere connessa ed erogata."Le conseguenze negative di un simile provvedimento" – ha sottolineato il presidente di ISES ITALIA, G.B. Zorzoli, nel rallegrarsi per la decisione di ritirare l'emendamento – "sarebbero state non solo di tipo energetico (maggiore dipendenza dall'import di idrocarburi) e ambientale, ma anche di natura economica (mancato sviluppo di un settore produttivo ad alto tasso di innovazione, quindi con ricadute oppositive in termini di occupazione qualificata) e finanziaria, viste le penalità da pagare per non avere ottemperato agli impegni già assunti. L'auspicio quindi – ha concluso Zorzoli – è che il Governo mantenga un atteggiamento coerente, in materia di strategia delle politiche energetiche nazionali, con quanto più volte dichiarato da mesi nelle varie sedi istituzionali, sostenendo con continuità e concretezza lo sviluppo dell'efficienza energetica e la promozione delle fonti rinnovabili, che rimangono gli strumenti fondamentali per il riequilibrio del mix energetico nazionale e la transizione a un'economia a bassa intensità di carbonio".L'Anev auspica che il "governo ponga mano una volta per tutte in maniera organica e funzionale al raggiungimento degli obiettivi all'intero settore e si propone di collaborare fattivamente. Un quadro normativo di sostegno chiaro, sostenibile e adeguato è infatti l'unico in grado di consentire nel medio e nel lungo periodo la crescita industriale del settore e di sfruttare al meglio gli impegni assunti in tema di fonti rinnovabili". Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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