CONFINDUSTRIA FINCO: Importante (ed urgente) il rinnovo del 55% oltre il 2010

F.IN.CO (Federazione Industrie, Prodotti, Impianti e Servizi per le Costruzioni) fa il punto sul tema delle detrazioni del 55% attraverso la voce di Libero Ravaioli, Consigliere incaricato per l’Europa nonché Vice Presidente CEPMC (Federazione Europea dei Produttori dei Materiali da Costruzione).
“In quattro anni di applicazione le detrazioni del 55% hanno contribuito ad innescare cambiamenti epocali e trasversali nel comparto italiano del risparmio energetico. Sono state un valido supporto per l’industria italiana per quello che riguarda gli investimenti in ricerca ed in innovazione, hanno sviluppato una “coscienza energetica” nei progettisti e nei consumatori, oggi sempre più informati sulle opportunità che determinati prodotti ed impianti possono apportare al risparmio energetico ed hanno fatto emergere una quota significativa ed importante di sommerso con un conseguente beneficio per l’erario.” – esordisce Ravaioli.
“Quattro anni della misura del 55% hanno prodotto circa 600.000 interventi di riqualificazione energetica per un risparmio di circa 4.500 GW/h.
Un numero significativo di interventi, ma ancora una goccia nel mare del patrimonio immobiliare italiano, uno dei più belli al mondo ma anche uno dei più antichi ed energivori.” – prosegue il Consigliere avanzando una domanda che richiama i possibili futuri scenari: “Cosa avverrà per il 2011?”
L’Ufficio Studi Economici Uncsaal (una delle Associazioni Finco più interessate alla misura), in collaborazione con l’Università di Lugano, ha evidenziato in una  analisi che sarà presentata il prossimo 2 ottobre, l’impatto di una ipotetica mancata conferma del 55% oltre il 2010. E’ sufficiente un dato per illustrarne gli effetti: senza il 55% l’intero comparto italiano industriale si ridimensionerà di circa un miliardo di euro (350.000.000 solo con riferimento al settore metallico) e questo comporterebbe la chiusura di centinaia di aziende e la perdita di migliaia di posti di lavoro.
Ravaioli incalza: “Rinnovare il 55% oltre la fine di quest’anno non significa però soltanto dare respiro alle nostre industrie ancora nel tunnel di una crisi congiunturale lunga e difficile da superare, non rappresenta solo la volontà di incentivare “consumi intelligenti” in una vasta platea di proprietari di case, non vuol dire soltanto “moralizzare” un mercato delle costruzioni ancora caratterizzato da squarci di “grigio” o di “nero”, ma possiede soprattutto una valenza: fare il bene del nostro Paese consentendo di risparmiare migliaia di GW/h e di preservare l’atmosfera da tonnellate di emissioni nocive”.
“Abbiamo cognizione che l’attuale Esecutivo ha ben presenti tutti questi fattori e conosciamo a fondo i problemi di bilancio, ma sappiamo che il 55% è solo apparentemente una voce di spesa, come evidenziato da uno studio commissionato dall’Enea.  E questo è il punto focale: lo sgravio del 55% sugli interventi per l’efficienza energetica, afferma Fabio Brivio, Consigliere Incaricato Finco per la Sostenibilità, non fa risparmiare solo energia ed emissioni, ma conviene anche economicamente: in quattro anni il ritorno per il Sistema Paese di questa misura è di quasi 4 miliardi di euro superiore alla cifra spesa, o meglio non incamerata, dallo Stato.”
“Non riteniamo si debbano apportare modifiche, se non in senso eventualmente integrativo ed accrescitivo (allargando per esempio l’agevolazione alle schermature solari) alle misure attualmente previste.
Sarebbe singolare, in un Paese che deve ancora combattere con una evasione fiscale di oltre 100 miliardi, “rifarsi” penalizzando imprese e dipendenti che lavorano e contribuiscono allo sviluppo delle comunità tutta. In ogni caso auspichiamo una rapida decisione dell’Esecutivo e rimaniamo disponibili a fornire il patrimonio delle nostre conoscenze tecnico-economiche”.
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