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I paesi del GCC, Consiglio di Cooperazione del Golfo, nell’ambito dei propri piani di sviluppo, installeranno 7 gigawatt (GW) di nuova capacità di energia elettrica da fonti rinnovabili entro gli inizi del 2020. L’Organizzazione GCC Consiglio di cooperazione del Golfo riunisce 6 paesi del del golfo Persico con l’obiettivo di assicurare stabilità economica e politica (Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar). Un recente rapporto pubblicato da Irena – Agenzia internazionale per le energie rinnovabili – evidenzia che in questi paesi è in atto una vera e propria transizione verso le energie pulite, che nella regione sono già oggi la forma più competitiva di produzione di energia elettrica. Entro il 2020 infatti verranno installati 7 gigawatt (GW) di nuova capacità di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Il ruolo più importante sarà quello del fotovoltaico che rappresenterà i 3/4 delle nuove installazioni, seguito dai sistemi a concentrazione solare (CSP), per il 10% ed eolico, per 9%. Alla fine del 2017 la regione aveva circa 146 GW di potenza installata, di cui 867 megawatt di energia rinnovabile, il quadruplo rispetto al 2014. Circa il 68% di questa capacità si trova negli Emirati Arabi Uniti, seguiti da Arabia Saudita, con il 16% e Kuwait, con il 9%. Grazie in particolare all’abbondanza di risorse e a politiche di sostegno, il prezzo del fotovoltaico è più basso di 3 centesimi per chilowattora e quello dei sistemi a concentrazione solare (CSP) di 7,3 centesimi per chilowattora, che è inferiore a quello che alcune aziende di pubblica utilità della regione pagano per il gas naturale. Dal Rapporto “Renewable Energy Market Analysis: GCC 2019“, lanciato durante la settimana della sostenibilità di Abu Dhabi, emerge che il raggiungimento degli obiettivi dichiarati per il 2030 può garantire significativi benefici economici alla regione. Tra questi la creazione di oltre 220.000 nuovi posti di lavoro e il risparmio di oltre 354 milioni di barili di petrolio equivalente nei settori energetici regionali, si potrebbero inoltre ridurre le emissioni di anidride carbonica del settore energetico di 136 milioni di tonnellate (-22%), e i prelievi di acqua per il settore energetico di 11,5 trilioni di litri (-17%). “Il CCG è tra le regioni più attraenti al mondo per lo sviluppo di progetti di energia solare ed eolica su larga scala, grazie all’abbondanza di risorse, ad un ambiente politico favorevole e ai prezzi più bassi di sempre – ha commentato il Direttore Generale dell’IRENA, Adnan Z. Amin. Come regione esportatrice di combustibili fossili, la transizione di questi paesi verso un futuro energetico rinnovabile è un segnale molto importante per gli investitori di tutto il mondo”. “L’impegno degli Emirati Arabi Uniti a diversificare il mix energetico è fondamentale per i nostri obiettivi di crescita economica a lungo termine e di sviluppo sostenibile, ha detto S.E. Suhail Al Mazrouei, Ministro dell’Energia degli Emirati Arabi Uniti. L’analisi del GCC dell’IRENA fornisce un’ulteriore prova del forte interesse socio-economico per la diffusione delle energie rinnovabili, dalla creazione di posti di lavoro alla riduzione delle emissioni, e le energie pulite diventeranno sempre più il pilastro centrale dello sviluppo a basse emissioni di carbonio”. La ricchezza e lo sviluppo socioeconomico in tutto il CCG rimangono naturalmente legati in maniera consistente alle importanti riserve di petrolio e gas della regione. Tuttavia, l’aumento della popolazione e la diversificazione economica hanno portato ad un aumento della domanda di energia. Le rinnovabili, sebbene siano entrate relativamente di recente nel panorama energetico del CCG, hanno un enorme potenziale per ridurre i costi del carburante, le emissioni di carbonio, conservare le scarse risorse idriche e creare posti di lavoro. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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