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Nel 2012 il fotovoltaico è finalmente stato in grado di produrre più energia di quella utilizzata per la costruzione e l’installazione dei pannelli. Lo afferma un recente studio realizzato dalla Stanford University e pubblicato su Environmental Science & Technology. Non è certo se l’importante traguardo sia già stato raggiunto oppure se sia in procinto di esserlo. In ogni caso la ricerca evidenzia l’importanza avuta dalla drastica diminuzione dell’energia necessaria nella realizzazione e nell’installazione dei pannelli, oltre che dall’impetuosa crescita che ha vissuto negli ultimi anni il settore che nel 2012 ha superato i 100 GW di potenza installata, nei progressi ottenuti dal fotovoltaico globale in termini di bilanciamento energetico. La produzione dei pannelli solari richiede grandi quantità di energia, ad esempio per produrre il silicio utilizzato nella maggior parte degli impianti bisogna fondere la roccia di silice ad una temperatura di oltre 3.000 gradi Fahrenheit, tuttavia tecnologie sempre più efficienti hanno permesso di far calare a tal punto il peso dell’energia utilizzata fino a renderla inferiore a quella prodotta. Il dato, seppure non certo, rappresenta un punto di svolta importante nel mondo del fotovoltaico, tanto che, secondo lo studio, il fotovoltaico sarà in grado di ripagare il proprio “debito” energetico approssimativamente entro il 2015 e sicuramente non oltre il 2020. Secondo gli autori dello studio, il tempo di questo “ammortamento energetico” potrebbe diminuire facendo sviluppare il fotovoltaico in luoghi strategici, quali i deserti di Stati Uniti e Medio Oriente. L’autore dello studio, Micheal Dale borsista post-dottorato presso il Global Climate & Energy Project (GCEP) della Stanford University, ha sottolineato che l’analisi dimostra gli importanti passi avanti fatti dall’industria fotovoltaica che sta producendo, o è in procinto di produrre, un beneficio netto di energia per la società. Sally Benson, direttrice del GCPE, ha aggiunto inoltre che lo studio indica come la quantità di energia necessaria al settore del fotovoltaico dovrebbe continuare a diminuire nei prossimi anni, un aspetto importante perché lo sviluppo di nuove tecnologie che richiederanno un fabbisogno energetico minore consentirà all’intero settore di crescere in maniera sempre più veloce. Secondo lo studio nel 2020 il fotovoltaico produrrà circa il 10% della capacità elettrica mondiale consumando circa il 9%, tuttavia i ricercatori suppongono che, se il fabbisogno energetico dell’industria fotovoltaica dovesse continuare a scendere, questa cifra possa essere anche notevolmente inferiore attestandosi ad appena il 2% della capacità elettrica globale. I ricercatori del GCPE, convinti della necessità di analizzare scientificamente il rapporto costi-benefici delle energie rinnovabili, stanno ora lavorando alla realizzazione di uno studio simile incentrato sull’eolico. Fonte International Business Times Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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