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L’Internet of Things è un mercato da 2,8 miliardi di euro nel 2016 ed è in crescita grazie soprattutto agli obblighi normativi sui contatori intelligenti e alla diffusione di auto connesse In Italia il mercato dell’Internet of Things è cresciuto nel 2016 del 40% e ha raggiunto i 2,8 miliardi di euro, un risultato superiore alla media europea, grazie sicuramente ad obblighi normativi relativi allo Smart Metering gas, che chiedono alle utility di mettere in servizio almeno 11 milioni di contatori intelligenti entro la fine del 2018. Il settore è passato da 500 milioni di euro nel 2015 a 950 milioni nel 2016 (+90%). Non sono solo i contatori intelligenti ma anche il settore della Smart Car cresce, con 7,5 milioni di auto connesse circolanti: se a questi due settori, che rappresentano più della metà del fatturato IoT, si aggiungono le applicazioni negli edifici (Smart Building), soprattutto per la sicurezza, si supera il 70% del valore totale. Il settore Smart Building nel 2016 è cresciuto del +45% rispetto al 2015, raggiungendo con 510 milioni di euro il 18% del mercato, soprattutto grazie a soluzioni legate alla sicurezza negli edifici e un progressivo spostamento del mercato dai soli grandi edifici industriali ai piccoli uffici e negozi. Si prevede che il mercato continuerà a crescere nei prossimi anni grazie soprattutto all’affermarsi di nuovi canali di vendita che moltiplicano le occasioni di acquisto. Questi i principali risultati della ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano che evidenzia che crescono anche gli oggetti: in Italia sono già 14,1 milioni quelli connessi tramite rete cellulare (+37%), ci sono poi quelli che sfruttano altre tecnologie di comunicazione, come i 36 milioni di contatori elettrici connessi tramite PLC (Power Line Communication), gli 1,3 milioni di contatori gas che comunicano tramite radiofrequenza e i 650mila lampioni per l’Illuminazione intelligente connessi tramite PLC o radiofrequenza. Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things commenta che nel 2016 ci sono stati importanti segni di maturità dell’Internet of Things in Italia e che è giunto il momento di andare oltre il livello attuale di connessione degli oggetti per spostare l’attenzione verso i servizi. Per esempio la Smart Home sempre più connessasarà in grado di monitorare i consumi energetici per diminuire gli sprechi o segnalare tentativi di infrazione. Nella Smart City, settore dal grande potenziale ancora inespresso, i dati raccolti potrebbero far sviluppare ‘sistemi operativi’ per governare meglio il territorio e mettere a punto servizi di valore per la comunità. L’indagine dell’Osservatorio mostra che, nonostante il 51% dei comuni medio-grandi abbia avviato almeno un progetto Smart City negli ultimi tre anni, il 56% delle iniziative è ancora in fase sperimentale. Si conferma in ogni caso la propensione a sperimentare per il 2017, ma le amministrazioni fanno fatica a estendere i progetti all’intero territorio cittadino e a integrarli tra loro in una chiara strategia di medio-lungo termine. Per superare le barriere economiche e di competenze è molto importante definire una strategia nazionale condivisa che stabilisca impegni e priorità per i comuni. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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