Goal 7: sistemi energetici affidabili e condivisi per tutti

L’obiettivo 7 dell’Agenda 2030 propugna sistemi energetici affidabili e sostenibili. In UE 42 milioni soffrono di povertà energetica mentre nel mondo 775 milioni non hanno accesso all’elettricità

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Goal 7: sistemi energetici affidabili e condivisi per tutti

Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni è l’oggetto del Goal 7. Quanto ci siamo vicini? Poco, se pensiamo che una persona su cinque non ha accesso a moderni mezzi elettrici e tre miliardi di persone dipendono da legno, carbone, carbonella o concime animale per cucinare e per scaldarsi, ricorda UNRIC, il Centro regionale di informazione delle Nazioni Unite.

Quello energetico è un tema fondamentale per molti aspetti: l’energia serve per cuocere il cibo, riscaldare le case, gli uffici, i luoghi di lavoro, che a loro volta hanno bisogno di energia per far funzionare macchinari e tecnologie. Tutto questo ha un effetto: le emissioni di CO2. Quelle legate all’energia sono cresciute dello 0,9% (ovvero 321 Mt) nel 2022, raggiungendo un nuovo massimo di oltre 36,8 Gt, ricorda IEA. Certo, rileva l’International Energy Agency, la crescita dello scorso anno è stata molto più lenta rispetto al salto del 2021 di oltre il 6%. In ogni caso l’incremento c’è stato, a tutto detrimento della crisi climatica che diventa, sempre più, una lotta impari.

Serve puntare su un nuovo paradigma energetico, che punti a soddisfare le crescenti esigenze della popolazione mondiale riducendo però il suo potere emissivo.

L’energia è un elemento centrale per quasi tutte le sfide e le opportunità più importanti che il mondo si trova oggi ad affrontare. Che sia per lavoro, sicurezza, cambiamento climatico, produzione alimentare o aumento dei redditi, l’accesso all’energia è essenziale.

Serve, quindi, puntare sulle fonti energetiche rinnovabili, migliorando le tecnologie per fornire, sostiene UNRIC:

“servizi energetici moderni e sostenibili, specialmente nei paesi meno sviluppati, nei piccoli stati insulari e negli stati in via di sviluppo senza sbocco sul mare, conformemente ai loro rispettivi programmi di sostegno”.

Oltre a puntare su sistemi energetici sostenibili, un altro punto essenziale è garantire a tutti equo accesso all’energia. Anche su questo punto non ci siamo: in Europa ci sono 42 milioni di persone che versano in condizioni di povertà energetica.

Goal 7 e povertà energetica: in Europa colpisce almeno un cittadino su dieci

La povertà energetica colpisce in Europa circa 42 milioni di persone, ha messo in luce proprio in questi giorni il Comitato economico e sociale europeo (CESE), in occasione del convegno annuale contro la fuel poverty. Significa che il 9,3 % dei cittadini dell’UE non sono in grado di riscaldare adeguatamente le proprie abitazioni. La situazione è peggiorata: rispetto alle cifre Eurostat, nel 2020 e nel 2021, la fuel poverty riguardava, rispettivamente, l’8 e il 6,9 % della popolazione.

L’invasione dell’Ucraina e la crisi conseguente con l’impennata dei prezzi energetici hanno peggiorato le condizioni di un numero ancora maggiore di persone.

Secondo il CESE, il piano REPowerEU non basta e pone alcune proposte per affrontare la povertà energetica. Richiede di istituire meccanismi di controllo dell’inflazione e riformare l’attuale mercato dell’energia elettrica e di diminuire il consumo energetico attraverso misure di risparmio e di efficienza energetica che ne riducano in via permanente la domanda.

Goal 7 e povertà energetica: in Europa colpisce almeno un cittadino su dieci

A questo proposito, richiede di aumentare il tasso di ristrutturazione degli edifici per migliorare l’efficienza energetica.

Inoltre, il Comitato richiede di:

“promuovere investimenti sulle rinnovabili; fornire risorse finanziarie supplementari al livello locale, snellendo le procedure di accesso ai finanziamenti dell’UE; inserire gli aspetti della povertà di mobilità e della povertà energetica delle donne in tutte le misure politiche correlate all’energia”.

Ridurre le difficoltà di accesso all’elettricità con le rinnovabili: lo studio in Africa

Promuovere la diffusione delle fonti rinnovabili e un maggior grado di efficienza energetica sono obiettivi che da tempo sono promossi in UE.

A tale proposito, va ricordato che lo scorso marzo Commissione, Parlamento e Consiglio UE hanno raggiunto un accordo provvisorio per la riforma della direttiva UE sull’efficienza energetica, tra i cui obiettivi c’era quello di mitigare la povertà energetica. Inoltre la stessa Unione Europea e Italia hanno messo in atto decisioni mirate a ridurre questo problema.

Investire in efficienza energetica per diminuire la povertà energetica

Intanto però il problema del mancato accesso all’energia elettrica affligge un numero crescente di persone nel mondo. Secondo i dati IEA, quanti vivono senza elettricità sono destinati ad aumentare di quasi 20 milioni (nel 2022), raggiungendo quasi i 775 milioni, il primo aumento globale da quando l’Agenzia ha iniziato a monitorare i numeri 20 anni fa. L’aumento è principalmente nell’Africa sub-sahariana, dove il numero di persone senza accesso è quasi tornato al picco del 2013.

Quali soluzioni si possono attuare per rimediare alla situazione? Tramite un massiccio impiego di fonti rinnovabili.

Lo mette in evidenza uno studio, pubblicato su Nature, che propone l’attivazione di una rete centrale dell’Africa subsahariana. Secondo il team di studio, sarebbe una delle soluzioni più rapide e fattibili al problema della povertà energetica in quest’area. L’analisi è stata effettuata considerando il 2030 e il 2040 come gli anni previsti per l’attuazione. Per questo è stato utilizzato il programma di simulazione EnergyPLAN, per simulare e analizzare la generazione di elettricità per la rete centrale.

La revisione della povertà energetica nell’Africa subsahariana ha mostrato che l’accesso all’elettricità di tutti i paesi di questa regione è inferiore al 100%. L’analisi del proposto sistema centrale di reti RE è un’opzione praticabile e sostenibile, tuttavia richiede una pianificazione finanziaria strategica per la sua attuazione. Il costo di investimento più basso da tutti gli scenari di questo studio è di 298 miliardi di dollari. Considerando l’utilizzo di un’unica tecnologia rinnovabile, sono stati scelti impianti eolici quali opzioni più praticabili per cercare di raggiungere l’obiettivo entro il 2030 e il 2040 in quanto hanno i costi economici minori.

L’integrazione dei sistemi energetici esistenti a combustibili fossili con le tecnologie rinnovabili per la rete centrale proposta sarà il percorso più economico e facile in quanto richiede i costi economici minori. Sebbene ciò non richieda l’integrazione dei sistemi di stoccaggio, aiuterà i paesi dell’Africa subsahariana a ridurre le emissioni di carbonio del settore elettrico rispettivamente del 56,6% e del 61,8% entro il 2030 e il 2040.

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