Come funziona il fotovoltaico ad uso esclusivo in condominio: come si divide il tetto e permessi necessari 30/04/2025
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Dopo l’accordo raggiunto dagli stati membri delle Nazioni Unite lo scorso Marzo, il 19 giugno l’ONU ha adottato uno storico Trattato globale per proteggere la vita in Alto Mare, ovvero quella che si trova a 200 miglia nautiche dalle coste ed è al di fuori delle giurisdizioni nazionali, sempre più minacciata dall’inquinamento, dai cambiamenti climatici e dalla pesca eccessiva. Il Trattato estende per la prima volta le protezioni ambientali volte a garantire la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità marina delle aree al di fuori della giurisdizione nazionale, che coprono oltre due terzi dell’oceano, sostiene la creazione di aree marine protette e di strumenti per gestire in maniera più sostenibile le risorse oceaniche. Considerando che le zone di mare a oltre 200 miglia dalle coste vengono considerate “di nessuno” e soltanto l’1,2% dell’Alto Mare è attualmente protetto, si tratta di un accordo molto importante che aiuterà a tutelare la biodiversità marina, fondamentale per mitigare gli impatti climatici, limitando le attività dannose in due terzi degli oceani. Tra gli obblighi introdotti dal Trattato, si dovrà valutare il possibile impatto ambientale delle attività in Alto Mare, commisurate alla portata dell’impatto, con la possibilità di interrompere tali attività. Leticia Carvalho, responsabile del Marine and Freshwater Branch del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente ha spiegato che questo Trattato fissa per la prima volta, una base giuridica per la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità marina in alto mare o in aree che sono al di fuori della giurisdizione nazionale. “Si tratta di un importante passo avanti nella protezione della biodiversità, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e del Quadro globale per la biodiversità di Kunming-Montreal“. Finora la struttura di governance degli oceani si è dimostrata inadeguata ad arginare il degrado ambientale e la perdita di biodiversità. Il trattato istituisce un nuovo quadro di riferimento per la conservazione, l’uso e la gestione sostenibile delle risorse marine e offre nuovi strumenti di governance e meccanismi istituzionali per il quadro giuridico e l’equa condivisione dei benefici. L’accordo entrerà in vigore 120 giorni dopo la ratifica, l’approvazione o l’adesione di 60 Paesi. 7/03/2023 Entro il 2030 il 30% dei mari in aree protette, ok al trattato Gli stati membri delle Nazioni Unite hanno raggiunto l’accordo sul testo per un nuovo Trattato globale sull’Alto Mare che, con l’obiettivo di salvaguardare mari e oceani, prevede di inserirne entro il 2030 il 30% in aree protette Dopo 15 anni di discussioni, lo scorso 4 marzo gli Stati Membri delle Nazioni Unite hanno concordato l’accordo per un Trattato Globale per la tutela dell’Alto Mare, ovvero delle aree al di fuori della giurisdizione nazionale, che ha l’obiettivo di inserire il 30% dei mari in aree protette entro il 2030, così da aiutare il raggiungimento dell’obiettivo 30×30 (proteggere il 30% delle aree terrestri e marine e garantire il ripristino del 30% delle aree degradate entro il 2030) fissato nella Convenzione sulla Diversità Biologica a Montreal (COP15). Francesca Santoro, Senior Programme Officer per IOC-UNESCO e responsabile a livello mondiale dell’Ocean Literacy per il Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (2021-2030), sottolinea che: “L’approvazione del Trattato per l’Alto Mare è un avvenimento storico. Le aree fuori dalla giurisdizione nazionale, che occupano circa il 50% della superficie del nostro pianeta, saranno ora tutelate e sarà così possibile istituire aree protette per almeno il 30% della superficie del pianeta entro il 2030. Per noi, come promotori del Decennio del Mare, diventa ancora più forte la spinta a sostenere la ricerca oceanografica in modo che siano i dati e risultati delle ricerche a essere la base di tutte le decisioni importanti che dovremo prendere nei prossimi anni, per passare dall’oceano che abbiamo all’oceano che vogliamo”. Anche il WWF esprime molta soddisfazione: Jessica Battle Senior Global Ocean Governance and Policy Expert commenta che il Trattato permetterà “quella supervisione e integrazione di cui abbiamo bisogno se vogliamo che l’oceano continui a fornire i benefici sociali, economici ed ambientali di cui l’umanità gode attualmente”. Giulia Prato, responsabile Mare del WWF Italia aggiunge che si tratta di un documento molto importante anche per il Mar Mediterraneo che aiuiterà a “proteggere efficacemente gran parte del nostro mare che è al di fuori della giurisdizione nazionale e ridurre l’impatto delle crescenti attività industriali e produttive”. Articolo aggiornato Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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