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L'arida logica dei costi può impressionare. E' caro, ma promette moltissimo: saranno necessari 400 miliardi di euro per costruire, nel deserto del Sahara, degli impianti solari. Estesi su una superficie di 50 chilometri quadrati, sarannoo capaci di produrre energia per coprire il 15% del fabbisogno dell'Europa. Nato tedesco, ma pronto a diventare poliglotta. E' Desertec. Un progetto allestito con la collaborazione di compagnie elettriche, produttori di rinnovabili e istituti di credito tedeschi, a cui ora s'aggiungono altre nazioni. Tra di esse, anche l'Italia: si sono oramai conclusi i colloqui che porteranno anche Enel a far parte del consorzio che dedicherà i prossimi tra anni a studiare la fattibilità del progetto: il primo passo concreto per la realizzazione delle centrali. La Francia sarà presente con Edf. E' attesa la Spagna, con RedElectrica, cioè la maggiore società spagnola di trasmissione di energia. Tutti i nuovi attori affiancheranno i tedeschi di E.On e di Siemens, tra i promotori del consorzio originario. La particolarità del progetto non è solo nelle colossali dimensioni, ma anche nel fatto che, contrariamente alle aspettative, non si avrà la presenza di impianti fotovoltaici, ma di più semplici specchi. Roberto Deambrogio, responsabile del business development di Enel Green Power: "Desertec prevede che la conversione di energia solare in energia elettrica possa avvenire attraverso due tecnologie: quella fotovoltaica e quella a concentrazione. La prima converte le radiazioni solari direttamente in energia elettrica attraverso pannelli, mentre quella a concentrazione prevede la raccolta e la concentrazione dei raggi solari attraverso specchi per la produzione di vapore che sarà inviato a turbine per la produzione di energia elettrica". Con l' utilizzo degli specchi c' è anche un altro vantaggio: "La tecnologia a concentrazione attraverso l'utilizzo di sali fusi come fluido termodinamico può permettere l'immagazzinamento di energia solare e la sua trasformazione in energia elettrica in assenza di sole, quindi, anche di notte". Agli ovvi problemi "politici", si sommano, per ora, anche difficoltà tecniche: come far arrivare i kilowattora prodotti nel Sahara fino alle coste europee visto che l' unico cavo che al momento collega le due sponde si trova tra la Spagna e il Marocco? Sarà inevitabile moltiplicare le linee, tanto è vero che, dei 400 preventivati, 35 miliardi sono proprio destinati allo sviluppo della rete di trasmissione. Un ambito in cui l' Italia, per la sua posizione geografica, giocherà un ruolo di primo piano. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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