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I Ceo di LDK Solar, REC Group, Schott Solar, First Solar, Sunpower e Suntech hanno presentato, ai 400 partecipanti provenienti da 19 paesi convenuti alla terza edizione dell’Italian PV Summit, la loro visione e i loro programmi di medio periodo sulla crescita della capacità produttiva, sul miglioramento dei rendimenti e sulla riduzione dei costi, partendo dal silicio per arrivare ai moduli. Si sono detti certi che in diversi segmenti di mercato la parità con il costo dell’energia elettrica presa dalla rete sia ormai prossima, la cosiddetta “grid parity”. L’Italia grazie al buon livello di radiazione e ai prezzi dell’elettricità mediamente più elevati che nel resto dei paesi industrializzati, è in pole position per raggiungere la grid parity, importante pietra miliare della tecnologia, specialmente nel Mezzogiorno. Secondo i principali operatori, a ogni raddoppio del volume del mercato, cosa che avviene ormai in meno di due anni e mezzo, la riduzione dei costi dei moduli fotovoltaici può toccare valori pari al 20-25%. Un elemento che i governi devono tenere presente per una corretta e aggiornata modulazione degli incentivi – secondo la top industry del solare – perché sussidi troppi elevati rischiano di tenere alto il prezzo degli impianti vanificando quanto fatto dall’industria ai fini della sua riduzione. Anche definire incentivi troppo bassi, che non renderebbero conveniente la realizzazione di impianti, è un fattore da scongiurare. Un approccio dunque molto delicato che va monitorato costantemente per accompagnare la tecnologia fino alla soglia dell’incentivo zero, che tutti attendono entro questo decennio. Ole Enger, President & Ceo di REC Group ha ricordato che il fotovoltaico, così come le altre fonti rinnovabili, hanno il vantaggio di ridurre i costi della CO2, un aspetto spesso sottovalutato e che avrà un peso sempre maggiore nei prossimi anni. a parola d’ordine per i Ceo delle più importanti aziende mondiali del fotovoltaico è rendere il mercato solido e duraturo nel tempo. Quindi meglio evitare improvvise esplosioni del mercato, e puntare invece a una crescita più equilibrata e graduale, seppur importante nei numeri. “Bisogna realizzare impianti fotovoltaici per una ragione squisitamente energetica e non spinti da una motivazione finanziaria”, dicono i rappresentanti della parte alta della filiera. L’obiettivo è portare l’elettricità solare a essere competitiva con le altre fonti energetiche. Ingmar Wilhelm, presidente della European Photovoltaic Industry Association (EPIA) e Chair dell’Italian PV Summit, ha detto che “Il tessuto produttivo italiano si presta bene allo sviluppo del fotovoltaico e nei prossimi anni. L’Italia avrà la possibilità di trovare un rilevante spazio nell’ambito dell’installazione, della progettazione e soprattutto per tutto ciò che riguarda l’integrazione in edilizia. Una parte importante della catena del valore, specialmente in un mercato che si attende dieci volte maggiore rispetto a quello attuale nei prossimi 8-10 anni”. Dal 2011 ci saranno almeno 5 paesi che installeranno più di un gigawatt di potenza (Germania, Italia, Usa, Cina e Giappone). Nei prossimi anni questa lista potrà arrivare a dieci e forse di più. “Più sono i mercati che contribuiscono a questo sviluppo, più duraturo e sostenibile è il settore – spiega il presidente dell’EPIA-. Portare su più spalle uno sviluppo che richiede grandi investimenti – conclude Wilhelm – permette alle aziende produttrici di diversificare le considerazioni di rischio e alla fine questo non può che avvantaggiare tutta l’industria”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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