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“Missione meno 2 gradi”: così potrebbe essere chiamato l’obiettivo della sezione clima-ambiente del G8 che viene inaugurato oggi a L’Aquila. E’ infatti questo il monito proveniente dalla comunità scientifica e diretto ai leader dei Paesi industrializzati. Occorre tenere la temperatura globale sotto quei famosi 2 gradi (rispetto all’epoca pre-industriale) per evitare che il cambiamento climatico diventi irreversibile e minacci il futuro del nostro pianeta. L’appello, oltre che da scienziati e ricercatori, viene anche dalle associazioni ambientaliste che già nei giorni scorsi hanno fatto sentire la loro voce con manifestazioni di protesta. La Situazione Il problema fondamentale consiste nella contrapposizione che vede da una parte i paesi industrializzati che, influenzati dalle lobby industriali, tirano a risparmiare, soprattutto in questa fase di recessione economica, sulle misure per combattere efficacemente il cambiamento climatico. D’altro canto questi paesi vorrebbero che quelli in via di sviluppo, come Cina, India e Brasile, solo per citare i maggiori, procedessero nello stesso drastico ritmo di tagli ai gas serra. Questi Paesi rispondono che l’occidente industrializzato, per tutto il secolo scorso, è cresciuto ed ha inquinato senza regole né limiti, ed ora non può scaricare sugli altri i sacrifici per uscire da questa situazione allarmante. In mezzo i Paesi poveri (Africa, Asia centrale…) che non hanno voce in capitolo, ma sono quelli più esposti rispetto alle conseguenze dei cambiamenti climatici che potrebbero essere indotti da un riscaldamento globale. Berlusconi apre e presiede La presidenza di Berlusconi risulta assai impegnativa: il G8 si occuperà di problemi economici, della tragedia della fame, oltre che dell’emergenza ambientale. Il premier ne sembra consapevole e ha definito “[…] la lotta ai cambiamenti climatici nell’agenda del G8 come una delle priorità della Presidenza italiana. Le responsabilità dovranno essere condivise in modo equilibrato tra i Paesi emergenti, in via di sviluppo e industrializzati – chiarisce Berlusconi – le tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS) dovranno essere parte integrante delle strategie per la lotta ai cambiamenti climatici, perché i combustibili fossili continueranno ad essere una fonte essenziale di energia ancora per molti anni, in particolare nei Paesi in via di sviluppo che avranno bisogno di tecnologie innovative per utilizzare le fonti tradizionali – continua poi i premier – bisogna intraprendere adeguate azioni di adattamento, sostenendo questi Paesi, soprattutto nell’ambito post-Kyoto, reperire le risorse per le strategie di adattamento, promuoverne l’utilizzo efficiente”. Franco Frattini sul MEF – Major Economy Forum Il nostro ministro degli esteri si allinea con la convinzione generale e si dice convinto che al vertice G8 dell’Aquila ci sarà un accordo ambizioso sui cambiamenti climatici: si punta al taglio del 50% dei gas serra entro il 2050 e all’obiettivo di limitare a 2 gradi centigradi l’aumento del riscaldamento globale. “Il Major Economy Forum, che raccoglie i paesi che producono il 90% del prodotto interno lordo del mondo, si accorderà su – ha detto ancora Frattini – dimezzare entro il 2050 le emissioni di CO2 nell’atmosfera. Lo slogan è -50 nel 2050. Se ci accorderemo con Cina, India, Corea, con i paesi africani e sudamericani, sarà un obiettivo estremamente ambizioso”. Angela Merkel Lo stesso obiettivo lo ha sostenuto nei giorni passati il cancelliere tedesco Angela Merkel che ha appunto indicato l’obiettivo del contenimento dell’aumento della temperatura del pianeta entro i 2 gradi in un discorso sul G8 al Bundestag, cosa già fatta in occasione del vertice G8 nel luglio 2008 in Giappone (aveva già indicato il dimezzamento delle emissioni a effetto serra entro il 2050). Manuel Barroso Quasi riconfermato per il secondo mandato come Presidente della nuova Commissione Europea, Manuel Barroso ha fatto notare che: “Il vertice di quest’anno si svolge in un periodo particolarmente difficile. L’Europa ha assunto un ruolo guida nel raccogliere sfide riguardanti, ad esempio, la vigilanza dei mercati finanziari, le politiche sostenibili in materia di clima e il commercio mondiale. Questo vertice è l’occasione per impegnarci ulteriormente. Dobbiamo attuare rapidamente la riforma del sistema finanziario mondiale. Dobbiamo agire con determinazione per contrastare i cambiamenti climatici. Dobbiamo ribadire e onorare i nostri impegni nei confronti dei più poveri”. Gli Ambientalisti Anche le associazioni ambientaliste sono presenti, anche se non invitate al G8 ufficiale, ma come sempre in queste ricorrenze fanno sentire la propria voce, con proteste, proposte e mobilitazioni di attivisti e simpatizzanti. Greenpeace Da sempre si batte per porre un freno ai cambiamenti climatici e per sostenere che l’impatto dell’uomo sul pianeta dovrebbe essere drasticamente ridotto. Occorre assicurarsi – sottolinea Greenpeace, che ieri ha fatto girare per le città italiane attivisti mascherati da orsi polari ‘senzatetto’ – che entro il 2020 i Paesi industrializzati taglino le emissioni del 40% rispetto al ’90. Nello stesso tempo bisognerebbe sostenere i Paesi in via di Sviluppo, affinché anche questi, senza diminuire la loro crescita, riescano a ridurre le emissioni del 15-30%. WWF ‘‘Un impegno chiaro é un dovere assoluto per i Paesi del G8 – ha dichiarato Kim Carstensen, leader della Global Climate Initiative del WWF – I Paesi che si riuniranno a L’Aquila hanno la grande responsabilità di mostrare una leadership sul clima. Senza la loro azione non possiamo aspettarci che il resto del mondo faccia qualcosa. Un impegno chiaro che definisca nero su bianco la soglia del pericolo a 2 gradi é un dovere assoluto per i Paesi del G8″. ‘‘Dai leader del G8 ci aspettiamo una dichiarazione chiara per la riduzione delle proprie emissioni di almeno l’80% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2050. – ha ribadito Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia – E’ il minimo indispensabile e qualunque obiettivo più debole sarà un completo fallimento. Una dichiarazione ferma da parte del G8 invierà un forte segnale al mondo in via di sviluppo e renderà più facile la riduzione delle emissioni anche per le economie in via di rapido sviluppo”. La voce degli esperti Secondo i ricercatori e gli studiosi i Paesi industrializzati devono ridurre le proprie emissioni del 95% entro il 2050, e di almeno il 40% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990. In questo quadro gli Stati Uniti devono impegnarsi su un obiettivo paragonabile per tipologia, penali e scadenze. Qualsiasi risultato venga raggiunto a L’Aquila, dovrà però poi essere sottoposto al vaglio del G20 che si terrà a Pittsburgh a fine settembre. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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